Tra bi e trans spesso c'è la fobia

[1] http://radicalbi.wordpress.com/2011/02/22/words-binary-and-biphobia-or-why-bi-is-binary-but-ftm-is-not/

[2] http://radicalbi.wordpress.com/2012/01/22/cissexism-and-transphobia-in-bisexual-communities/

Al congresso Arcigay di Ferrara del 2012 io e mia moglie siamo stati tra i delegati che hanno premuto ed ottenuto che l'Arcigay, da "associazione lesbica e gay italiana" diventasse "associazione LGBT italiana".

In commissione abbiamo incontrato in questo l'opposizione di un'attivista trans, la quale riteneva superfluo dedicare spazio alle persone bisessuali, perché a suo avviso non avevano nulla da rivendicare; noi abbiamo risposto che non vedevamo che danno potevano ricevere le persone trans dalla guadagnata visibilità delle persone bisessuali, e che eravamo pronti ad aiutare in ogni modo le persone trans ed intersessuate (che affrontano dei problemi innegabilmente seri), ma c'è voluto del bello e del buono per ottenere questa modifica statutaria.

Abbiamo vinto, non ce l'abbiamo con l'attivista trans, pensiamo di non aver nuociuto a coloro che lei intendeva rappresentare, e siamo disposti a dar loro una mano (in fin dei conti, come esistono bisessuali cis, esistono anche bisessuali trans - sarebbe da sciocchi per noi lodare e sostenere i primi, trascurando o vituperando i secondi); però, leggendo l'articolo [1], ci è venuto il sospetto che nella schermaglia in commissione abbia fatto capolino la bifobia, e che non manchi nelle comunità trans un certo astio nei nostri confronti.

Per combattere quest'astio, abbiamo deciso di tradurre l'articolo [1]; poiché sfortuna vuole che nemmeno le comunità bisessuali siano esenti dalla transfobia, abbiamo deciso di seguire Shiri Eisner nell'"Operazione Teshuvah [pentimento e riparazione]" facendo ammenda della transfobia che può trovarsi in noi e traducendo l'articolo [2] per ricordare a noi stessi ed ai nostri lettori che la transfobia (così come ogni sentimento di odio) non è né lodevole, né accettabile, né giustificabile.

Cominciamo con il tradurre l'articolo [1]:

(inizio)

Parole, binarismo e bifobia, ovvero: perché "bi" è binario, ma "FTM" no


Prima che io scriva, ci vuole una puntualizzazione: questo post contiene critiche della comunità e del discorso della comunità dei transgender che non hanno un'identificazione bisessuale. Vi prego di tenere a mente che non sto scrivendo questa critica da esterna, ma da persona genderqueer coinvolta nella comunità e nell'attivismo transgender. Mi auguro che questa critica sia accolta nello stesso spirito in cui è scritta - di passione e solidarietà.

Questo è un post lungo. Ma fidatevi, è buono. Prendete il vostro tempo per leggerlo, ne vale la pena ;)

Una (lunga) introduzione


Sembra ultimamente sempre più accettabile, nelle comunità transgender/genderqueer e nei discorsi degli attivisti, descrivere la bisessualità come un'identità binaria, e pertanto intrinsecamente transfobica. Nella forma classica, l'affermazione è questa: dacché la parola "bisessuale" ha il prefisso "bi" (letteralmente: due), allora è inevitabilmente compromessa con il binarismo di genere, dacché punta a solo due generi/sessi come la sua fonte di riferimento - così eliminando dall'esistenza i sessi ed i generi  non-binari. Coloro che condividono quest'approccio suggeriscono l'uso di categorie identitarie alternative, come "pansessuale", "omnisessuale", "queer", ecc. (Per amore della chiarezza, devo menzionare che anch'io una volta sostenevo queste opinioni, in quanto sono ora e per sempre immutabilmente registrate in un libro. Ma, insomma, tutti  facciamo degli errori ...)

Dall'altra parte c'è la parte bisessuale del dibattito, che sostiene il  contrario. Dico che non trovo questi argomenti nient'altro che un mucchio di apologetica, e perciò taglierò abbastanza corto con essi, in quanto mi servono solo come lo sfondo del vero nocciolo della discussione:

