Tra bi e trans spesso c'è la fobia

[1] http://radicalbi.wordpress.com/2011/02/22/words-binary-and-biphobia-or-why-bi-is-binary-but-ftm-is-not/

[2] http://radicalbi.wordpress.com/2012/01/22/cissexism-and-transphobia-in-bisexual-communities/

Al congresso Arcigay di Ferrara del 2012 io e mia moglie siamo stati tra i delegati che hanno premuto ed ottenuto che l'Arcigay, da "associazione lesbica e gay italiana" diventasse "associazione LGBT italiana".

In commissione abbiamo incontrato in questo l'opposizione di un'attivista trans, la quale riteneva superfluo dedicare spazio alle persone bisessuali, perché a suo avviso non avevano nulla da rivendicare; noi abbiamo risposto che non vedevamo che danno potevano ricevere le persone trans dalla guadagnata visibilità delle persone bisessuali, e che eravamo pronti ad aiutare in ogni modo le persone trans ed intersessuate (che affrontano dei problemi innegabilmente seri), ma c'è voluto del bello e del buono per ottenere questa modifica statutaria.

Abbiamo vinto, non ce l'abbiamo con l'attivista trans, pensiamo di non aver nuociuto a coloro che lei intendeva rappresentare, e siamo disposti a dar loro una mano (in fin dei conti, come esistono bisessuali cis, esistono anche bisessuali trans - sarebbe da sciocchi per noi lodare e sostenere i primi, trascurando o vituperando i secondi); però, leggendo l'articolo [1], ci è venuto il sospetto che nella schermaglia in commissione abbia fatto capolino la bifobia, e che non manchi nelle comunità trans un certo astio nei nostri confronti.

Per combattere quest'astio, abbiamo deciso di tradurre l'articolo [1]; poiché sfortuna vuole che nemmeno le comunità bisessuali siano esenti dalla transfobia, abbiamo deciso di seguire Shiri Eisner nell'"Operazione Teshuvah [pentimento e riparazione]" facendo ammenda della transfobia che può trovarsi in noi e traducendo l'articolo [2] per ricordare a noi stessi ed ai nostri lettori che la transfobia (così come ogni sentimento di odio) non è né lodevole, né accettabile, né giustificabile.

Cominciamo con il tradurre l'articolo [1]:

(inizio)

Parole, binarismo e bifobia, ovvero: perché "bi" è binario, ma "FTM" no


Prima che io scriva, ci vuole una puntualizzazione: questo post contiene critiche della comunità e del discorso della comunità dei transgender che non hanno un'identificazione bisessuale. Vi prego di tenere a mente che non sto scrivendo questa critica da esterna, ma da persona genderqueer coinvolta nella comunità e nell'attivismo transgender. Mi auguro che questa critica sia accolta nello stesso spirito in cui è scritta - di passione e solidarietà.

Questo è un post lungo. Ma fidatevi, è buono. Prendete il vostro tempo per leggerlo, ne vale la pena ;)

Una (lunga) introduzione


Sembra ultimamente sempre più accettabile, nelle comunità transgender/genderqueer e nei discorsi degli attivisti, descrivere la bisessualità come un'identità binaria, e pertanto intrinsecamente transfobica. Nella forma classica, l'affermazione è questa: dacché la parola "bisessuale" ha il prefisso "bi" (letteralmente: due), allora è inevitabilmente compromessa con il binarismo di genere, dacché punta a solo due generi/sessi come la sua fonte di riferimento - così eliminando dall'esistenza i sessi ed i generi  non-binari. Coloro che condividono quest'approccio suggeriscono l'uso di categorie identitarie alternative, come "pansessuale", "omnisessuale", "queer", ecc. (Per amore della chiarezza, devo menzionare che anch'io una volta sostenevo queste opinioni, in quanto sono ora e per sempre immutabilmente registrate in un libro. Ma, insomma, tutti  facciamo degli errori ...)

Dall'altra parte c'è la parte bisessuale del dibattito, che sostiene il  contrario. Dico che non trovo questi argomenti nient'altro che un mucchio di apologetica, e perciò taglierò abbastanza corto con essi, in quanto mi servono solo come lo sfondo del vero nocciolo della discussione:

  1. Analogamente ad "omosessualità" e "lesbismo", "bisessualità" è una parola rivendicata all'establishment medico dal movimento bisessuale. La comunità bi di per sè ha avuto perciò un'influenza marginale sulla formazione e la struttura  della parola, ma da allora l'ha rivendicata per intendere "attrazione potenziale verso più di un sesso o genere".
  2. Linguisticamente, il "due" in "bisessuale" potrebbe riferirsi all'attrazione verso generi simili al proprio (= omosessualità) + l'attrazione verso generi dissimili dal proprio (= eterosessualità).
  3. Il movimento bisessuale ha preso l'abbrivo più o meno nello stesso periodo del movimento transgender, e, nei suoi primi passi, non era disponibile alcun linguaggio per descrivere l'attrazione verso sessi e generi non binari. Però, in tutta la storia del movimento, la parola è stata sempre usata nel tentativo di descrivere questa cosa qua, usando termini come "terzo/i genere/i", "persone androgine", "quelli in mezzo", ecc.
  4. Storicamente, le comunità bisessuali sono state sempre tra le più accettanti verso i transgender ed i genderqueer, e le due comunità hanno sempre condiviso una forte alleanza.
  5. Una discussione che si concentra sulla bisessualità solo in relazione alla  politica transgender compie un'elisione strutturale della bisessualità, in quanto dà la priorità alla politica transgender rispetto alla politica bisessuale in una discussione sull'identità bisessuale. Dacché finora mi è parso di essere l'unica ad aver usato quest'argomento, gli dedico alcune righe in più giusto per chiarire le mie intenzioni (citandomi da una discussione su Facebook sull'argomento):
Spesso mi sembra come se la bisessualità non fosse mai a proposito delle nostre stesse identità sessuali, cioè le nostre esperienze, i nostri desideri, le nostre vite come bisessuali, l'oppressione che sperimentiamo in quanto tali, i sistemi culturali sociali e politici all'opera per foggiare l'esperienza delle persone bisessuali, l'oppressione istituzionale esperita dai bisessuali, ecc. ecc.. Invece, sento che ci si aspetta che la mia identità sessuale (cioè, se io devo identificarmi come bisessuale, pansessuale, queer, ecc.) sia determinata in accordo con l'identità di genere di altre persone.
La questione se la bisessualità sia o meno d'aiuto nel ridurre il binarismo di genere lo pone alquanto chiaramente. Implica che le persone bisessuali dovrebbero determinare la loro identificazione sulla base della politica transgender anziché della politica bisessuale. Da questa prospettiva, allora la risposta sarebbe ovviamente: "Sì, sicuramente pan/queer". Ma ultimamente ho messo in discussione proprio questo assunto di partenza in quanto influenzato dalla bifobia internalizzata. Il fatto che noi (come movimento) abbiamo considerato questa questione come centrale su cui focalizzarci implica una gerarchia politica che dà la priorità alle questioni transgender su quelle bisessuali.

 

Interludio


Quello che devo dire al proposito è che la grande maggioranza di questo dibattito è perpetuata e sviluppata da transgender e genderqueer con identificazione bisessuale (cliccate sul link: è Julia Serano!), e da transgender e genderqueer senza identificazione bisessuale. Devo attirare l'attenzione su questo, dacché il lato "binario" di questo dibattito spesso ama impostarlo come un dibattito transgender-cisgender, così ponendo la parte "bisessuale" non solo come linguisticamente transfobica, ma pure fuori dalla comunità, dalle identità e dalla politica transgender - ovvero, privilegiata.

Un doloroso esempio di questo è stato un dibattito tra un certo blogger transgender [di genere non specificato] e me stessa nella sezione risposte di uno dei post del suo blog. In tutto il dibattito, la mia identità e posizione genderqueer è stata completamente ignorata e rigettata alla luce della mia identificazione bisessuale. Bauer è arrivato pure a dire che "se la tua preoccupazione per le questioni trans fosse apparsa pari alla tua preoccupazione che alle persone fosse consentito usare una parola che elide ampie categorie di persone trans, non avrei parlato così" (cioè, non mi avrebbe trattata da cisgender), insinuando così che l'identificazione e la politica bisessuali sono intrinsecamente transfobici e perciò in contraddizione con l'identificazione e la politica genderqueer e trans.

