Un'ex-ex-gay contro le terapie riparative

[1] Former 'Ex-Gay' Activist Backs Away from Past, Now Supports GLAAD

[2] US: Former ‘ex-gay’ activist encourages national ban on ‘conversion therapies’

[3a] Change is possible: Former 'ex-gay' activist Yvette Schneider 'celebrates the worthiness and equality of all people'

[3b] Former anti-gay activist: "I've never met an 'ex-gay' man I thought was not still attracted to men"

[4] Never Not Broken: A Journey of Unbridled Transformation

Di solito sono i maschietti che dichiarano "sono un'ex-gay", ma capita di trovare anche delle femmine che dicono di esserlo. Una di queste era Yvette Cantu Schneider - dico "era" perché ora dichiara che non è possibile essere ex-gay.

Lei, come il Michael Glatze di cui si girerà un film ed ho parlato io qui, era un'attivista lesbica che ha abbandonato la sua omosessualità quando si è convertita al "cristianesimo" ed è diventata un'esponente di organizzazioni antigay come la Family Research Council, Exodus International, Concerned Women for America, fino a Focus on the Family.

Le Sentinelle in Piedi NON manifestano contro Zaia

[1] Zaia replica ai musulmani "Niente moschea a Vicenza"

[2] Il diritto islamico / Sami A. Aldeeb Abu-Sahlieh

Ci permettiamo di riportare la parte più becera del discorso di Zaia in [1]:
“Come la penso non è una novità, ma ogni tanto, di fronte a richieste e ipotesi di questo tipo, è bene ribadirlo: dico no alla Moschea fino a che non sarà affermato al di là di ogni ragionevole dubbio il criterio della reciprocità, il che significa poter aprire una Chiesa cattolica in un paese dove vengono applicate rigorosamente le leggi islamiche. Le religioni vanno rispettate tutte, nessuna esclusa, ma il rispetto deve essere reciproco e non mi pare sia ancora così”.
Si può rispondere in molti modi a Zaia; per esempio, facendogli notare che l'unico paese del mondo in cui si rispetti integralmente il diritto canonico cattolico è lo Stato della Città del Vaticano, in cui non sono presenti luoghi di culto non cattolici. Ma nessuna persona al mondo ne deduce che nel resto del mondo non devono essere ammesse chiese cattoliche.

Inoltre, potremmo fargli notare che, come osserva [2], la shari'a (diritto islamico religioso) si accompagna sempre al qanun (diritto laico, soprattutto amministrativo), quindi un paese come l'Egitto (in cui le chiese si costruiscono, pur con seri limiti, e si possono visitare) può avere buona parte della legislazione (per esempio, il diritto civile non di famiglia) di ispirazione romanistica senza che questo infici la funzione della shari'a come fonte suprema del diritto, proclamata nelle costituzioni che si sono succedute da Sadat ad As-Sissi.

Quindi, se devo dare io la definizione di "paese in cui vengono applicate rigorosamente le leggi islamiche", posso dire che l'Egitto è uno di questi, appunto perché in essi al sovrano è riconosciuta la facoltà di legiferare per il bene della nazione, colmando le lacune della Shari'a e sostituendola se necessario. La cosa non è nuova (è cominciata già con il secondo califfo, Omar 1°, e Solimano il Magnifico fu chiamato qanuni = legislatore proprio per questa sua attività) e mostra la strumentalità di affermazioni come quella di Zaia, il quale specula sull'ignoranza di chi lo vota e chi lo ascolta.

Raccapricciante notizia dalla Russia

[1] Associazione Radicale Certi Diritti

L'Associazione Radicale Certi Diritti ha divulgato stamattina il seguente comunicato stampa, che riproduciamo in attesa che sia riportato nel suo sito [1].

(inizio)

SOS RUSSIA: L’ASSOCIAZIONE LGBTI COMING OUT DICHIARATA «AGENTE STRANIERO» DAL TRIBUNALE DI SAN PIETROBURGO.