  1. Analogamente ad "omosessualità" e "lesbismo", "bisessualità" è una parola rivendicata all'establishment medico dal movimento bisessuale. La comunità bi di per sè ha avuto perciò un'influenza marginale sulla formazione e la struttura  della parola, ma da allora l'ha rivendicata per intendere "attrazione potenziale verso più di un sesso o genere".
  2. Linguisticamente, il "due" in "bisessuale" potrebbe riferirsi all'attrazione verso generi simili al proprio (= omosessualità) + l'attrazione verso generi dissimili dal proprio (= eterosessualità).
  3. Il movimento bisessuale ha preso l'abbrivo più o meno nello stesso periodo del movimento transgender, e, nei suoi primi passi, non era disponibile alcun linguaggio per descrivere l'attrazione verso sessi e generi non binari. Però, in tutta la storia del movimento, la parola è stata sempre usata nel tentativo di descrivere questa cosa qua, usando termini come "terzo/i genere/i", "persone androgine", "quelli in mezzo", ecc.
  4. Storicamente, le comunità bisessuali sono state sempre tra le più accettanti verso i transgender ed i genderqueer, e le due comunità hanno sempre condiviso una forte alleanza.
  5. Una discussione che si concentra sulla bisessualità solo in relazione alla  politica transgender compie un'elisione strutturale della bisessualità, in quanto dà la priorità alla politica transgender rispetto alla politica bisessuale in una discussione sull'identità bisessuale. Dacché finora mi è parso di essere l'unica ad aver usato quest'argomento, gli dedico alcune righe in più giusto per chiarire le mie intenzioni (citandomi da una discussione su Facebook sull'argomento):
Spesso mi sembra come se la bisessualità non fosse mai a proposito delle nostre stesse identità sessuali, cioè le nostre esperienze, i nostri desideri, le nostre vite come bisessuali, l'oppressione che sperimentiamo in quanto tali, i sistemi culturali sociali e politici all'opera per foggiare l'esperienza delle persone bisessuali, l'oppressione istituzionale esperita dai bisessuali, ecc. ecc.. Invece, sento che ci si aspetta che la mia identità sessuale (cioè, se io devo identificarmi come bisessuale, pansessuale, queer, ecc.) sia determinata in accordo con l'identità di genere di altre persone.
La questione se la bisessualità sia o meno d'aiuto nel ridurre il binarismo di genere lo pone alquanto chiaramente. Implica che le persone bisessuali dovrebbero determinare la loro identificazione sulla base della politica transgender anziché della politica bisessuale. Da questa prospettiva, allora la risposta sarebbe ovviamente: "Sì, sicuramente pan/queer". Ma ultimamente ho messo in discussione proprio questo assunto di partenza in quanto influenzato dalla bifobia internalizzata. Il fatto che noi (come movimento) abbiamo considerato questa questione come centrale su cui focalizzarci implica una gerarchia politica che dà la priorità alle questioni transgender su quelle bisessuali.

 

Interludio


Quello che devo dire al proposito è che la grande maggioranza di questo dibattito è perpetuata e sviluppata da transgender e genderqueer con identificazione bisessuale (cliccate sul link: è Julia Serano!), e da transgender e genderqueer senza identificazione bisessuale. Devo attirare l'attenzione su questo, dacché il lato "binario" di questo dibattito spesso ama impostarlo come un dibattito transgender-cisgender, così ponendo la parte "bisessuale" non solo come linguisticamente transfobica, ma pure fuori dalla comunità, dalle identità e dalla politica transgender - ovvero, privilegiata.

Un doloroso esempio di questo è stato un dibattito tra un certo blogger transgender [di genere non specificato] e me stessa nella sezione risposte di uno dei post del suo blog. In tutto il dibattito, la mia identità e posizione genderqueer è stata completamente ignorata e rigettata alla luce della mia identificazione bisessuale. Bauer è arrivato pure a dire che "se la tua preoccupazione per le questioni trans fosse apparsa pari alla tua preoccupazione che alle persone fosse consentito usare una parola che elide ampie categorie di persone trans, non avrei parlato così" (cioè, non mi avrebbe trattata da cisgender), insinuando così che l'identificazione e la politica bisessuali sono intrinsecamente transfobici e perciò in contraddizione con l'identificazione e la politica genderqueer e trans.

Slittamento


Come implicito in tutta la posizione di Bauer, la bisessualità non è più criticata solo come un termine in certi discorsi transgender, ma sta semmai sperimentando uno slittamento di significato dal linguistico al fattuale: se bisessualità = transfobica, allora bisessuale = transfobico. Non è un gran salto, e sono tanto poco stupita quanto affranta assai nel vedere che è accaduto. Una volta ho sentito qualcuno [di genere non specificato] sostenere con me che "la cattiva reputazione binaria" che la bisessualità sta sperimentando sempre più è dovuta alla transfobia delle persone bisessuali. Ed infatti, ho sempre più notato che, ad onta dell'elisione bisessuale, le uniche occasioni in cui le persone bisessuali ed il movimento bisessuale sono menzionati in alcuni scritti transgender, è come oppressori dei transgender.