Slittamento


Come implicito in tutta la posizione di Bauer, la bisessualità non è più criticata solo come un termine in certi discorsi transgender, ma sta semmai sperimentando uno slittamento di significato dal linguistico al fattuale: se bisessualità = transfobica, allora bisessuale = transfobico. Non è un gran salto, e sono tanto poco stupita quanto affranta assai nel vedere che è accaduto. Una volta ho sentito qualcuno [di genere non specificato] sostenere con me che "la cattiva reputazione binaria" che la bisessualità sta sperimentando sempre più è dovuta alla transfobia delle persone bisessuali. Ed infatti, ho sempre più notato che, ad onta dell'elisione bisessuale, le uniche occasioni in cui le persone bisessuali ed il movimento bisessuale sono menzionati in alcuni scritti transgender, è come oppressori dei transgender.

Sto ora leggendo Transgender History = Storia dei Transgender di Susan Stryker, un libro che riassume la storia del movimento americano transgender partendo dagli anni '50 fino ad oggi. Ho raggiunto da poco gli anni '90. Finora, è stata fatta una sola menzione della bisessualità nel libro: una frase nell'introduzione, che spiega il significato della parola (come "attrazione per un qualsiasi genere"). Da qui e fino agli anni '90, la bisessualità e le persone bisessuali svaniscono dalla vista e dall'attenzione storica, e questo sebbene le persone gay e lesbiche siano menzionate in abbondanza (sia con favore che con sfavore). Giusto per rendere questo patentemente chiaro, le persone bisessuali sono cancellate nel libro anche dai luoghi in cui erano indubbiamente presenti - le dimostrazioni, la rivolta di Stonewall, le marce ai Pride, il movimento di liberazione gay, ecc. Riemergono le menzioni della comunità bisessuale, però, quando arriviamo agli anni '90 - esclusivamente nel contesto dell'esclusione dei transgender.

Un altro esempio è l'acronimo "LGB" che alcuni autori transgender usano nel medesimo contesto dell'esclusione dei transgender. Nel suo articolo "Fighting to Win = Combattere per vincere" tratto dalla meravigliosa antologia That's Revolting! = Questo è rivoltante!, l'attivista transgender Dean Spade (che è altrimenti un grande) continua ad usare la forma "LGBfakeT = LGBfalsoT", ponendo le persone bisessuali non solo come oppressori delle persone transgender, ma anche come benefattori ["benefactors" - forse voleva dire "beneficiaries = beneficiari" - NdT] del privilegio gay assimilazionista - presumendo erroneamente che le campagne gay assimilazioniste comprendano le necessità e l'agenda delle persone bisessuali (e non, come invece accade nella realtà, ci travolgano nella loro aurea via verso il privilegio bianco eteronormativo).

Ma da dove viene tutto questo?


Trovo tutto questo dibattito incredibilmente sospetto: se la transfobia è davvero il problema in questione, perché mai concentrarsi sulla sola bisessualità? Se sono le parole a preoccuparci, non dovremmo prima affrontare la dicotomia etero-omo, una struttura binaria ben più prevalente e ben più oppressiva? O se noi vogliamo affrontare gli approcci transfobici intracomunitari, non dovremmo prima verificare i gay bianchi cis? Od il movimento lesbico, con le sue pratiche di esclusione di lunga data stabilite da molto tempo? Perché proprio la comunità bisessuale, nella storia e nell'attualità la meno transfobica delle tre, nonché quella con meno risorse da cui escludere le persone transgender e genderqueer?

Per essere onesti, la transfobia è davvero un problema in molte comunità bisessuali (è il post [2] che verrà prossimamente tradotto), e l'ho sperimentato io stessa mentre partecipavo a BiCon lo scorso agosto [2010], ed avrei tanto da dire non solo del cissessismo, ma anche del razzismo e del classismo in queste comunità (pagina 6). Però penso non solo che l'ampiezza data, in questo dibattito, al problema della transfobia nelle comunità bisessuali è esagerata in rapporto all'effettiva quantità di transfobia (e questo dice tanto, perché la transfobia abbonda ovunque), ma anche che il contenuto dell'argomentazione non affronta alcun vero problema dentro le comunità bisessuali esistenti. In una parola, sembra una calunnia più che un lavoro comunitario.

Penso di riconoscere questa canzone ...


L'argomento che afferma che la bisessualità è binaria pone la bisessualità come un'identità oppressiva che perpetua l'ideologia egemonica. Meno accademicamente, dire che la bisessualità è binaria vuole dire che la bisessualità è un'identità oppressiva che contribuisce all'ordine sociale dominante. Ora, dove l'ho sentita prima? ...

Sembra che i primi ad aver fatto quest'affermazione binaria non fossero affatto persone trans, ma due accademici, un uomo gay ed una donna etero (che si identificava come un uomo gay). Intendo dire, ovviamente, Eve Kosofsky-Sedgwick e Lee Edelman (che l'hanno fatta indipendentemente). Sono riuscita solo a trovare una citazione di Edelman. Ecco quello che dice nel suo libro del 1994 "Homographies = Omografie":
[...] Il binarismo etero/omo (un binarismo più efficacemente rinforzato, anziché infranto dal "terzo termine" della bisessualità)
(Immagino che non valiamo più di una parentesi, vero?)

La Sedgwick ha detto qualcosa di simile più o meno nel medesimo periodo.

Perciò sembra che la comunità transgender non l'abbia coniata lei questa cosa, ma l'abbia presa in prestito dalla proverbiale Accademia. Non lo dico per schernire la comunità transgender, ma semmai per evidenziare i punti di vista in questo dibattito. Dire che l'affermazione che la bisessualità è binaria è stata iniziata, a quanto sembra, da un accademico gay bianco cis e da un'accademica etero bianca cis significa dire che queste persone avevano un interesse politico ed accademico a rimuovere la bisessualità dalla loro teoria e dai loro studi.

Che mi ricorda questo?


Le affermazioni secondo cui la bisessualità sono un'identità oppressiva/privilegiata non sono nuove. Come chiunque vada in giro come bisessuale sa, noi siamo spesso accusati di essere portatori del privilegio eterosessuale - specialmente, ma non solo, dalle comunità lesbiche. Queste accuse - ormai classiche - si basano sul presupposto che le persone bisessuali siano in realtà etero, e che rifiutando di abbandonare il nostro "attaccamento" alle persone che si identificano come maschi noi stiamo accettando e perpetuando l'egemonia eteropatriarcale (in parole semplici: l'oppressione eterosessuale e sessista delle donne e dei queer).

Ehi ... aspetta ... "perpetuare l'egemonia _________" non fa scattare un allarme? Facciamo un esperimento:
  • I bisessuali sono un gruppo privilegiato che perpetua l'egemonia eteropatriarcale ed opprime le persone gay e lesbiche.
  • I bisessuali sono un gruppo privilegiato che perpetua l'egemonia cisgender ed opprime le persone transgender e genderqueer.
Oh santo cielo, ho capito!

I medesimi argomenti sono stati usati (e talvolta lo sono tuttora) anche contro le persone transgender.

Ecco quello che l'attivista e studioso transgender Jillian Todd Weiss scrive della transfobia nel suo saggio "LG vs. BT" pubblicato nel Journal of Bisexuality:
Anche se i transessuali "male to constructed female = da maschio a femmina costruita" sostengono di essere contro il sistema stereotipico dei generi in virtù della loro fuga dalla mascolinità stereotipica, loro hanno in realtà dato fiato al sistema binario semplicemente sfuggendo da uno stereotipo all'altro, od al massimo mescolando diversi stereotipi, anziché lottando per la vera libertà di genere. Loro non erano radicali politici, come sostenevano, ma dei reazionari che cercavano di preservare un sistema stereotipico di generi che stava già cambiando drammaticamente grazie all'azione politica delle femministe e dei gay degli anni '60 e '70.

Simili affermazioni, ovviamente, sono state fatte nel corso degli anni anche contro i trans FTM, cercando di descriverli non solo come perpetuatori dell'oppressivo binarismo di genere, ma anche come cercatori opportunisti del privilegio maschile. Non suona familiare questo?

Perché questo? Perché ora?