Comunicato Stampa dell’Associazione Radicale Certi Diritti.

Roma, 30 luglio 2014

Lo scorso 21 luglio una Corte di San Pietroburgo ha sentenziato che l’Associazione LGBTI Coming Out dovrà iscriversi al registro degli «agenti stranieri» e definissi pubblicamente con questo termine che in Russia è connotato in modo fortemente negativo e rimanda ad attività di spionaggio.

L'iscrizione a tale registro, oltre ad implicare che l'omosessualità sia una degenerazione estranea alla tradizione russa e importata dall'Occidente, rende le associazioni soggette a una tale quantità di adempimenti burocratici e controlli governativi da impedire di fatto qualunque attività.

Stampare «la locuzione agente straniero su tutto il materiale divulgativo dell’associazione confermerà l’idea, già piuttosto diffusa, che proteggere i diritti delle persone LGBTI è qualcosa di straniero e, perciò, superfluo se non dannoso», ha dichiarato l’Associazione su Facebook.

Le Sentinelle in Piedi dicono il falso

[1] Omofobia, la mappa dell'odio in Europa. E l'Italia è il Paese che discrimina di più

Le Sentinelle in Piedi sostengono che l'Italia è un paese in cui non c'è bisogno di leggi contro l'omo/bi/transfobia, perché la situazione per le persone LGBT sarebbe eccellente. [1] le smentisce.

Raffaele Ladu
Dottore in Psicologia Generale e Sperimentale

Lettera aperta dell'UAAR di Verona a proposito dell'ODG 426/2014

L'UAAR di Verona ha il suo blog, ma non vi ha ancora pubblicato la lettera aperta che alleghiamo, e di cui condividiamo il contenuto.

(inizio)

Lettera aperta.

Egregio sig. Presidente del Consiglio Comunale di Verona, dott. Luca Zanotto
(con preghiera di trasmissione ad Assessori e Consiglieri)
e p. c.
egregio sig. Sindaco del Comune di Verona, Flavio Tosi
egregio sig. Consigliere del Comune di Verona, dott. Alberto Zelger
spett.le UAAR nella persona del suo Segretario nazionale, dott. Raffaele Càrcano
a tutti i circoli LGBT veronesi.
(tutti tramite i rispettivi indirizzi di posta elettronica).

Oggetto:
Ordine del Giorno 426 del 09-04-2014, approvato dal Consiglio Comunale il 23-07-2014, dal titolo “Famiglia, educazione e libertà di espressione”.

Sono l’architetto Campedelli Angelo, coordinatore del Circolo UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) della Provincia di Verona.

Vi scrivo in merito all’Ordine del Giorno 426 indicato in oggetto, presentato dal consigliere Zelger e sottoscritto da altri sedici consiglieri.

Con questo O.d.G., IL CONSIGLIO COMUNALE RICONOSCE solo alla famiglia tradizionale “un ruolo primario nella trasmissione dei valori”, nonché “il diritto della famiglia” (ovviamente quella tradizionale) “a non essere contraddetta o danneggiata nel suo compito educativo” da azioni “che ne violino le convinzioni morali e religiose, con particolare riferimento all’educazione sessuale”, ED INVITA IL SINDACO E LA GIUNTA a vigilare affinché, nelle scuole di competenza comunale, venga data un’adeguata informazione ai genitori” su “progetti di educazione all’affettività e alla sessualità”, nonché a raccogliere “segnalazioni sui progetti di educazione, sugli spettacoli, e sul materiale didattico in contrasto con i loro principi morali e religiosi”, predisponendo (per lo scopo) un “apposito spazio sul portale del Comune anche attraverso un numero verde”.