Sto ora leggendo Transgender History = Storia dei Transgender di Susan Stryker, un libro che riassume la storia del movimento americano transgender partendo dagli anni '50 fino ad oggi. Ho raggiunto da poco gli anni '90. Finora, è stata fatta una sola menzione della bisessualità nel libro: una frase nell'introduzione, che spiega il significato della parola (come "attrazione per un qualsiasi genere"). Da qui e fino agli anni '90, la bisessualità e le persone bisessuali svaniscono dalla vista e dall'attenzione storica, e questo sebbene le persone gay e lesbiche siano menzionate in abbondanza (sia con favore che con sfavore). Giusto per rendere questo patentemente chiaro, le persone bisessuali sono cancellate nel libro anche dai luoghi in cui erano indubbiamente presenti - le dimostrazioni, la rivolta di Stonewall, le marce ai Pride, il movimento di liberazione gay, ecc. Riemergono le menzioni della comunità bisessuale, però, quando arriviamo agli anni '90 - esclusivamente nel contesto dell'esclusione dei transgender.

Un altro esempio è l'acronimo "LGB" che alcuni autori transgender usano nel medesimo contesto dell'esclusione dei transgender. Nel suo articolo "Fighting to Win = Combattere per vincere" tratto dalla meravigliosa antologia That's Revolting! = Questo è rivoltante!, l'attivista transgender Dean Spade (che è altrimenti un grande) continua ad usare la forma "LGBfakeT = LGBfalsoT", ponendo le persone bisessuali non solo come oppressori delle persone transgender, ma anche come benefattori ["benefactors" - forse voleva dire "beneficiaries = beneficiari" - NdT] del privilegio gay assimilazionista - presumendo erroneamente che le campagne gay assimilazioniste comprendano le necessità e l'agenda delle persone bisessuali (e non, come invece accade nella realtà, ci travolgano nella loro aurea via verso il privilegio bianco eteronormativo).

Ma da dove viene tutto questo?


Trovo tutto questo dibattito incredibilmente sospetto: se la transfobia è davvero il problema in questione, perché mai concentrarsi sulla sola bisessualità? Se sono le parole a preoccuparci, non dovremmo prima affrontare la dicotomia etero-omo, una struttura binaria ben più prevalente e ben più oppressiva? O se noi vogliamo affrontare gli approcci transfobici intracomunitari, non dovremmo prima verificare i gay bianchi cis? Od il movimento lesbico, con le sue pratiche di esclusione di lunga data stabilite da molto tempo? Perché proprio la comunità bisessuale, nella storia e nell'attualità la meno transfobica delle tre, nonché quella con meno risorse da cui escludere le persone transgender e genderqueer?

Per essere onesti, la transfobia è davvero un problema in molte comunità bisessuali (è il post [2] che verrà prossimamente tradotto), e l'ho sperimentato io stessa mentre partecipavo a BiCon lo scorso agosto [2010], ed avrei tanto da dire non solo del cissessismo, ma anche del razzismo e del classismo in queste comunità (pagina 6). Però penso non solo che l'ampiezza data, in questo dibattito, al problema della transfobia nelle comunità bisessuali è esagerata in rapporto all'effettiva quantità di transfobia (e questo dice tanto, perché la transfobia abbonda ovunque), ma anche che il contenuto dell'argomentazione non affronta alcun vero problema dentro le comunità bisessuali esistenti. In una parola, sembra una calunnia più che un lavoro comunitario.

Penso di riconoscere questa canzone ...


L'argomento che afferma che la bisessualità è binaria pone la bisessualità come un'identità oppressiva che perpetua l'ideologia egemonica. Meno accademicamente, dire che la bisessualità è binaria vuole dire che la bisessualità è un'identità oppressiva che contribuisce all'ordine sociale dominante. Ora, dove l'ho sentita prima? ...

Sembra che i primi ad aver fatto quest'affermazione binaria non fossero affatto persone trans, ma due accademici, un uomo gay ed una donna etero (che si identificava come un uomo gay). Intendo dire, ovviamente, Eve Kosofsky-Sedgwick e Lee Edelman (che l'hanno fatta indipendentemente). Sono riuscita solo a trovare una citazione di Edelman. Ecco quello che dice nel suo libro del 1994 "Homographies = Omografie":
[...] Il binarismo etero/omo (un binarismo più efficacemente rinforzato, anziché infranto dal "terzo termine" della bisessualità)
(Immagino che non valiamo più di una parentesi, vero?)

La Sedgwick ha detto qualcosa di simile più o meno nel medesimo periodo.

Perciò sembra che la comunità transgender non l'abbia coniata lei questa cosa, ma l'abbia presa in prestito dalla proverbiale Accademia. Non lo dico per schernire la comunità transgender, ma semmai per evidenziare i punti di vista in questo dibattito. Dire che l'affermazione che la bisessualità è binaria è stata iniziata, a quanto sembra, da un accademico gay bianco cis e da un'accademica etero bianca cis significa dire che queste persone avevano un interesse politico ed accademico a rimuovere la bisessualità dalla loro teoria e dai loro studi.

Che mi ricorda questo?


