Un'ex-ex-gay contro le terapie riparative

[1] Former 'Ex-Gay' Activist Backs Away from Past, Now Supports GLAAD

[2] US: Former ‘ex-gay’ activist encourages national ban on ‘conversion therapies’

[3a] Change is possible: Former 'ex-gay' activist Yvette Schneider 'celebrates the worthiness and equality of all people'

[3b] Former anti-gay activist: "I've never met an 'ex-gay' man I thought was not still attracted to men"

[4] Never Not Broken: A Journey of Unbridled Transformation

Di solito sono i maschietti che dichiarano "sono un'ex-gay", ma capita di trovare anche delle femmine che dicono di esserlo. Una di queste era Yvette Cantu Schneider - dico "era" perché ora dichiara che non è possibile essere ex-gay.

Lei, come il Michael Glatze di cui si girerà un film ed ho parlato io qui, era un'attivista lesbica che ha abbandonato la sua omosessualità quando si è convertita al "cristianesimo" ed è diventata un'esponente di organizzazioni antigay come la Family Research Council, Exodus International, Concerned Women for America, fino a Focus on the Family.

Però quest'impegno la faceva stare sempre più male, e quando a sua figlia è stata diagnosticata la leucemia nel 2009, una dottoressa ha notato che l'ansia che provava non era giustificata solo dalla preoccupazione per la figlia, ma anche dal vivere una vita che non era la sua.

Yvette ha dovuto sostenere una terapia per tornare a contatto con se stessa, ed ha scritto il libro [4] per raccontare la sua esperienza. Il 10% dei proventi delle vendite finanzia GLAAD (Gay and Lesbian Alliance Against Defamation = Alleanza Gay e Lesbica contro la Diffamazione).