Sono fermamente convinto che il Consiglio Comunale, nell’approvare tale documento, non si sia reso conto di cosa abbia approvato.
  1. Non è solo la famiglia tradizionale ad avere “un ruolo primario nella trasmissione dei valori culturali, etici, sociali, spirituali e religiosi”.
  2. Non vi è da parte di alcuno né l’intenzione né la volontà di “contraddire o danneggiare” la famiglia tradizionale.
  3. Non vi è altresì da parte di alcuno l’intenzione o la volontà di “violare” le convinzioni morali e religiose di qualunque persona.
  4. Non si nega il diritto di ogni genitore cattolico ad educare i propri figli secondo le proprie convinzioni morali e religiose.
  5. “Vigilare” e “segnalare” ciò che riguarda educazione, affettività, sessualità, cultura e didattica significa, di fatto, emulare leggi censorie di fascista memoria.
  6. Un “apposito spazio” comunale con “numero verde” sarebbe piuttosto da istituirsi per le violenze che sempre più spesso sono perpetrate ai danni delle persone LGBT.
Chi oggi discrimina il mondo LGBT è paragonabile ai bianchi che ieri discriminavano i neri.

Per questo non mi sembra “cosa buona e giusta” dare libertà di espressione a chi discrimina qualcuno: è come dare libertà di espressione al KKK.

Coloro che considerano l’omosessualità come “una malattia” (non è più considerata tale dal lontano 1973!) e come “l’essere contro natura” (in questo dimostrando anche ignoranza perché in natura l’omosessualità esiste, eccome!), e che vogliono, in base alle due precedenti considerazioni, discriminare chi non è come loro (così come i bianchi discriminavano i neri) creando cittadini di serie A (gli eterosessuali, paragonati ai bianchi) contro cittadini di serie B (gli omosessuali, paragonati ai neri), come possono pretendere di rivendicare la libertà di espressione? Come possono arrogarsi il diritto di essere i detentori dell’educazione?

Gli omosessuali devono avere pari diritti e pari dignità degli eterosessuali, così come diritti e dignità sono stati parimenti riconosciuti ai neri.

Se l’esempio e l’accostamento al razzismo sono chiari, dovrebbe essere altrettanto chiaro il perché non ci deve più essere il diritto di esprimersi contro il mondo LGBT, ed il perché l’aver approvato quell’Ordine del Giorno omofobico colloca i loro sottoscrittori sul medesimo piano dei razzisti.

È passata la cultura del razzismo: altrettanto passerà quella dell’omofobia.

Nel documento si parla di famiglia “naturale” come se questa fosse l’unica forma di famiglia, ma le esperienze all’estero non insegnano proprio niente? Non dice niente il fatto che ci siano molte famiglie che volutamente non procreano figli? Non ha rilevanza il fatto che i figli allevati da coppie omosessuali non subiscano alcun trauma? A tale proposito l’associazione psicologi italiani scrive: “L’associazione Italiana di Psicologia ricorda che le affermazioni secondo cui i bambini, per crescere bene, avrebbero bisogno di una madre e di un padre, non trovano riscontro nella ricerca internazionale. Infatti, i risultati delle ricerche psicologiche hanno da tempo documentato come il benessere psico-sociale dei membri dei gruppi familiari non sia tanto legato alla forma che il gruppo assume, quanto alla qualità dei processi e delle dinamiche relazionali che si attualizzano al suo interno. In altre parole, non sono né il numero né il genere dei genitori a garantire di per sé le condizioni di sviluppo migliori per i bambini, bensì la loro capacità di assumere questi ruoli e le responsabilità educative che ne derivano. In particolare, la ricerca psicologica ha messo in evidenza che ciò che è importante per il benessere dei bambini è la qualità dell’ambiente familiare che i genitori forniscono loro, indipendentemente dal fatto che essi siano dello stesso sesso”.

Faccio presente che la legge contro l’omofobia (che spero sia approvata quanto prima) non limiterà la libertà di pensiero: sarà solo vietata la propaganda delle idee sessiste e sessuofobiche mediante conferenze, e/o l’imposizione di tali idee mediante provvedimenti legislativi come l’Ordine del Giorno in questione (alla stessa maniera in cui oggi è vietato fare apologia e propaganda del razzismo).