Le affermazioni secondo cui la bisessualità sono un'identità oppressiva/privilegiata non sono nuove. Come chiunque vada in giro come bisessuale sa, noi siamo spesso accusati di essere portatori del privilegio eterosessuale - specialmente, ma non solo, dalle comunità lesbiche. Queste accuse - ormai classiche - si basano sul presupposto che le persone bisessuali siano in realtà etero, e che rifiutando di abbandonare il nostro "attaccamento" alle persone che si identificano come maschi noi stiamo accettando e perpetuando l'egemonia eteropatriarcale (in parole semplici: l'oppressione eterosessuale e sessista delle donne e dei queer).

Ehi ... aspetta ... "perpetuare l'egemonia _________" non fa scattare un allarme? Facciamo un esperimento:
  • I bisessuali sono un gruppo privilegiato che perpetua l'egemonia eteropatriarcale ed opprime le persone gay e lesbiche.
  • I bisessuali sono un gruppo privilegiato che perpetua l'egemonia cisgender ed opprime le persone transgender e genderqueer.
Oh santo cielo, ho capito!

I medesimi argomenti sono stati usati (e talvolta lo sono tuttora) anche contro le persone transgender.

Ecco quello che l'attivista e studioso transgender Jillian Todd Weiss scrive della transfobia nel suo saggio "LG vs. BT" pubblicato nel Journal of Bisexuality:
Anche se i transessuali "male to constructed female = da maschio a femmina costruita" sostengono di essere contro il sistema stereotipico dei generi in virtù della loro fuga dalla mascolinità stereotipica, loro hanno in realtà dato fiato al sistema binario semplicemente sfuggendo da uno stereotipo all'altro, od al massimo mescolando diversi stereotipi, anziché lottando per la vera libertà di genere. Loro non erano radicali politici, come sostenevano, ma dei reazionari che cercavano di preservare un sistema stereotipico di generi che stava già cambiando drammaticamente grazie all'azione politica delle femministe e dei gay degli anni '60 e '70.

Simili affermazioni, ovviamente, sono state fatte nel corso degli anni anche contro i trans FTM, cercando di descriverli non solo come perpetuatori dell'oppressivo binarismo di genere, ma anche come cercatori opportunisti del privilegio maschile. Non suona familiare questo?

Perché questo? Perché ora?


Per una breve spiegazione di questo, mi cito nuovamente da Facebook:
Un altro pensiero sull'origine di queste affermazioni è quello che Julia Serano chiama il mascolinismo del movimento transgender, che penso che entri in gioco anche in questo caso. Serano dice, e concordo, che il movimento transgender preferisce di regola i punti di vista dello spettro maschile, e marginalizza quelli delle persone trans dello spettro femminile ed i genderqueer. Specificamente riguardo il problema delle accresciute critiche verso la comunità bi e la relativa mancanza di critiche verso la comunità lesbica a proposito della transfobia, penso che questo sia pesantemente influenzato dal fatto che il movimento transgender è controllato soprattutto da FTM che sono emersi e sono stati influenzati dalle comunità lesbiche (e che da loro patiscono minor transfobia in virtù dell'essere "di corpo femminile"). Ovvero, non criticano le lesbiche dacché sono le loro comunità originarie. Però criticare i bisessuali va proprio d'accordo con la spesso presente bifobia di molte comunità lesbiche.
E ovviamente il movimento transgender ha un chiaro interesse a disconoscere la bisessualità: accettarla, allearsi con essa, associarsi con essa sicuramente peggiorerebbe ancor più la posizione del movimento transgender. Considerando sia la diffusa transfobia, e la scarsa popolarità della bisessualità e la sua ampia invisibilità sia all'interno del movimento GGGG [vedi qui - NdT] che nella popolazione eterosessuale, tutto guadagna il movimento transgender a dissociarsi dalla bisessualità, tutto perderebbe alleandosi ...

Però, quello che rende davvero necessario al movimento transgender volersi sbarazzare di ogni legame con il movimento bisessuale non si trova in alcuna qualità intrinseca alla comunità trans od alla politica trans. Sembra invece che il più delle volte il movimento gay e lesbico si comporti come se ci fosse "solo un posto libero" alla loro proverbiale tavola. Avendo solo tre sedie immaginarie, di cui due sono etichettate "gay" e "lesbica" crea l'inevitabile (e convenientissima) conseguenza di mettere un gruppo invisibile/soppresso contro l'altro, in competizione per questo solo posto in più. Questo è il modo in cui quelli che hanno dei privilegi garantiscono il loro proprio posto, facendo in modo che noi ci calpestiamo a vicenda anziché combattere il 'vero nemico' insieme. In questo modo, il movimento gay e lesbico possono smettere di preoccuparsi di come ostacolarci nel minacciare le loro posizioni di potere - metterci l'uno contro l'altro garantisce che faremo questo lavoro al loro posto.

