Silvana De Mari e Gianfranco Amato

















Il panorama omo-bi-transfobico italiano si arricchisce di una nuova protagonista, Silvana De Mari, che, intervistata in [1], ha detto due cose degne di nota:
  1. Che la sessualità si ha soltanto quando c'è l'incontro tra gameti, altrimenti si ha erotismo.
  2. Che esiste la 'gay bowel syndrome’, cioè  l’insieme delle patologie anali che arrivano a causa della penetrazione anale, e non se ne parla perché c'è la censura.
Vorrei parlare prima del punto 2. Una ricerca in Internet mi ha fatto trovare i documenti [3] e [4], che spiegano di che si tratta, e vi traduco due brani della prima pagina del PDF [3] (il grassetto e la sottolineatura sono mie):

L'ano-retto [anorectum] è un organo sessuale e nel Regno Unito una prudente stima indica che tra 2 e 2,5 milioni di persone lo usano per la soddisfazione sessuale. (...) 
La [locuzione] 'gay bowel syndrome = sindrome dell'intestino gay' è stata usata dapprincipio per descrivere non una sindrome, ma un elenco di condizioni. Il termine nasconde i problemi che deve affrontare il gastroenterologo. Innanzitutto, l'orientamento sessuale non lo si può accertare facilmente nel setting di un ambulatorio extraospedaliero. Secondo, molte infezioni dell'intestino gay sono asintomatiche e non si notano senza una completa indagine microbiologica. Terzo, le coinfezioni sono comuni e l'organismo isolato potrebbe non essere quello che causa sintomi e segni. Infine, l'intestino ha risposte cliniche ed istopatologiche limitate ed aspecifiche a molte infezioni.

L'articolo prosegue elencando i più comuni organismi (alcuni piuttosto pericolosi) che possono infettare un uomo gay recettivo che pratica sesso promiscuo e - cosa che l'autore di [3] ha dimenticato - non protetto.

Al contrario di Silvana De Mari, la preoccupazione principale dell'autore di [3] (e degli autori di altri articoli che si possono trovare su Medline) non sono le possibili lesioni traumatiche dell'ano-retto, ma le infezioni che una persona recettiva anale può contrarre.

Secondo l'autore di [4], l'uso del preservativo (raccomandato anche da Silvana De Mari nella sua intervista) ha ridotto di molto codeste infezioni negli ultimi tempi, e mi viene il sospetto che la locuzione 'gay bowel syndrome' sia caduta in disuso non per la censura, ma perché innanzitutto impropria e fuorviante per gli stessi medici.

L'articolo [3] lo farei leggere ai miei amici MSM (uomini che hanno rapporti sessuali con uomini) per ricordare loro l'importanza del sesso più sicuro, perché non c'è solo il mai abbastanza esecrato (e con buone ragioni temuto) HIV, ma anche molti altri patogeni perlomeno fastidiosi, ed alcuni di loro francamente pericolosi. Altro che censura!

Per quanto riguarda la facile equiparazione "matrimonio tra due uomini = penetrazione anale", ricordo che il kamasutra gay offre molte alternative, e voi non sapete quali intende praticare una coppia che si vuole sposare.

Per quanto riguarda il punto 1, ovvero la singolare concezione di Silvana De Mari per cui la sessualità coincide con la riproduzione, vorrei far notare che non solo il suo collega autore di [3] dissente, in quanto esplicitamente dichiara l'ano-retto un organo sessuale, anche se non ha alcun ruolo nella riproduzione, ma che a portar tale concezione alle estreme conseguenze ci si caccia in una situazione assai spiacevole.

Gli undici commi dell'Articolo 609 del Codice Penale italiano che io ho citato, dal 609 bis al 609 duodecies, descrivono la fattispecie della "violenza sessuale", nelle sue varianti, con le pene previste per ognuna di esse.

Come potete vedere, l'uso della locuzione "violenza sessuale" prescinde completamente dalla possibilità che un rapporto sessuale ottenuto illecitamente possa generare prole. Non sono un giurista e non ho indagato a fondo sulla giurisprudenza, ma che io sappia, che autore e vittima (od autori e vittime) siano del medesimo sesso o di diverso sesso, che il pene dell'autore venga inserito nella bocca o nella vagina della vittima, non cambiano nulla.

E lo stupro di un minore di dieci anni viene punito con particolare gravità, con la reclusione tra i sette ed i quattordici anni [609 ter], anche se raramente un fanciullo di quell'età è già fecondo. E lo stupro da parte di un uomo di una donna in menopausa, o di cui l'autore ne conosceva la sterilità (per esempio perché sottoposta ad isterectomia) non è meno grave dello stupro di una giovane nel fiore degli anni.

Ed anche chi induce illecitamente una persona a masturbarsi è reo di violenza sessuale, anche se è evidente che quest'atto non è procreativo.

Il bene giuridico tutelato dalla norma è la libertà sessuale della persona, intesa come facoltà di vivere la propria sessualità senza costrizione al volere altrui, e si tratta di una sessualità che non ha bisogno di essere qualificata dalla possibilità di procreare in ogni suo atto.

Un caso tanto repellente quanto interessante viene riferito in [5]: secondo quell'articolo, la dittatura di Pinochet ebbe tra le sue scherane Ingrid Felicitas Olderock, che aveva addestrato un cane da pastore chiamato "Volodia" a violentare le prigioniere - e glielo fecero fare.

Stupro, tortura, maltrattamento di animale, o tutte e tre le cose? Certo, sarebbe grottesco che, adottando la definizione di Silvana De Mari, dovessimo concludere che in questo caso non si può parlare di violenza sessuale perché un cane non può mettere incinta una donna!

Contrariamente a quello che ha sostenuto Gianfranco Amato in [2], Silvana De Mari non ha affatto le idee chiare - e mi stupisce che a queste cose un avvocato non abbia pensato!

Raffaele Yona Ladu Âû
Ebre* gendervague
Vicepresidente di Lieviti