Per una breve spiegazione di questo, mi cito nuovamente da Facebook:
Un altro pensiero sull'origine di queste affermazioni è quello che Julia Serano chiama il mascolinismo del movimento transgender, che penso che entri in gioco anche in questo caso. Serano dice, e concordo, che il movimento transgender preferisce di regola i punti di vista dello spettro maschile, e marginalizza quelli delle persone trans dello spettro femminile ed i genderqueer. Specificamente riguardo il problema delle accresciute critiche verso la comunità bi e la relativa mancanza di critiche verso la comunità lesbica a proposito della transfobia, penso che questo sia pesantemente influenzato dal fatto che il movimento transgender è controllato soprattutto da FTM che sono emersi e sono stati influenzati dalle comunità lesbiche (e che da loro patiscono minor transfobia in virtù dell'essere "di corpo femminile"). Ovvero, non criticano le lesbiche dacché sono le loro comunità originarie. Però criticare i bisessuali va proprio d'accordo con la spesso presente bifobia di molte comunità lesbiche.
E ovviamente il movimento transgender ha un chiaro interesse a disconoscere la bisessualità: accettarla, allearsi con essa, associarsi con essa sicuramente peggiorerebbe ancor più la posizione del movimento transgender. Considerando sia la diffusa transfobia, e la scarsa popolarità della bisessualità e la sua ampia invisibilità sia all'interno del movimento GGGG [vedi qui - NdT] che nella popolazione eterosessuale, tutto guadagna il movimento transgender a dissociarsi dalla bisessualità, tutto perderebbe alleandosi ...

Però, quello che rende davvero necessario al movimento transgender volersi sbarazzare di ogni legame con il movimento bisessuale non si trova in alcuna qualità intrinseca alla comunità trans od alla politica trans. Sembra invece che il più delle volte il movimento gay e lesbico si comporti come se ci fosse "solo un posto libero" alla loro proverbiale tavola. Avendo solo tre sedie immaginarie, di cui due sono etichettate "gay" e "lesbica" crea l'inevitabile (e convenientissima) conseguenza di mettere un gruppo invisibile/soppresso contro l'altro, in competizione per questo solo posto in più. Questo è il modo in cui quelli che hanno dei privilegi garantiscono il loro proprio posto, facendo in modo che noi ci calpestiamo a vicenda anziché combattere il 'vero nemico' insieme. In questo modo, il movimento gay e lesbico possono smettere di preoccuparsi di come ostacolarci nel minacciare le loro posizioni di potere - metterci l'uno contro l'altro garantisce che faremo questo lavoro al loro posto.

Perciò, riassumiamo:
  1. Ci ho messo tre ore a scrivere questo post, ora sono stanca e voglio dormire.
  2. Le accuse alla bisessualità di essere binaria sono solo un mucchio di merda.
  3. Le accuse non attingono all'effettiva transfobia nelle parole e comunità bisessuali, o nelle persone con identificazione bisessuale, ma da grandi tendenze e lunghe storie di bifobia all'interno dei movimenti gay e lesbici.
  4. Le persone transgender hanno storicamente sofferto (e ne soffrono tuttora) di accuse simili da parte delle medesime fonti.
Proposte di soluzione:
  1. Solidarietà
  2. Amore
  3. La rivoluzione
  4. Sonno.

Dopo una notte di sonno, ed un giorno di lavoro: sulla solidarietà


Noi siamo tutto quello che abbiamo. Isolati in un mondo crudele. Sopravviviamo, separatamente ed insieme - che cosa è meglio? Che vorreste scegliere? Noi ci immaginiamo in mondi estranei quando siamo circondati da amici. I nostri amici - che ci circondano con conforto, amore, solidarietà ed orgoglio. Che ci tirano su dal pavimento quando abbiamo perso l'equilibrio. Noi usciamo e combattiamo insieme, noi abbattiamo barriere e smantelliamo gerarchie. Noi facciamo a pezzi il loro ordine mentre immaginiamo e creiamo il mondo che è nostro: dalle nostre comunità e dalle nostre famiglie scelte da noi dentro le strade. Invadiamo la società. Noi infrangiamo l'ordine. Dove la società ci abbatte a calci, reagiremo lottando insieme.

Ciò di cui abbiamo bisogno è sostenersi a vicenda. Comprendetemi quando dico questo: siamo tutto quello che abbiamo. Amare, lottare, essere spalla a spalla. Noi sopravviviamo l'un l'altro.
Nessuno è libero finché tutti non sono liberi.
Volete leggere altro in proposito?
(fine)

Ed ecco l'articolo [2]:

(inizio)

Cissessismo e transfobia nelle comunità bisessuali

Nota: se sei venuto qui cercando ulteriore prova che la bisessualità è binarista e/o che tutti i bisessuali sono transfobici, non la trovi qui. Prima guarda qua [si tratta dell'articolo 1 tradotto sopra].

Nota per i commentatori: vi prego di ricordare che sono la stessa persona che ha scritto Words, binary and biphobia, or: why "bi" is binary but "FTM" is not = Parole, binarismo e bifobia, ovvero: perché "bi" è binario ma "FTM"no [si tratta sempre dell'articolo 1 tradotto sopra], e considero questi due post come complementari. Se riuscite a non usare i miei stessi argomenti per contestarmi, questo gioverebbe ad una discussione costruttiva. Grazie.

Se non conoscete i problemi che crea un sistema binario dei generi, per favore leggete questo post: Not Your Mom's Trans 101 = Non è l'introduzione alla transessualità che faresti leggere a tua madre.

* Grazie a Robyn Ochs, che mi ha aiutato a pensare a molte di queste cose. 

Perché questo post?



All'interno del movimento bisessuale comune [mainstream], si è sempre pensato che i legami tra bisessualità e transgenderismo fossero stretti. Le sfide ai binarismi, e gli stretti rapporti spesso esistenti tra le comunità e le politiche bisessuali e transgender, sono stati spesso espressi e lodati dal movimento bisessuale comune (specialmente negli USA) sin dall'inizio. Però e ciononostante, in questo post vorrei sollevare alcuni interrogativi sul perché gli sforzi del movimento bisessuale comune di essere trans-inclusivo sono stati scarsi. Vorrei evidenziare alcuni problemi specifici nei movimenti bisessuali, in modo che noi, come comunità siamo capaci di spendere lavoro ed energia per affrontare queste questioni, ed essere responsabili per il cissessismo* e la transfobia delle nostre comunità.

Questo post è nato perché di recente ho cominciato a notare una disturbante tendenza nei discorsi bisessuali comuni, di far finta che la comunità bisessuale abbia "sempre" e comunque definito la bisessualità come un'attrazione (non binaria) verso "lo stesso e gli altri" generi, anziché come un'attrazione (binaria) verso "sia gli uomini che le donne". Questa tendenza è tanto erronea quanto pericolosa, in quanto dà una falsa immagine delle realtà e storie bisessuali, in cui il movimento bisessuale comune ha usato (ed usa di routine) ampiamente definizioni binarie ed un linguaggio binario.

In realtà, le definizioni di bisessualità come attrazione verso "ambo i generi" o verso "uomini e donne" abbondano negli scritti bisessuali sia passati che presenti, di attivisti ed accademici. Se c'è sempre stata gente nei movimenti bi che ha definito la bisessualità come attrazione verso i generi "uguale + diversi" o come attrazione verso "più di un genere", sostenere che questo è l'unico modo in cui la bisessualità è stata mai definita dal "movimento" è fuorviante e non ha niente a che fare con le realtà e le storie dei medesimi movimenti bisessuali.

Quest'argomento è pericoloso non solo perché fa fare agli attivisti bisessuali la figura degli illusi nella migliore dei casi, e di menzogneri nel peggiore, ma anche perché "solleva" il movimento bisessuale comune dalla responsabilità per il cissessismo e la transfobia delle nostre proprie comunità. Però, ad onta delle vivide smentite, sia il cissessismo che la transfobia restano problemi significativi all'interno di molte comunità bisessuali. Come persone ed attivisti bisessuali, dobbiamo imparare ad essere responsabili e lavorare per lo smantellamento di queste forme di oppressione nelle nostre comunità, senza passar sopra questi problemi nel tentativo di schivare le accuse bifobiche [il link punta sempre all'articolo 1 sopra tradotto].