Perciò, riassumiamo:
  1. Ci ho messo tre ore a scrivere questo post, ora sono stanca e voglio dormire.
  2. Le accuse alla bisessualità di essere binaria sono solo un mucchio di merda.
  3. Le accuse non attingono all'effettiva transfobia nelle parole e comunità bisessuali, o nelle persone con identificazione bisessuale, ma da grandi tendenze e lunghe storie di bifobia all'interno dei movimenti gay e lesbici.
  4. Le persone transgender hanno storicamente sofferto (e ne soffrono tuttora) di accuse simili da parte delle medesime fonti.
Proposte di soluzione:
  1. Solidarietà
  2. Amore
  3. La rivoluzione
  4. Sonno.

Dopo una notte di sonno, ed un giorno di lavoro: sulla solidarietà


Noi siamo tutto quello che abbiamo. Isolati in un mondo crudele. Sopravviviamo, separatamente ed insieme - che cosa è meglio? Che vorreste scegliere? Noi ci immaginiamo in mondi estranei quando siamo circondati da amici. I nostri amici - che ci circondano con conforto, amore, solidarietà ed orgoglio. Che ci tirano su dal pavimento quando abbiamo perso l'equilibrio. Noi usciamo e combattiamo insieme, noi abbattiamo barriere e smantelliamo gerarchie. Noi facciamo a pezzi il loro ordine mentre immaginiamo e creiamo il mondo che è nostro: dalle nostre comunità e dalle nostre famiglie scelte da noi dentro le strade. Invadiamo la società. Noi infrangiamo l'ordine. Dove la società ci abbatte a calci, reagiremo lottando insieme.

Ciò di cui abbiamo bisogno è sostenersi a vicenda. Comprendetemi quando dico questo: siamo tutto quello che abbiamo. Amare, lottare, essere spalla a spalla. Noi sopravviviamo l'un l'altro.
Nessuno è libero finché tutti non sono liberi.
Volete leggere altro in proposito?
(fine)

Ed ecco l'articolo [2]:

(inizio)

Cissessismo e transfobia nelle comunità bisessuali

Nota: se sei venuto qui cercando ulteriore prova che la bisessualità è binarista e/o che tutti i bisessuali sono transfobici, non la trovi qui. Prima guarda qua [si tratta dell'articolo 1 tradotto sopra].

Nota per i commentatori: vi prego di ricordare che sono la stessa persona che ha scritto Words, binary and biphobia, or: why "bi" is binary but "FTM" is not = Parole, binarismo e bifobia, ovvero: perché "bi" è binario ma "FTM"no [si tratta sempre dell'articolo 1 tradotto sopra], e considero questi due post come complementari. Se riuscite a non usare i miei stessi argomenti per contestarmi, questo gioverebbe ad una discussione costruttiva. Grazie.

Se non conoscete i problemi che crea un sistema binario dei generi, per favore leggete questo post: Not Your Mom's Trans 101 = Non è l'introduzione alla transessualità che faresti leggere a tua madre.

* Grazie a Robyn Ochs, che mi ha aiutato a pensare a molte di queste cose. 

Perché questo post?



All'interno del movimento bisessuale comune [mainstream], si è sempre pensato che i legami tra bisessualità e transgenderismo fossero stretti. Le sfide ai binarismi, e gli stretti rapporti spesso esistenti tra le comunità e le politiche bisessuali e transgender, sono stati spesso espressi e lodati dal movimento bisessuale comune (specialmente negli USA) sin dall'inizio. Però e ciononostante, in questo post vorrei sollevare alcuni interrogativi sul perché gli sforzi del movimento bisessuale comune di essere trans-inclusivo sono stati scarsi. Vorrei evidenziare alcuni problemi specifici nei movimenti bisessuali, in modo che noi, come comunità siamo capaci di spendere lavoro ed energia per affrontare queste questioni, ed essere responsabili per il cissessismo* e la transfobia delle nostre comunità.

Questo post è nato perché di recente ho cominciato a notare una disturbante tendenza nei discorsi bisessuali comuni, di far finta che la comunità bisessuale abbia "sempre" e comunque definito la bisessualità come un'attrazione (non binaria) verso "lo stesso e gli altri" generi, anziché come un'attrazione (binaria) verso "sia gli uomini che le donne". Questa tendenza è tanto erronea quanto pericolosa, in quanto dà una falsa immagine delle realtà e storie bisessuali, in cui il movimento bisessuale comune ha usato (ed usa di routine) ampiamente definizioni binarie ed un linguaggio binario.

In realtà, le definizioni di bisessualità come attrazione verso "ambo i generi" o verso "uomini e donne" abbondano negli scritti bisessuali sia passati che presenti, di attivisti ed accademici. Se c'è sempre stata gente nei movimenti bi che ha definito la bisessualità come attrazione verso i generi "uguale + diversi" o come attrazione verso "più di un genere", sostenere che questo è l'unico modo in cui la bisessualità è stata mai definita dal "movimento" è fuorviante e non ha niente a che fare con le realtà e le storie dei medesimi movimenti bisessuali.