Non ho purtroppo il tempo di tradurre tutta l'intervista di Yvette Cantu Schneider con Jeremy Hooper in [3b], per cui mi limito a tradurre i passi più interessanti - ed a commentarli. 
SCHNEIDER: (...) Molte persone che conoscevo hanno sempre sospettato che il cambiamento - quello vero in cui tutte le attrazioni omosessuali scompaiono o diventano rare od incidentali, e vengono sostituite da attrazioni eterosessuali - non capitino mai. Posso dire di non aver mai incontrato un uomo "ex-gay" di cui non pensassi che fosse tuttora attratto dai maschietti e che non sarebbe tornato alle relazioni gay nelle giuste circostanze. Uno dei miei colleghi [di genere non precisato - l'inglese permette quest'ambiguità, NdT] tentò di combinarmi un appuntamento con un "ex-gay" mentre ero ancora single. Dissi: "Niente da fare. Non mi va di uscire con un ex-gay. Non credo che siano davvero ex-gay". Il mio collega disse: "La Bibbia dice che le persone possono cambiare - 'e tali eravate alcuni di voi' [1 Corinzi 6:11] - perciò devi credere che è vero. È incredibilmente diffamatorio per te credere il contrario". Quel tale "ex-gay" con cui sarei dovuta uscire sarebbe stato sorpreso mentre faceva sesso con un altro uomo dopo circa un anno.
(...) 
HOOPER: Meno male. Restored Hope è particolarmente estrema.  Un colossale "AHIA!" Però, certo, questo movimento potrebbe ricevere il colpo di grazia se la legge che vieta le terapie riparative che pian piano procede da stato a stato prende piede, come ha già fatto in New Jersey e California. Vorrei sapere che ne pensi di questi divieti.
SCHNEIDER: Questi divieti devono estendersi il più rapidamente possibile a tutto il paese. Non solo è perlomeno dubbia l'efficacia delle terapie riparative, ma il tipo di terapia che questa legislazione vieta è proprio quella sui minori. È dannosissimo prendere un bimbo od una bimba che si interrogano sulla loro sessualità, o che potrebbero mostrare caratteristiche che non sono in linea con quello che la società ritiene normativo per il loro genere, e comunicare al bimbo od alla bimba (ed a i genitori) che lui o lei ha qualcosa di sbagliato, che gli o le manca un uqalcosa. Se i loro sentimenti non riescono a cambiare, vengono lasciato con un fardello di vergogna anziché sentirsi valorizzati per aver abbracciato il loro sé autentico e pieno di sfacettature.
HOOPER: Okay, la domanda più imbarazzante: come identifichi ora il tuo orientamento sessuale?  
SCHNEIDER: Sono sempre stata portata ad intensi contatti emotivi. Cerco in una persona qualcosa che mi ecciti e mi faccia venir voglia di trascorrere del tempo con lei e conoscerla meglio. Un parte di ciò, ovviamente, è l'attrazione fisica. Se capita che questa persona sia una donna od un uomo non cambia nulla per me. Per la maggior parte della mia vita sono stata più attratta dalle donne che dagli uomini, ma le mie attrazioni dipendono inoltre dalle qualità personali, non dal genere. Quindici anni fa, quando incontrai l'uomo che avrei sposato, noi ci siamo sentiti immediatamente in contatto. Chiunque ci conosca può vedere che siamo anime gemelle. Potrei avere un legame altrettanto forte con una donna? Certamente.
HOOPER: Qual è il tuo messaggio ora alle persone LGBT, specialmente alle più giovani persone LGBT, che potrebbero lottare per accettarsi come sono?
SCHNEIDER: Il figlio adolescente di un mio buon amico ha fatto il coming-out circa sei mesi fa. Sapevamo che era gay fin dal momento in cui lo abbiamo incontrato quando aveva 9 anni, ma non dicemmo nulla finché egli non scelse di fare il coming-out. Lui ed io abbiamo avuto diverse discussioni negli ultimi mesi; gli ho detto: "Non lasciare che nessuno ti definisca. Ho lasciato che gli altri mi definissero per anni ... decenni. Ho lasciato che loro, perlopiù pastori e ministri del culto, mi dicessero che cosa avevo di sbagliato, quanto ero manchevole, quanto dovevo cambiare. Non dare a nessuno questo potere su di te. Sìi te stesso”. 
(...) 
Vorrei far notare innanzitutto che le vittime dei terapeuti riparatori sono spesso persone bisessuali, per vari motivi. Il primo è che sembra facile sopprimere l'attrazione verso un genere quando si è attratti anche da altri generi. Sembra sempre che la rinuncia sia solo parziale, e quello che resta basti per una vita sociale e sessuale soddisfacente.

Ma l'eros è fatto apposta per sovvertire questi calcoli. Non solo ci si può innamorare di persone dal genere "sbagliato", ma chiunque tenti di sopprimere l'attrazione verso alcune delle persone che lo attirano si trova depotenziato sessualmente ed affettivamente anche con le persone "lecite". Un matrimonio in cui uno dei coniugi deve negare una parte della propria sessualità (il contrario di "negare" non è in questo caso "esprimere carnalmente", ma "esserne consapevoli e decidere insieme con l'altro che fare") si avvia verso il naufragio.

Il secondo motivo è che la bisessualità viene spesso cancellata e patologizzata. Neppure nell'intervista di Yvette Cantu Schneider viene esplicitamente nominata, sebbene la sua biografia ed il modo in cui lei si descrive mostrano che lei ha i requisiti per dichiararsi bisessuale.

Molte persone sono convinte che i bisessuali passino facilmente da etero, e questo li renda dei privilegiati rispetto agli omosessuali; in realtà, nemmeno per loro esiste un velo a prova di bifobo, ed i pregiudizi contro di loro agiscono anche contro chi non ha fatto il coming-out, oppure ha fatto il coming-out da omosessuale (perché sembra più facile da spiegare, perché c'è una comunità gay o lesbica strutturata, ma non una bisessuale, ecc.), perché qualcosa del loro orientamento o della loro indentità, per quanto nascosti, trapela ed induce i loro nemici ad agire.

Inoltre, i bisessuali non si inseriscono alla perfezione nelle comunità gay, e soprattutto in quelle lesbiche. Il disagio che si prova può indurre a cercare la soluzione definitiva rinunciando all'attrazione verso le persone del proprio genere - ed a farsi abbindolare dai terapeuti riparatori.