Cissessismo e transfobia nelle comunità bisessuali


Innanzitutto, devo dire che se me lo si chiede in una qualsiasi occasione, risponderei che il movimento bisessuale nel suo complesso è anni luce davanti alla maggior parte delle altre comunità attiviste (non solo quelle gay e lesbiche) per quanto riguarda l'inclusione dei transgender e genderqueer. Sono anche al corrente della grande quantità di scritti bisessuali sulle intersezioni tra bi e trans. Penso che il movimento bisessuale si meriti ogni rispetto quando si tratta di riconoscere queste cose, e questo non lo si deve rifiutare alla luce della critica che faccio qui.

Comunque e ciononostante, ad onta della consapevolezza e delle dichiarazioni che incoraggiano l'inclusione trans/genderqueer, il movimento bi comune soffre da molto tempo di diversi problemi a proposito di transfobia e cissessismo, che in gran parte non vengono affrontati. Notate che quando io parlo "del" movimento bi comune, io mi riferisco soprattutto ai movimenti comuni all'interno degli USA, del Regno Unito o d'Europa - ed all'interno di essi, mi riferisco solo al discorso egemone **. Mentre val la pena ricordare che in tutto il mondo esistono un mucchio di diverse comunità bi, e che non tutte si comportano in modo simile, dovrebbe comunque essere riconosciuto che c'è una gran corpus di opere bisessuali che cionondimeno costituiscono un discorso dominante per queste comunità. Libri, zine, articoli, saggi, riviste, blog, mailing list, gruppi Facebook, e molto altro. Il fatto che io non viva negli USA (o nel Regno Unito, od in Europa) serve solo ad enfatizzare questo: è più probabile che io sia esposta al discorso egemone proprio perché è egemone.

Ed il discorso egemone sulla bisessualità che io vedo dal mio proprio punto di vista, è uno che parla di "entrambi i generi" od "entrambi i sessi", che tratta le persone bisessuali e transgender come se noi fossimo due popolazioni discrete [discreet - forse voleva dire discrete = distinte, NdT], un movimento generalmente guidato da persone cisgender (rendendolo di fatto un movimento cis), che largisce solo riconoscimenti formali, e tante altre cose - anche se continuano a parlare di inclusione trans ed a darsi gran pacche sulla schiena. Clare Hemmings ne parla nel suo libro Bisexual Spaces = Spazi bisessuali, quando dice che in generale, le comunità bisessuali negli USA e nel Regno Unito hanno la tendenza a parlare di se stesse come se fossero "già inclusive", senza affatto preoccuparsi degli sporchi dettagli del lavorare davvero per includere i gruppi emarginati (non solo le persone trans/genderqueer, ma anche le persone di colore, le persone della classe lavoratrice, le persone disabili, e molte altre).

Da una prospettiva personale, posso citare due (tipi di) incidenti che mi hanno turbato e continuano a turbarmi. Il primo è abbastanza tipico per me: leggendo un qualsiasi libro od antologia sulla bisessualità (eccetto il libro di Clare Hemmings) - e ne ho letti tanti - spesso devo tenere a freno la mia irritazione e frustrazione per la quantità di "ambo i generi" che mi tocca leggere solo per finire un solo testo. Mi ha impedito diverse volte di leggere le antologie bisessuali tutte in una volta - mi ci volevano interi mesi per sminuzzarle e digerirle. Anche quando leggo un solo pezzo, devo spesso fermarmi, fare un profondo respiro, e fare uno sforzo consapevole per andare avanti. Spesso non è l'unico problema, ma il più delle volte è davvero uno dei più fastidiosi. Questo mi frustra ancor più perché, in quanto bisessuale genderqueer, sembra che io non possa mai farne una giusta - o meglio, che non mi si può mai capire nel modo giusto. Nei testi bisessuali vengo elisa come persona transgender, e nei testi transgender vengo elisa come persona bisessuale. Ne ho visti davvero pochi di testi che incorporano correttamente ambo le identità - normalmente vale l'una o l'altra.

La seconda cosa che continua a ruminarmi in testa sono le mie esperienze di BiCon 2010. Dopo aver letto per anni tutti i testi che si autocongratulano per l'inclusività dei movimenti bi americani e britannici, sono stata scioccata nel vedere quanto poca inclusione trans/genderqueer c'era davvero. Intendo dire cose come il linguaggio, la gente che diceva "LGB" anziché "LGBT", oppure "ambo i generi", argomenti di discussione che non sembrava mai che incorporassero punti di vista o problemi legati alle persone transgender. Io intendo l'insignificante numero di seminari e spazi rivolti esplicitamente alle persone ed ai problemi trans/genderqueer (se mi ricordo bene, c'erano solo 1-2 seminari dedicati alle persone trans. Gli altri due spazi solo per trans, durante le pause pranzo, erano uno sforzo dell'ultimo momento organizzato dalla mia fidanzata). Una sera mi sono seduta con diverse altre persone trans e genderqueer (la maggior parte di loro erano locali) ed abbiamo avuto una lunga conversazione sulla transfobia alla convention e nella comunità bi in generale. Le persone si sentivano proprio emarginate. Eppure, in tutta la convention, molte persone cis continuavano a lodare la comunità bi per essere così trans-inclusiva.

Per me che posso fare il confronto con la comunità bi israeliana, questo è ancora più fastidioso. Noi siamo gemmati dalla comunità transgender, e la nostra politica è strettamente legata alla politica trans. Qui la comunità è guidata da persone trans e genderqueer, ed il resto sono soprattutto alleati. La transfobia viene regolarmente evidenziata e non tollerata, il nostro linguaggio e la nostra politica incorporano molteplici identità di genere e questioni trans. Le persone che entrano nella comunità senza sapere queste cose vengono poi istruite al proposito. Questo è il nostro 'discorso egemone' locale - non c'è una cosa come "ambo i generi".

Queste sono tutte questioni di cui normalmente non si parla nelle comunità bi americane ed occidentali. Inoltre, nella mia esperienza online, quando esse sono menzionate, normalmente vengono azzittite od incontrano ferocissime crtitiche. Per esempio, in un recente incidente in un gruppo Facebook, alcune persone si sono sognate di dire che riconoscere che alcune persone bi erano attratte da ben più che due generi potrebbe "mettere a disagio" altre persone.

Potrei andare molto aventi con questo (e nel mio libro intendo farlo) Però penso che anche questi pochi esempi emersi per associazione mentale bastino ad evidenziare un problema significativo all'interno delle comunità bisessuali comuni. Anche se parla di se stesso come inclusivo di trans e genderqueer, il movimento bisessuale in realtà condivide molto del cissessismo e della transfobia della società in generale e delle comunità lesbiche/gay. Come movimento che in gran parte proclama fedeltà al movimento transgender ed alle persone trans/genderqueer, è nostra responsabilità accogliere queste critiche e farne del lavoro costruttivo che porti ad eliminare la transfobia ed il cissessismo nelle nostre comunità.

Postfazione: a proposito dell'attrazione


Alcune persone mi hanno suggerito che non c'è niente di sbagliato nel definire la bisessualità degli individui come attrazione verso "gli uomini e le donne", dacché alcune persone sono attratte solo dagli uomini e dalle donne cisgender. Ecco la mia breve replica:

Non penso che essere attratti solo da uomini e donne cis sia apertamente/dolosamente transfobico e sbagliato. Non penso che queste persone vogliano far male a qualcuno, oppure far pagare a qualcuno il prezzo del privilegio cis. Però e ciononostante, trovo che questa tendenza sia in consonanza con gli standard sociali cissessisti.

Le persone spesso amano pensare che l'attrazione sia una qualità non-politica, innata, pura, incontrollabile che è in qualche modo data, ma nella maggior parte dei casi non è così. Più spesso che no, le nostre attrazioni sono foggiati dagli standard sociali di bellezza ed attrattività - di chi/cosa è "consentito" considerare attraente, e di chi/cosa non lo è. Questi standard di bellezza sono ovviamente profondamente politici, dacché sono foggiati dalle credenze sociali e dalle strutture dominanti: per citarne alcune, le persone bianche sono considerate più attraenti di quelle di colore, le persone magre più di quelle grasse, le persone normoabili più delle disabili - e le persone cisgender più delle persone transgender/genderqueer. In Read My Lips = Leggi le mie labbra, Riki Wilchins afferma che la ragione per cui le persone transgender sono considerate poco attraenti è che il corpo loro/nostro è inintelliggibile in termini di attrazione sessuale, per una cultura che costruisce la sua sessualità sui corpi cisgender. Perchè uno sia considerato attraente, uno deve possedere un corpo che "coincide" con la propria identità di genere. Questo significa che i corpi cisgender siano strutturalmente privilegiati in termini di sessualità ed attrazione sessuale - e noi sappiamo come si chiama privilegiare strutturalmente l'identità cisgender (esatto, cissessismo).