Quest'argomento è pericoloso non solo perché fa fare agli attivisti bisessuali la figura degli illusi nella migliore dei casi, e di menzogneri nel peggiore, ma anche perché "solleva" il movimento bisessuale comune dalla responsabilità per il cissessismo e la transfobia delle nostre proprie comunità. Però, ad onta delle vivide smentite, sia il cissessismo che la transfobia restano problemi significativi all'interno di molte comunità bisessuali. Come persone ed attivisti bisessuali, dobbiamo imparare ad essere responsabili e lavorare per lo smantellamento di queste forme di oppressione nelle nostre comunità, senza passar sopra questi problemi nel tentativo di schivare le accuse bifobiche [il link punta sempre all'articolo 1 sopra tradotto].

Cissessismo e transfobia nelle comunità bisessuali


Innanzitutto, devo dire che se me lo si chiede in una qualsiasi occasione, risponderei che il movimento bisessuale nel suo complesso è anni luce davanti alla maggior parte delle altre comunità attiviste (non solo quelle gay e lesbiche) per quanto riguarda l'inclusione dei transgender e genderqueer. Sono anche al corrente della grande quantità di scritti bisessuali sulle intersezioni tra bi e trans. Penso che il movimento bisessuale si meriti ogni rispetto quando si tratta di riconoscere queste cose, e questo non lo si deve rifiutare alla luce della critica che faccio qui.

Comunque e ciononostante, ad onta della consapevolezza e delle dichiarazioni che incoraggiano l'inclusione trans/genderqueer, il movimento bi comune soffre da molto tempo di diversi problemi a proposito di transfobia e cissessismo, che in gran parte non vengono affrontati. Notate che quando io parlo "del" movimento bi comune, io mi riferisco soprattutto ai movimenti comuni all'interno degli USA, del Regno Unito o d'Europa - ed all'interno di essi, mi riferisco solo al discorso egemone **. Mentre val la pena ricordare che in tutto il mondo esistono un mucchio di diverse comunità bi, e che non tutte si comportano in modo simile, dovrebbe comunque essere riconosciuto che c'è una gran corpus di opere bisessuali che cionondimeno costituiscono un discorso dominante per queste comunità. Libri, zine, articoli, saggi, riviste, blog, mailing list, gruppi Facebook, e molto altro. Il fatto che io non viva negli USA (o nel Regno Unito, od in Europa) serve solo ad enfatizzare questo: è più probabile che io sia esposta al discorso egemone proprio perché è egemone.

Ed il discorso egemone sulla bisessualità che io vedo dal mio proprio punto di vista, è uno che parla di "entrambi i generi" od "entrambi i sessi", che tratta le persone bisessuali e transgender come se noi fossimo due popolazioni discrete [discreet - forse voleva dire discrete = distinte, NdT], un movimento generalmente guidato da persone cisgender (rendendolo di fatto un movimento cis), che largisce solo riconoscimenti formali, e tante altre cose - anche se continuano a parlare di inclusione trans ed a darsi gran pacche sulla schiena. Clare Hemmings ne parla nel suo libro Bisexual Spaces = Spazi bisessuali, quando dice che in generale, le comunità bisessuali negli USA e nel Regno Unito hanno la tendenza a parlare di se stesse come se fossero "già inclusive", senza affatto preoccuparsi degli sporchi dettagli del lavorare davvero per includere i gruppi emarginati (non solo le persone trans/genderqueer, ma anche le persone di colore, le persone della classe lavoratrice, le persone disabili, e molte altre).

Da una prospettiva personale, posso citare due (tipi di) incidenti che mi hanno turbato e continuano a turbarmi. Il primo è abbastanza tipico per me: leggendo un qualsiasi libro od antologia sulla bisessualità (eccetto il libro di Clare Hemmings) - e ne ho letti tanti - spesso devo tenere a freno la mia irritazione e frustrazione per la quantità di "ambo i generi" che mi tocca leggere solo per finire un solo testo. Mi ha impedito diverse volte di leggere le antologie bisessuali tutte in una volta - mi ci volevano interi mesi per sminuzzarle e digerirle. Anche quando leggo un solo pezzo, devo spesso fermarmi, fare un profondo respiro, e fare uno sforzo consapevole per andare avanti. Spesso non è l'unico problema, ma il più delle volte è davvero uno dei più fastidiosi. Questo mi frustra ancor più perché, in quanto bisessuale genderqueer, sembra che io non possa mai farne una giusta - o meglio, che non mi si può mai capire nel modo giusto. Nei testi bisessuali vengo elisa come persona transgender, e nei testi transgender vengo elisa come persona bisessuale. Ne ho visti davvero pochi di testi che incorporano correttamente ambo le identità - normalmente vale l'una o l'altra.