Vi segnalo il link
http://it.wikipedia.org/wiki/Omosessualit%C3%A0 dove si dice (tra le altre cose) che “l’omosessualità si riscontra in molte specie animali” e che “nel 1977 il Quebec divenne il primo Stato al mondo a proibire a livello giuridico la discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale”.

Ricordo che l’articolo 3 della nostra Costituzione sancisce pari dignità sociale, e uguaglianza davanti alla legge, per tutti i cittadini “senza distinzione di sesso, di condizioni personali e sociali”.

Segnalo che la “Risoluzione del Parlamento europeo 13 marzo 2012 sulla parità tra donne e uomini nell’Unione europea” ribadisce chiaramente quanto segue:

Il Parlamento europeo, considerando che le famiglie nell’UE sono diverse e comprendono genitori coniugati, non coniugati e in coppia stabile, genitori di sesso diverso e dello stesso sesso, genitori singoli e genitori adottivi (…) invita gli Stati membri a elaborare proposte per il riconoscimento reciproco delle unioni civili e delle famiglie omosessuali (…) al fine di garantire un trattamento equo per quanto concerne il lavoro, la libera circolazione (…) e la tutela dei bambini. E si rammarica dell’adozione da parte di alcuni Stati membri di definizioni restrittive di “famiglia” con lo scopo di negare la tutela giuridica alle coppie dello stesso sesso e ai loro figli.

Con l’approvazione del documento in questione, i sottoscrittori si sono arrogati la prerogativa di essere i detentori dell’educazione all’affettività e alla sessualità, alla stessa stregua degli inquisitori medievali (unici detentori, a quel tempo, della “conoscenza” di cosa era “giusto” e “sbagliato”).

Si rimane, quindi, ancora fermi al Medioevo quando vigeva il PENSIERO UNICO, senza rendersi conto che siamo ormai entrati da parecchio tempo nel LIBERO PENSIERO.

Inoltre, quanto approvato è lesivo della laicità dello Stato e delle Istituzioni, le quali dovrebbero garantire pluralità e libertà nell’educazione dei figli senza imposizioni di carattere religioso alcuno (ricordo che la “Religione di Stato” è stata abrogata nell’ormai lontano 1984 con la revisione dei Patti Lateranensi: o non lo sapete, o volutamente lo ignorate).

La Consulta ha definito la laicità dello Stato come “supremo principio costituzionale” (sentenza 203 del 1989). La laicità dovrebbe essere la guida per ogni partito e per ogni politico (oltre che per ogni cittadino), ed invece….

Ed ancora: quanto approvato va contro ogni serena convivenza civile tra persone che hanno diversi orientamenti culturali e sessuali, proprio discriminando e vietando, a danno di altri, ciò che a taluni non aggrada.

Infine, non mi stancherò mai di ripetere le parole (che qui ben si addicono) di Gaetano Salvemini il quale negli anni ’50 così diceva a riguardo dei cattolici: “Essi (i cattolici) rivendicano le loro libertà in base ai nostri principi (laicisti), e negano le nostre libertà in base ai loro principi (religiosi)”.

Distinti saluti.
Campedelli Angelo (coordinatore del Circolo UAAR di Verona).

(fine)

Luigia Sasso
Raffaele Ladu

LA VERONA MEDIOEVALE VINCE ANCORA.