Lisa Millibank di A Radical TransFeminist = Una transfemminista radicale ha scritto con grande eloquenza su come le persone dovrebbero mettersi in discussione a proposito dell'attrazione sessuale in modo da includere le persone dei gruppi emarginati, che la società ci insegna che non sono attraenti in Significant Othering: Attraction Down The Privilege Gradient = Creare un altro significativo: Provare attrazione per chi è più in basso nella scala del privilegio. Consiglio a chiunque possa interessare di leggerlo e riflettere sui suoi contenuti.
[Il traduttore Raffaele Ladu si sente chiamato in causa e ribatte. Avendo una laurea in Psicologia Generale e Sperimentale, sa che è considerato senso comune anche tra gli psicologi che le persone di sesso (non genere: sesso) femminile badano allo status sociale del possibile partner più di quelle di sesso (non genere: sesso) maschile, le quali invece si fissano molto sui dettagli fisici della persona. L'appello di Shiri Eisner ad andare oltre gli standard socialmente approvati dell'attrazione sessuale perciò vale soprattutto per le persone di sesso femminile.
Per quanto riguarda i dettagli fisici del possibile partner, da oltre un secolo gli psichiatri hanno riscontrato che le "parafilie", ovvero i comportamenti sessuali non normativi, tra cui il "parzialismo", ovvero essere attratti più da una parte non genitale del corpo che dai genitali stessi (cosa che non ha significato evolutivo ed attira lo scherno degli eteronormativi), oppure da caratteristiche fisiche insolite o socialmente poco apprezzate (come l'amputazione di un arto, oppure l'obesità), è una caratteristica quasi esclusivamente maschile (20 parafiliaci maschi per ogni femmina), il che è una delle tante prove che la sessualità maschile è meno vincolata dalle convenzioni sociali di quella femminile.
Altra prova è il fatto che, sebbene non manchino le donne cis che frequentano donne trans, è molto più frequente trovare uomini cis che frequentano donne trans - sfidando una fortissima disapprovazione sociale.
Credo che qui abbiamo incontrato i limiti di un'analisi che concepisce la sessualità solo come culturalmente determinata e non anche biologicamente vincolata.]

P. S.: Si aggiungono qui alcuni importanti commenti di altri


emergentlifeform ha aggiunto:
Non ho avuto il tempo di leggere tutti i commenti, per cui magari qualcuno ha già sollevato il problema, ma volevo solo mostrare alcune altre forme di transfobia nella comunità bi che sembra che tu non abbia affrontato qui. Io stesso sono bi, e non intendo attaccare la comunità bi, ma sono preoccupato del modo in cui la controversia sul binarismo oscura altre forme di transfobia nella comunità bi, come il fare delle persone trans un terzo genere o de-generi, e la feticizzazione.
Innanzitutto, c'è il problema della feticizzazione. Ho visto molte volte delle persone trans feticizzate per entrare nelle fantasie di una persona bi, che dice 'il meglio dei due mondi', ecc. Io penso che sia chiaro che questo vuol dire collocare una persona in un terzo genere e ridurla ad un oggetto. Ovviamente sono soprattutto le donne trans a subire questo, specialmente riguardo alla loro rappresentazione ed al loro sfruttamento nella pornografia, ma ho visto affermazioni del genere a proposito anche degli uomini trans. Questo mi ricorda una cosa che ho udito di recente, su un conoscente che è un attivista bi, che diceva ad un amico che gli uomini gay cis che vanno a letto con gli uomini trans devono essere 'un pochinino bisessuali', od almeno coperti in qualche modo dall'ombrello bisessuale. Certo, è una cosa anche transfobica e de-generante (e neppure vera: conosco molti uomini cis esclusivamente gay che sono andati a letto con uomini trans, tra cui i miei precedenti partner). Ho riscontrato anche altrove quest'opinione, ma ho pensato che fosse notevole perché espressa da un attivista bi che sostiene di essere un alleato dei trans.
Penso di trovare frustrante che sto vedendo una tendenza sempre maggiore verso un''inclusione trans', che non vuole dire altro che inclusione genderqueer e non-binaria, ed una crescita delle persone che parlano di 'uomini, donne e trans' come se le persone trans non fossero anche uomini e donne. Certo, l'inclusione non-binaria e lo sradicamento del binarismo è importante, ma non posso fare a meno di pensare che talvolta questo accade a prezzo di mettere tutte le persone trans in un terzo genere. In generale, tu mi sembri molto brava ad includere le persone trans binarie nel tuo lavoro, ma si tratta di una tendenza che in generale mi preoccupa.

* Cissessismo è il sistema sociale per cui ognuno è, o dovrebbe essere, cisgender (cioè non transgender), compreso il sistema sociale dei privilegi per chi è cisgender, e delle punizioni per chi non lo è.
** Discorso significa qualsiasi cosa sia detto, scritto od altrimenti comunicato su un certo argomento. Discorso egemone significa un discorso creato da coloro che sono al potere e che domina la comprensione sociale di un certo argomento.

Vuoi leggere di più in proposito?
(fine)

Raffaele Ladu

Un tocco di Rosa ... contro il fascismo!

Vedi qui : https://www.facebook.com/Arcigaypianetauranoverona/media_set?set=a.10200661626757493.1073741831.1065346235&type=1


Un tocco di rosa vi seppellirà! Questa la risposta che le associazioni e gruppi gay lesbiche bisex e trans veronesi hanno dato, questa sera, a chi settimane fa aveva fatto una scritta con svastiche e celtiche in uno dei luoghi di incontro gay di Verona. Ecco le due foto dopo e prima, abbiamo pensato che un tocco di rosa e di ironia potesse smontare il solito noioso, macismo eroico tipico di chi non ha nulla di interessante da dire al mondo. Pink GLBTE Verona, Arcigay Verona, Milk Center Verona, Arcilesbica Verona L’Araba Fenice, Gruppo Lieviti

Volantino bisessuale


Poiché non tutti hanno il tempo di leggere un PDF di 49 pagine, è stato prodotto anche un volantino di due facciate formato A4, che qui vi riproduciamo in originale (cliccando sulle immagini potete vederle in una nuova finestra del browser) e di cui vi traduciamo il testo avendo preparato una versione italiana:



  • Immagine 1
    • Colonna 1: Bifobia
      • I fatti
        • Gli atteggiamenti verso i bisessuali sono più negativi di quelli verso le lesbiche, i gay, e molti altri gruppi
        • Gli stereotipi negativi sono pervasivi e rinforzati da rappresentazioni mediatiche di persone bisessuali avide ed inaffidabili
        • C'è una storia di doppia discriminazione delle persone bisessuali da parte degli eterosessuali e delle comunità lesbiche e gay
        • Si sollevano dubbi sulla realtà dell'identità bisessuale in un modo che non si fa con altri gruppi
      • L'esperienza
        • "Non penso che lo rifaremo. Ci hanno tirato delle pietre. Molte urla, molto brutali. Di che abbiamo bisogno, che cosa ci guarirebbe, che cosa pensano che facciamo ai bambini. Una cosa malata, orribile. E la polizia ci ha detto che, poiché noi eravamo un uomo ed una donna, non si trattava di omofobia. Continuavo a dire: 'Noi siamo bisessuali', ma non penso che avesse una casella per questo. Quando dico che non lo rifaremo, intendo dire che non lo denunceremo. A che serve?"
      • Le raccomandazioni
        • Informati sulla bisessualità ed evita di tramandare stereotipi
        • Separa la bifobia dall'omofobia riconoscendo i problemi specifici che affrontano le persone bisessuali
        • Riconosci il ruolo della bifobia e dell'invisibilità bisessuale nei risultati negativi per la salute bisessuale (vedi la salute)
        • Sostieni eventi e spazi per le persone bisessuali
        • Registra ed affronta le esperienze di bifobia e specificamente bisessuali di crimini d'odio e violenza domestica
    • Colonna 2: Il luogo di lavoro
      • I fatti
        • Ad onta dell'inclusione nella legislazione antidiscriminazione, le persone bisessuali riferiscono di essere discriminate
        • I dipendenti bisessuali sono quelli meno a loro agio nel dichiararsi
      • L'esperienza
        • "Sin da quando ho detto al mio capo che stavo andando ad un evento bisessuale, lei sembra trattarmi come una schiappa. Continua a fare commenti su come non posso stare sul pezzo ed essere valido membro del mio gruppo di lavoro. Una volta mi ha detto di non chiedere una promozione perché loro volevano 'una persona leale, che potesse impegnarsi'. Penso di aver sentito dire anche questo. Non avrei mai voluto dirlo ora".
      • Le raccomandazioni
        • Consulta e sostieni i dipendenti bisessuali e fornisci formazione a tutti, come consigliato dallo Stonewall Report.
      • Questo rapporto è avallato da:
        • (i logo di chi lo appoggia - bisogna guardarli bene ad uno ad uno)
    • Colonna 3: Volantino riassuntivo del Bisexuality Report
  • Immagine 2
    • Colonna 1: La visibilità bisessuale
      • I fatti
        • Le esperienze delle persone bisessuali differiscono in modo importante da quelle degli eterosessuali, delle lesbiche e dei gay
        • La bisessualità è l'attrazione verso più di un genere, e riguarda molti gruppi sociali
        • Si stima che le persone che si identificano come bisessuali siano il più grande gruppo all'interno delle popolazioni LGB, e molte più persone riferiscono di essere attratte da più di un genere
        • La bisessualità si interseca con altri aspetti come la razza, la cultura, il genere, l'abilità [o la disabilità], la classe, la posizione geografica, la religione e l'età, per produrre una diversità di esperienze bisessuali
        • L'invisibilità della bisessualità è un problema chiave, perché la cultura in generale presume che la sessualità sia binaria (eterosessuale/omosessuale)
      • L'esperienza
        • "Gli assunti delle altre persone mi fanno veramente arrabbiare. La gente tende a pensare che io sia gay a meno che non sappia che io sono con un partner del sesso opposto, ed allora presumono che io sia etero, cosa che mi fa sentire invisibile. Ma allora, quando dico che sono bi, loro presumo che mi piacciano le cose a tre e che io abbia relazioni aperte. Quando capiscono che non è così, talvolta sembra che pensino che la mia sessualità sia irrilevante perché 'non sto facendo niente di questo' e perciò dovrei smetterla di 'insistere con questo'".
      • Le raccomandazioni
        • Non togliere la "B" di "LGBT"
        • Garantisci l'inclusione bisessuale nei gruppi rilevanti, negli eventi, nella politica e nella pratica
        • Non presumere un'esperienza bisessuale unificata
        • Stringi contatti con le comunità bisessuali
        • Migliora la rappresentazione mediatica delle persone bisessuali
    • Colonna 2: La salute
      • I fatti
        • Le persone bisessuali hanno la peggior salute mentale di tutti i grandi gruppi basati sull'identità sessuale, ed hanno maggior prevalenza di depressione, ansia, autolesionismo e suicidio
        • Questo è collegato alle esperienze di bifobia ed all'invisibilità bisessuale
        • Le persone bisessuali hanno maggior rischio di problemi di salute fisica ed è meno probabile che chiedano aiuto a causa dell'emarginazione e della bifobia del personale sanitario
      • L'esperienza
        • "Un infermiere psichiatrico mi chiese che avevo fatto nel weekend, menzionai che ero stato ad un evento bisessuale, e come risultato mi sono svelato come bisessuale. Al momento sembrava tutto ok, ma quando andai dal mio counselor, scoprii che la lettera di invio diceva che avevo problemi irrisolti a proposito della mia sessualità. Non avevo detto niente del genere! Mi sono sentito tanto tradito, sapendo che lui mi giudicava in segreto così."
      • Raccomandazioni
        • Indirizza il sostegno ed il servizio verso le persone bisessuali, sia dentro che fuori dalle comunità LGBT
        • Accresci la consapevolezza della bisessualità tra il personale sanitario
        • Fa' in modo che il materiale sulla salute sessuale comprenda una gamma di pratiche sessuali
    • Colonna 3: L'istruzione
      • I fatti
        • Due terzi dei giovani LGB sono vittime di bullismo ed odono insulti di tipo LGB. 2 insegnanti su 5 si sentono a disagio a discutere di problemi LGB
        • Gli studenti bisessuali riferiscono di stereotipi bisessuali ed emarginazione
        • I giovani bisessuali hanno maggiore confusione nell'identità e minore autorivelazione dei loro pari LG a causa dello stigma
        • I giovani bisessuali sono ad alto rischio in termini di progresso negli studi e benessere generale
      • L'esperienza
        • "Se qualcuno [a scuola] indica una bella ragazza ed io mi giro, tutti mi gridano di non guardare perché io sarei gay. Sono stufo. È sempre gay qui e frocio qua. Non so come lo sanno, non l'ho detto a nessuno. Non c'è una parola per le persone come me, quindi immagino di essere il solo. Direi che sono bisessuale, ma devi essere 50-50, vero?"
      • Raccomandazioni
        • Assicurati che ognuno lasci la scuola con una buona conoscenza della bisessualità e della diversità sessuale
        • Affronta la bifobia a scuola in modo specifico, separandola dall'omofobia
        • Assicurati che l'addestramento degli insegnanti e le campagne contro il bullismo comprendano i problemi specifici dei bisessuali.
Ecco la versione italiana:





Raffaele Ladu

Perché esistiamo






Alle persone bisessuali viene riservato un trattamento canino da parte dei monosessuali (categoria che include eterosessuali ed omosessuali), come mostra il documento [1], intitolato Bisexual Invisibility. Impacts and Recommendations = L'invisibilità bisessuale. Impatti e raccomandazioni, pubblicato nel 2011 dal Comitato Consultivo LGBT della Commissione per i Diritti Umani della città/contea di San Francisco, California, USA.

Il documento ha ispirato altre indagini, come ad esempio [2], di cui esiste anche la sintetica versione volantino [3] che abbiamo tradotto (vedi qui)  [1], abbiamo deciso di affidarci alla sintetica recensione che ne propone l'attivista israeliana Shiri Eisner in [4], che ora vi traduciamo; come la stessa autrice avverte, la recensione sarebbe stata inclusa nel libro [5], intitolato Bi: Notes for a Bisexual Revolution = Bi: note per una rivoluzione bisessuale, appena pubblicato, che abbiamo acquistato e di cui vi scriveremo non appena possibile.

(inizio)

Brano #4: il rapporto sull'invisibilità bisessuale

Postato il 19 Settembre 2011 da bidyke.

*** Questi brani sono tratti dal libro che sto scrivendo, Notes for a Bisexual Revolution = Note per una rivoluzione bisesuale. Per saperne di più, guarda il tag notes for a bisexual revolution. ***

Okay, so che è da un po' che non ho postato niente di mio, perciò ho pensato che invece di un branetto piccino picciò era meglio postare qualcosa di più sostanzioso. Viene sempre dal mio libro, tratto dal capitolo sulla bifobia ed il monosessismo. È la mia recensione del Bisexual Invisibility Report = Rapporto sull'invisibilità bisessuale [1], e [spiega] perché è così fottutamente importante. È da un bel pezzo che volevo postare qualcosa in proposito, e questa è una buona occasione.

[Attenzione: potrebbe farvi ribollire il sangue o suscitare impulsi violenti, come dare pugni in faccia alla bifobia e fare a pezzi il monosessismo]

Dopo aver letto questo, per piacere chiedetevi perché cazzo ##$@^*&(*(^!!!1 così tanti tra noi continuano a parlare degli stereotipi e di altri sintomi superficiali anziché affrontare i veri problemi.