La seconda cosa che continua a ruminarmi in testa sono le mie esperienze di BiCon 2010. Dopo aver letto per anni tutti i testi che si autocongratulano per l'inclusività dei movimenti bi americani e britannici, sono stata scioccata nel vedere quanto poca inclusione trans/genderqueer c'era davvero. Intendo dire cose come il linguaggio, la gente che diceva "LGB" anziché "LGBT", oppure "ambo i generi", argomenti di discussione che non sembrava mai che incorporassero punti di vista o problemi legati alle persone transgender. Io intendo l'insignificante numero di seminari e spazi rivolti esplicitamente alle persone ed ai problemi trans/genderqueer (se mi ricordo bene, c'erano solo 1-2 seminari dedicati alle persone trans. Gli altri due spazi solo per trans, durante le pause pranzo, erano uno sforzo dell'ultimo momento organizzato dalla mia fidanzata). Una sera mi sono seduta con diverse altre persone trans e genderqueer (la maggior parte di loro erano locali) ed abbiamo avuto una lunga conversazione sulla transfobia alla convention e nella comunità bi in generale. Le persone si sentivano proprio emarginate. Eppure, in tutta la convention, molte persone cis continuavano a lodare la comunità bi per essere così trans-inclusiva.

Per me che posso fare il confronto con la comunità bi israeliana, questo è ancora più fastidioso. Noi siamo gemmati dalla comunità transgender, e la nostra politica è strettamente legata alla politica trans. Qui la comunità è guidata da persone trans e genderqueer, ed il resto sono soprattutto alleati. La transfobia viene regolarmente evidenziata e non tollerata, il nostro linguaggio e la nostra politica incorporano molteplici identità di genere e questioni trans. Le persone che entrano nella comunità senza sapere queste cose vengono poi istruite al proposito. Questo è il nostro 'discorso egemone' locale - non c'è una cosa come "ambo i generi".

Queste sono tutte questioni di cui normalmente non si parla nelle comunità bi americane ed occidentali. Inoltre, nella mia esperienza online, quando esse sono menzionate, normalmente vengono azzittite od incontrano ferocissime crtitiche. Per esempio, in un recente incidente in un gruppo Facebook, alcune persone si sono sognate di dire che riconoscere che alcune persone bi erano attratte da ben più che due generi potrebbe "mettere a disagio" altre persone.

Potrei andare molto aventi con questo (e nel mio libro intendo farlo) Però penso che anche questi pochi esempi emersi per associazione mentale bastino ad evidenziare un problema significativo all'interno delle comunità bisessuali comuni. Anche se parla di se stesso come inclusivo di trans e genderqueer, il movimento bisessuale in realtà condivide molto del cissessismo e della transfobia della società in generale e delle comunità lesbiche/gay. Come movimento che in gran parte proclama fedeltà al movimento transgender ed alle persone trans/genderqueer, è nostra responsabilità accogliere queste critiche e farne del lavoro costruttivo che porti ad eliminare la transfobia ed il cissessismo nelle nostre comunità.

Postfazione: a proposito dell'attrazione


Alcune persone mi hanno suggerito che non c'è niente di sbagliato nel definire la bisessualità degli individui come attrazione verso "gli uomini e le donne", dacché alcune persone sono attratte solo dagli uomini e dalle donne cisgender. Ecco la mia breve replica:

Non penso che essere attratti solo da uomini e donne cis sia apertamente/dolosamente transfobico e sbagliato. Non penso che queste persone vogliano far male a qualcuno, oppure far pagare a qualcuno il prezzo del privilegio cis. Però e ciononostante, trovo che questa tendenza sia in consonanza con gli standard sociali cissessisti.

Le persone spesso amano pensare che l'attrazione sia una qualità non-politica, innata, pura, incontrollabile che è in qualche modo data, ma nella maggior parte dei casi non è così. Più spesso che no, le nostre attrazioni sono foggiati dagli standard sociali di bellezza ed attrattività - di chi/cosa è "consentito" considerare attraente, e di chi/cosa non lo è. Questi standard di bellezza sono ovviamente profondamente politici, dacché sono foggiati dalle credenze sociali e dalle strutture dominanti: per citarne alcune, le persone bianche sono considerate più attraenti di quelle di colore, le persone magre più di quelle grasse, le persone normoabili più delle disabili - e le persone cisgender più delle persone transgender/genderqueer. In Read My Lips = Leggi le mie labbra, Riki Wilchins afferma che la ragione per cui le persone transgender sono considerate poco attraenti è che il corpo loro/nostro è inintelliggibile in termini di attrazione sessuale, per una cultura che costruisce la sua sessualità sui corpi cisgender. Perchè uno sia considerato attraente, uno deve possedere un corpo che "coincide" con la propria identità di genere. Questo significa che i corpi cisgender siano strutturalmente privilegiati in termini di sessualità ed attrazione sessuale - e noi sappiamo come si chiama privilegiare strutturalmente l'identità cisgender (esatto, cissessismo).