Questa volta non cito quello che conosco meglio, perché ormai sono più le parole che gli ho dedicato io in un mese e mezzo che la sua conoscenza delle persone LGBT maturata in decenni di pregiudizi  ... oops, volevo dire "esperienza", che lui ha riassunto pubblicamente una volta dicendo che gli capita di trovare delle persone a cui dice che la loro vera identità è un'altra [cioè eterosessuale, ho inteso], ma che non vogliono assolutamente agire per ritrovarla, ed allora lui non può far nulla.

Il signore non sa che l'identità è un processo, non un prodotto, e non si può dire a nessuno: "Tu sei così"; al massimo si può dirgli: "Così leggo il tuo comportamento".

Questi terapeuti riparatori giudicano più gravemente la bisessualità dell'omosessualità, spargono questo pregiudizio, danno ad intendere che o si è etero o si è omo, e che se c'è un minimo di attrazione eterosessuale si può partire da questa per eterosessualizzare completamente il cliente.

Lo stesso ragionamento rovesciato lo fanno le comunità LGT che malsopportano i bisessuali e praticano un pervasivo "identity policing = costringere le persone a comportarsi seguendo uno standard anziché come piace a loro" - queste comunità non hanno certo il potere di rendere la vita impossibile ai bisessuali come gli eteronormativi, ma li gettano tra le grinfie dei terapeuti riparatori.

In fondo, sono le prime a dire che i bisessuali non sono veri gay o vere lesbiche. Fare dell'identità bisessuale la soluzione e non il problema metterebbe a posto molte cose.

Mi ha molto colpito quello che Yvette Cantu Schneider ha detto di quando si rifiutò di uscire con un ex-gay, mentre io ho difeso il matrimonio dell'ex-gay Michael Glaetze con Rebekah.

Il problema non sembra la differenza di orientamento sessuale: la Schneider ha contratto un matrimonio ad orientamento sessuale misto (lei ha i requisiti per dichiararsi bisessuale, il marito lo presumo eterosessuale), e dice che lei ed il marito sono anime gemelle.

Il problema, credo, è nell'integrità delle persone che contraggono questo matrimonio: se entrambi i coniugi cercano l'amore, anche la difficoltà data dalla differenza di orientamento sessuale si può superare; se si cerca invece una copertura, od una conferma della propria "guarigione", allora il matrimonio nasce assai male.

La Schneider ama suo marito, ma riteneva che l'"ex-gay" con cui volevano farla uscire cercasse una copertura, cioè di usarla, non di amarla; io ritengo (od almeno spero) che l'amore unisca Michael Glaetze e Rebekah.

Il "gran rifiuto" della Schneider mi rammenta una cosa che ho già ricordato qui, cioè che nel 1492 fu l'accertata insincerità di molte conversioni di ebrei spagnoli al cattolicesimo a seguito delle persecuzioni della fine del '300 a convincere i reali di Spagna a cacciare gli ebrei ed a coartare i diritti dei "marrani" e dei loro discendenti.

Come fece l'inquisizione ad insospettirsi? Molti erano i motivi di sospetto, tra cui il fatto che molte di queste famiglie di convertiti continuavano a sposarsi solo tra loro - e la religione ebraica vieta i matrimoni tra ebrei e non ebrei.

La Schneider ci fa invece notare come nessuna ex-lesbica voglia uscire con un ex-gay - perché convinta che lui sia insincero, e forse la stessa coda di paglia di lei la aiuta a scorgere quella di lui. Il che contrasta con le molte buone amicizie che ci sono tra lesbiche e gay dichiarati.

Questo dettaglio facile da verificare potrebbe costringere i terapeuti riparatori ad ammettere che le loro cure non sono servite a nulla - purtroppo, il rischio è che gli omofobi, se non sono stati resi inoffensivi prima, per la rabbia di essersi lasciati ingannare, organizzino cose pari o peggiori al Gerush del 1492.

Raffaele Ladu
Dottore in Psicologia Generale e Sperimentale