The Bisexual Invisibility Report

Il rapporto sull'invisibilità bisessuale


Pubblicato nel Marzo 2011, il Bisexual Invisibility Report = Rapporto sull'Invisibilità Bisessuale (ma forse sarebbe meglio chiamarlo "the bisexual erasure report = il rapporto sulla cancellazione dei bisessuali", oppure "the monosexism report = il rapporto sul monosessismo"*) è il primo rapporto sulla bisessualità pubblicato da un ente governativo americano. Senza dubbio, questo è uno dei testi più importanti mai pubblicati sui bisessuali. Non se ne può esagerare l'importanza, poiché questo è uno dei pochi testi pubblicati finora che affronta le conseguenze materiali del monosessismo e della bifobia nella vita delle persone bisessuali.E proprio perché questo rapporto è importante, il suo contenuto rattrista ed infuria insieme. Ho raccolto alcuni dei risultati del rapporto, sperando di far luce su questi effetti materiali. In questo, io cerco di rafforzare il mio argomento che il monosessismo è un sistema oppressivo ad ampio raggio che influenza le persone bisessuali in molte aree della loro vita.

* Generalmente mi oppongo alla locuzione "invisibilità bisessuale", dacché credo che l'"invisibilità" non sia un tratto intrinseco alla bisessualità, ma semmai è costruita socialmente ed attivamente dal elisione[x] bisessuale.

[x] Il traduttore Raffaele Ladu propone di tradurre "Bisexual Erasure", letteralmente "cancellazione dei bisessuali" come "elisione bisessuale" - l'elisione si ha in grammatica quando una lettera viene cancellata perché "sgradita" ad un'altra che le è vicina, e viene sostituita da un apostrofo che ne conserva a malapena il ricordo.

Alcuni fatti sulla salute dei bisessuali:

  • Le persone bisessuali provano maggiori disparità nella salute della popolazione generale, tra cui una maggior probabilità di soffrire di depressione ed altri disturbi dell'umore o di ansia.
  • I bisessuali riferiscono più alta prevalenza di ipertensione, salute fisica cattiva od appena passabile, fumo, bere in modo rischioso degli eterosessuali o delle lesbiche e dei gay.
  • Molti bisessuali, se non la loro maggioranza, non fanno il coming-out con chi si cura della loro salute. Questo significa che ricevono informazioni incomplete (per esempio, su come praticare il sesso sicuro).
  • La maggior parte dei programmi di prevenzione dell'HIV e delle MTS non [...] affrontano le [specifiche] necessità mediche dei bisessuali, per non parlare di coloro [che fanno sesso con persone di più di un genere] ma non si identificano come bisessuali.
  • Le donne bisessuali in relazione con partner monosessuali hanno una maggior prevalenza di violenza domestica rispetto alle donne in altre categorie demografiche.
Il rapporto riassume una ricerca su larga scala eseguita negli anni 2003-2007 in cui i ricercatori cercavano differenze nel campo della salute tra le donne lesbiche e le bisessuali, ed hanno scoperto che:
  • Le donne bisessuali mostravano una prevalenza significativamente maggiore di cattiva salute generale e frequente stress mentale, anche tenendo conto delle variabili che potevano confondere i risultati.
  • Le donne bisessuali, era più probabile che fossero fumatrici e gran bevitrici.

Alcuni fatti sulla salute mentale dei bisessuali:

I ricercatori della ricerca precedente hanno pure confrontato la frequenza dello stress mentale per le lesbiche e le bisessuali, negli ambienti urbani e non urbani. Loro hanno scoperto che, mentre "nelle aree non urbane, le donne lesbiche e bisessuali provano livelli analoghi di frequente stress mentale, le probabilità di frequente stress mentale diminuiscono in modo significativo per le lesbiche nelle aree urbane, diventando invece quasi doppie per le donne bisessuali" (enfasi nell'originale). I ricercatori teorizzano che la ragione di questo è che le comunità gay e lesbiche sono meglio organizzate nelle aree urbane, contribuendo così all'isolamento delle persone bisessuali, che vengono respinte mentre cercano sostegno, una volta fuori dalle loro comunità d'origine.

Un altro fatto spiacevole è che è assai più probabile che le persone bisessuali si sentano suicide degli etero, gay, e lesbiche. Una ricerca canadese ha riscontrato che, mentre il 9,6% delle donne etero ed il 29,5% delle donne lesbiche riferiva sentimenti suicidari, la suicidarietà tra le donne bisessuali è stata trovata addirittura del 45,4%. Per quanto riguarda gli uomini, mentre il 7,4% degli etero ed il 25,2% dei gay riferisce suicidarietà, i bisessuali che riferivano suicidarietà arrivavano al 34,8% di coloro che avevano risposto. (Sfortunatamente, questa ricerca non distingue tra i cisgender ed i transgender, e tralascia le persone di genere non binario).

Un'altra ricerca, questa volta in Gran Bretagna, ha trovato che gli adulti bisessuali giovani e di mezza età riferivano una salute mentale peggiore di quella di ogni altro gruppo basato sull'orientamento sessuale esaminato. I ricercatori arrivano pure a dire che "gli studi precedenti potrebbero aver sovrastimato il rischio di problemi per la salute mentale degli omosessuali mettendoli insieme con i bisessuali".

Alcuni fatti sulla povertà e l'oppressione economica dei bisessuali:

La ricerca sanitaria su larga scala che ho menzionato prima ha trovato inoltre alcune spiacevoli informazioni sulla povertà dei bisessuali:
  • Le donne bisessuali avevano un livello d'istruzione significativamente inferiore, era più probabile che vivessero con un reddito inferiore al 200% del livello federale di povertà, ed avevano più figli che vivevano in casa.
  • Era significativamente meno probabile che le donne bisessuali avessero un'assicurazione sanitaria ed era più probabile che incontrassero ostacoli finanziari nel ricevere servizi sanitari.
Un'altra ricerca, questa volta in California, ha trovato che, "mentre gli uomini gay guadagnavano il 2-3% in meno degli etero, e le lesbiche il 2,7% in meno, gli uomini bisessuali guadagnavano il 10-15% in meno, e le donne bisessuali circa l'11% in meno".

Uno studio del 2009 sulla povertà esaminò i dati di tre ricerche, e scoprì che "le donne bisessuali hanno probabilità più che doppia rispetto alle lesbiche di vivere in povertà (17,7% rispetto al 7,8%), e gli uomini bisessuali hanno probabilità di oltre il 50% superiore di vivere in povertà rispetto ai gay (9,7% rispetto al 6,2%)" (enfasi nell'originale).

Un'altra forma di oppressione economica che il rapporto identifica è la mancanza di fondi: negli anni 2008 e 2009, degli oltre 200 milioni di dollari elargiti dalle fondazioni americane alle organizzazioni LGBT, non un solo dollaro in tutto il paese è servito a finanziare organizzazioni o progetti rivolti esclusivamente ai bisessuali. Questo denaro "LGBT" non è neppure penetrato fino ai bisessuali: un'indagine condotta dai curatori del rapporto ha trovato che la maggioranza delle organizzazioni LGBT di San Francisco (quelle disposte a rispondere ad un'indagine sulla bisessualità) non offrono contenuti rivolti specificamente ai bisessuali. A questo si aggiunge un'altra scoperta: mentre i bisessuali sono il più grande gruppo tra le persone LGBT, solo il "3-20% delle persone che fanno uso di servizi verso le persone LGBT sono bisessuali".

Conclusione

Leggendo queste informazioni, diventa chiaro senza dubbio che esiste un'oppressione dei bisessuali profonda, grave e su larga scala. Una grossa parte di quest'oppressione, ovviamente, è resa possibile dall'elisione bisessuale e dal monosessismo - la presunzione sociale che noi siamo o dovremmo essere tutti monosessuali. Quest'informazione fa luce sul sistema di punizione sociale che opera sulle persone che disobbediscono al regime monosessuale della società. L'elisione bisessuale contribuisce a quest'oppressione dacché la bisessualità non è riconosciuta come un'identità sessuale, i bisessuali non sono riconosciuti come gruppo, e significa che i problemi unicamente bisessuali subiscono anch'essi l'elisione. L'informazione in questo rapporto punta sia alla mancanza (per non parlare di privilegio sfavorevole) ed alla grande necessità di affrontare ed agire sui problemi specificamente legati ai bisessuali, alla bifobia ed al monosessismo.