Lisa Millibank di A Radical TransFeminist = Una transfemminista radicale ha scritto con grande eloquenza su come le persone dovrebbero mettersi in discussione a proposito dell'attrazione sessuale in modo da includere le persone dei gruppi emarginati, che la società ci insegna che non sono attraenti in Significant Othering: Attraction Down The Privilege Gradient = Creare un altro significativo: Provare attrazione per chi è più in basso nella scala del privilegio. Consiglio a chiunque possa interessare di leggerlo e riflettere sui suoi contenuti.
[Il traduttore Raffaele Ladu si sente chiamato in causa e ribatte. Avendo una laurea in Psicologia Generale e Sperimentale, sa che è considerato senso comune anche tra gli psicologi che le persone di sesso (non genere: sesso) femminile badano allo status sociale del possibile partner più di quelle di sesso (non genere: sesso) maschile, le quali invece si fissano molto sui dettagli fisici della persona. L'appello di Shiri Eisner ad andare oltre gli standard socialmente approvati dell'attrazione sessuale perciò vale soprattutto per le persone di sesso femminile.
Per quanto riguarda i dettagli fisici del possibile partner, da oltre un secolo gli psichiatri hanno riscontrato che le "parafilie", ovvero i comportamenti sessuali non normativi, tra cui il "parzialismo", ovvero essere attratti più da una parte non genitale del corpo che dai genitali stessi (cosa che non ha significato evolutivo ed attira lo scherno degli eteronormativi), oppure da caratteristiche fisiche insolite o socialmente poco apprezzate (come l'amputazione di un arto, oppure l'obesità), è una caratteristica quasi esclusivamente maschile (20 parafiliaci maschi per ogni femmina), il che è una delle tante prove che la sessualità maschile è meno vincolata dalle convenzioni sociali di quella femminile.
Altra prova è il fatto che, sebbene non manchino le donne cis che frequentano donne trans, è molto più frequente trovare uomini cis che frequentano donne trans - sfidando una fortissima disapprovazione sociale.
Credo che qui abbiamo incontrato i limiti di un'analisi che concepisce la sessualità solo come culturalmente determinata e non anche biologicamente vincolata.]

P. S.: Si aggiungono qui alcuni importanti commenti di altri


emergentlifeform ha aggiunto:
Non ho avuto il tempo di leggere tutti i commenti, per cui magari qualcuno ha già sollevato il problema, ma volevo solo mostrare alcune altre forme di transfobia nella comunità bi che sembra che tu non abbia affrontato qui. Io stesso sono bi, e non intendo attaccare la comunità bi, ma sono preoccupato del modo in cui la controversia sul binarismo oscura altre forme di transfobia nella comunità bi, come il fare delle persone trans un terzo genere o de-generi, e la feticizzazione.
Innanzitutto, c'è il problema della feticizzazione. Ho visto molte volte delle persone trans feticizzate per entrare nelle fantasie di una persona bi, che dice 'il meglio dei due mondi', ecc. Io penso che sia chiaro che questo vuol dire collocare una persona in un terzo genere e ridurla ad un oggetto. Ovviamente sono soprattutto le donne trans a subire questo, specialmente riguardo alla loro rappresentazione ed al loro sfruttamento nella pornografia, ma ho visto affermazioni del genere a proposito anche degli uomini trans. Questo mi ricorda una cosa che ho udito di recente, su un conoscente che è un attivista bi, che diceva ad un amico che gli uomini gay cis che vanno a letto con gli uomini trans devono essere 'un pochinino bisessuali', od almeno coperti in qualche modo dall'ombrello bisessuale. Certo, è una cosa anche transfobica e de-generante (e neppure vera: conosco molti uomini cis esclusivamente gay che sono andati a letto con uomini trans, tra cui i miei precedenti partner). Ho riscontrato anche altrove quest'opinione, ma ho pensato che fosse notevole perché espressa da un attivista bi che sostiene di essere un alleato dei trans.
Penso di trovare frustrante che sto vedendo una tendenza sempre maggiore verso un''inclusione trans', che non vuole dire altro che inclusione genderqueer e non-binaria, ed una crescita delle persone che parlano di 'uomini, donne e trans' come se le persone trans non fossero anche uomini e donne. Certo, l'inclusione non-binaria e lo sradicamento del binarismo è importante, ma non posso fare a meno di pensare che talvolta questo accade a prezzo di mettere tutte le persone trans in un terzo genere. In generale, tu mi sembri molto brava ad includere le persone trans binarie nel tuo lavoro, ma si tratta di una tendenza che in generale mi preoccupa.

* Cissessismo è il sistema sociale per cui ognuno è, o dovrebbe essere, cisgender (cioè non transgender), compreso il sistema sociale dei privilegi per chi è cisgender, e delle punizioni per chi non lo è.
** Discorso significa qualsiasi cosa sia detto, scritto od altrimenti comunicato su un certo argomento. Discorso egemone significa un discorso creato da coloro che sono al potere e che domina la comprensione sociale di un certo argomento.

Vuoi leggere di più in proposito?
(fine)

Raffaele Ladu