(fine)

Raffaele Ladu

BiFuriosa FemmiNinja

Shiri Eisner è veramente divertente: visto che ha trovato un libro il cui titolo inglese significa "Etero, Gay o Bugiardo", si è trasformata in una "BiFuriosa FemmiNinja" che ha fatto il libro a pezzi :-)

Il gruppo Lieviti aderisce al comunicato stampa fatto dal Pink, Arcigay e dal Milk Center di Verona

“Siamo vive/i non crediate di intimidirci esistiamo da sempre e sempre esisteremo”
Giovedì 27 giugno alle ore 19.30 ci troviamo in zona industriale, sotto il ponte che porta all’Alpo (in fondo a Via Roveggia), per cancellare l’ennesima scritta che inneggia
alla violenza contro la comunità lesbica gay e trans di Verona.
 
Qualche settimana fa, sotto un ponte della zona industriale di Verona, è comparsa una scritta “Venner eroe”, accompagnata da una svastica e due celtiche.
Non è la prima volta che sui muri della città compaiono svastiche, celtiche e scritte varie a sfondo xenofobo, ma questa ha una particolarità: inneggia al sacrificio compiuto
da Dominique Venner, morto suicida nella cattedrale di Notre Dame il 21 maggio 2013, all’indomani dell’approvazione della legge sui matrimoni gay in Francia.
Venner era un attivista di estrema destra, che con il suo gesto voleva protestare proprio contro questa legge.
 
In Italia i gruppi di estrema destra fanno subito di Venner un martire, compaiono scritte, striscioni che lo dipingono come un eroe, proprio il caso di Verona.
A Roma CasaPound tira fuori uno striscione con su scritto “Onore a Dominique Venner, samurai d’Occidente“; a Pesaro, fra le altre, spiccava la scritta “Dominique Venner martire d’Europa”.
La scritta di Verona ha anche un altra particolarità, non tanto nel testo ma per il luogo dove è stata fatta, uno dei luoghi di incontro notturni della comunità gay veronese,
l’unico rimasto a Verona dopo che Tosi con un’ordinanza ha chiuso quello storico di Basso Acquar.
La scritta suona come un avvertimento alla comunità gay veronese che là si incontra. Un caso? A nostro modo di vedere no. Come dicevamo, sembra più un avvertimento,
non tanto che offende, come tante altre scritte fatte negli anni passati, ma che vuol farci sapere che l’estrema destra veronese o chi per essa, che usa quei simboli violenti, svastiche e
celtiche, sa perfettamente dove ci incontriamo ed è in grado di colpirci con molestie o altro. Cosa del resto avvenuta più volte in passato ad opera di svariati gruppi più o
meno organizzati o anche di singoli balordi che, non sapendo cosa fare, ad una certa ora  pensano bene di andare a vedere e colpire i “froci” veronesi. In questo caso pensiamo
che di balordi non si parli ma piuttosto che la scritta, anche se non firmata, porti il marchio inequivocabile dell’estrema destra.
 
Venerdì 28 giugno in tutto il mondo si ricorda la rivolta dello Stonewall Inn, storico locale di New York dove il 28 giugno del 1969 la comunità GLT, stanca delle continue
violenze ad opera della polizia, si ribellò, iniziando quella battaglia per i diritti civili delle persone lesbiche gay e trans che continua anche oggi.
I gruppi GLBTE veronesi si troveranno a cancellare quella scritta nella serata di giovedì 27 giugno alle ore 19,30. Lo faremo non tanto per cancellare una testimonianza che inneggia
alla violenza ma perché vogliamo mandare una risposta a chi l’ha fatta: “Siamo vive/i non crediate di intimidirci esistiamo da sempre e sempre esisteremo”.
Un messaggio implicito che mandiamo anche riguardo al mantenimento e all’esistenza pacifica di un luogo di incontro che deve continuare ad esserci perché la si incontrano
molte persone gay, perché questi luoghi sono sempre esistiti in tutte le culture in cui le minoranze e le diversità, colpite da discriminazioni di ogni genere, hanno dovuto ritagliarsi spazi di vivibilità.
 
Pink GLBTE Verona, Arcigay Verona, Milk Center Verona





questa la scritta comparsa settimane fa

Prossimo incontro lunedì 01 Luglio'13 ore 21 al Luclà

Ci incontriamo la prossima volta al Luclà il 01 Luglio alle ore 21 per parlare:
1) Com'è stato il Pride di Vicenza
2) Prossimo evento naturista al Minotauro.

Allego qui alcune considerazioni personali sul Pride.
Secondo me è stato un successo perchè a differenza del passato le associazioni del Veneto si sono trovate unite sulle tematiche GLBT . Nella storia delle associazioni venete spesso ci siamo trovati divisi come movimento GLBT. Spesso abbiamo portato avanti delle lotte intestine che servono solo a spaccare invece che a costruire un movimento.
Oggi con questo PRIDE abbiamo dimostrato che non è più così.
Infatti finchè ci faremmo la guerra tra di noi e ci dividiamo in base al credo religioso,  politico, di genere o di razza non otterremo mai niente  perché il nostro nemico è invece compatto ed unito contro di noi. Il Vicenza Pride è stato un successo non perché hanno sfilato solo i  gay comunisti oppure le lesbiche fasciste  o i bisessuali o i queer che non possono frequentare alcuni locali perchè traditori della causa GLBT.
 ma è stato un successo perchè hanno sfilato tutte le diversità che ci sono nel nostro mondo a colori.
Hanno sfilato credenti a fianco di atei ed agnostici. Hanno sfilato bianchi e persone di colore, genitori e figli e pure qualche nonno. Hanno sfilato tutti quelli che si sono sentiti amici degli omosessuali e che non li discriminano per motivi di razza genere o credo religioso.
Il Vicenza Pride è stato un successo perché durante il percorso di questi ultimi sei mesi si è riuscito a superare le divisioni continuamente sottolineate da alcuni che molto spesso hanno minato l’unità del movimento con litigate continue a causa dell' intolleranza che a volte regna tra le pieghe del movimento. 
Il Comitato Vicenza Pride invece è rimasto compatto ed unito arrivando come da programma ad un grande successo di piazza.
Se in questi anni non si è ottenuto niente da un punto di vista legale come movimento non è perché all’interno del movimento esistono  da molti anni 29 associazioni di credenti  o associazioni  come “gaylib” (associazione di gay di destra) ma è perché continuiamo a farci la guerra a causa di queste differenze.
Credere in un Dio non vuol dire credere in quello che dice una struttura eclesiastica  che ha tradito quello che dice lo stesso Vangelo discriminando gay e divorziati invece di parlare di “amore” come parlava di amore Gesù.
Un abbraccio da Luigia     
Molto spesso ci sono degli stereotipi che sono sbagliati e che vanno cambiati. Uno di questi è che la donna bisessuale spesso è anche scambista. Da una lettura di The RedHeaded Stepchildren of GLBT si legge
chiaramente che: non è che non ci sono donne bi scambiste, ma il loro numero è sommerso dalle etero scambiste. Chi pensa che le donne bisessuali siano promiscue, deve chiedersi quante scambiste ci sono tra le etero (sulle lesbiche non si pronuncia nessuno).
 traduco solo alcuni paragrafi della lettera:

(inizio)

Inoltre, penso che le persone dovrebbero sapere che il mondo degli scambisti è a pesante prevalenza etero. È perfino difficile trovare delle donne davvero bi, e non semplicemente curiose o che amano giocherellare. Infatti, ad Houston (Texas) ci sono diversi gruppi orientati verso le coppie di scambisti la cui moglie è bi, nati dalla frustrazione prodotta dal tentativo di entrare in gioco nel regolare mondo scambista etero.

E c’è un doppio standard: in generale, due donne insieme vanno benissimo, due uomini insieme proprio NO! per la maggioranza; perciò si fanno tante cose leggere, come dei flirt; ma quando si arriva alla vera intimità, la stragrande maggioranza delle donne che ho trovato nel mondo degli scambisti non era affatto bi. Ho provato ad esplorarlo [quel mondo] per trovare una fidanzata … è stato proprio un cercare l’amore nel luogo sbagliato!!

(fine)

Credo che queste affermazioni siano molto significative!
L. R. & S.L.

Vicenza Pride 2013

Noi del gruppo LIEVITI partecipiamo al Vicenza Pride 2013.



Ci potrai trovare in sfilata con questa maglietta: Se vuoi venire con noi telefona ai numeri dell'associazione!
Ci troviamo sabato  alle 10 per gli ultimi dettagli (distribuzione volantini, magliette, accordi vari).
Partiamo  con il treno  regionale che parte alle 14.40 da Verona Porta Nuova ed arriva a Vicenza alle 15.32.