Comunicato stampa - 24 luglio 2014

(ma non siamo in Romeo e Giulietta)
Passa l’ordine del giorno omo-transfobico di Alberto Zelger.
Era l’una di questa mattina quando il Consiglio Comunale di Verona, con 17 voti a favore, ha approvato l’ordine del giorno di Alberto Zelger (lista Tosi) “FAMIGLIA, EDUCAZIONE, LIBERTA’ DI ESPRESSIONE.” 
Verona scrive un’altra brutta pagina della sua storia. Come 19 anni fa, quando, il 14 luglio 1995, furono approvate le ormai famose mozioni omofobe, anche stavolta noi gay lesbiche bisessuali e trans usciamo sconfitti dall’aula del Consiglio veronese, dove anche stavolta vince la destra integralista e omo-bi-transfobica. Cambiano i consiglieri: nel 1995 si chiamavano Bertozzo, Carletti, Padovani, oggi sono Alberto Zelger, Barbara Tosi (sorella del sindaco e come lui condannata in via definitiva per propaganda razzista), Ciro Maschio, Vittorio Di Dio e tutti gli altri che nella notte hanno votato un ordine del giorno fortemente lesivo nei confronti delle persone omosessuali, bisessuali e transessuali. Un ordine del giorno presentato già molte altre volte in Consiglio Comunale, ma relegato sempre in fondo agli argomenti da discutere: sembrava che questa amministrazione non ne volesse parlare, invece stanotte, seppr a tardissima ora, in un clima di forte discriminazione contro gay lesbiche bisex e trans, è passato. Solo due consiglieri della maggioranza, Papadia e Pasetto, hanno votato contro. Tutti gli altri presenti si sono mostrati compatti: forse non sapevano neppure cosa stavano votando ma si doveva votare all’unisono.
L’ordine del giorno, che alleghiamo, presentato da Alberto Zelger INVITA SINDACO E GIUNTA a vigilare affinchè, nelle scuole di competenza comunale, venga data un’adeguata informazione preventiva ai genitori sul contenuto dei progetti di educazione all’affettività, come pure sugli spettacoli e sul materiale didattico che risultino in contrasto con i loro principi morali e religiosi: come se fosse uno dei compiti della Giunta occuparsi di queste cose, intervenire su programmi ministeriali. Noi pensiamo che l’amministrazione si dovrebbe occupare di altro e, casomai, favorire la conoscenza e la cultura delle diversità all’interno delle scuole, invece di reprimerla e adottare politiche lesive per la crescita dei bambini.
(Educare alla diversità sono gli opuscoli maggior incriminati. http://www.noidonne.org/articolo.php?ID=04796)

Di fatto, questo ordine del giorno non ha effetto sulle scuole veronesi, non è una mozione operativa ma è comunque molto grave a livello simbolico e culturale e di certo coinvolgerà i genitori dei bambini. Infatti, l’intento di Zelger è fare pressione sui genitori, adottando lo stesso spauracchio populista usato dalla Lega contro gli immigrati: la paura è che la cultura del diverso e l’educazione sessuale entrino nelle scuole veronesi, la stessa paura che il consigliere nutre contro l’approvazione di una legge contro i reati di omofobia. Zelger, in uno dei sui passaggi, ha ammesso che, se dovesse passare la legge Scalfarotto, lui stesso sarebbe sicuramente da sanzionare: lui e anche il vescovo di Verona, sempre parole sue. Speriamo che anche il mondo della scuola si esprima su questo, non solo i genitori ma anche gli insegnanti, prendendo le distanze da questa cultura dell’ignoranza.
Ma chi è Alberto Zelger? E’ l’ispiratore delle politiche integraliste contro le persone omo-transessuali che stanno attraversando la città, dentro e fuori il Consiglio Comunale. Convegni e incontri in Gran Guardia, i raduni delle “Sentinelle in piedi” lo hanno visto fra gli organizzatori e promotori, con la complicità della giunta Tosi,del presidente della Provincia Miozzi e del vescovo di Verona Zenti. La paura di perdere i  privilegi economico/educativi è ben presente nella loro menti e, purtroppo, anche nei loro progetti: cercano di celare queste politiche chiaramente omo-bi-transfobiche dietro al diritto ad esprimere la loro opinione in materia di diritti civili. Per soprammercato, propongono che il Comune istituisca un numero verde per denunciare le eventuali iniziative su gender, educazione sessuale ecc., ovviamente quelle in salsa progressista.

Oltre ad avanzare dubbi sulla “legalita’” di tali proposte, invitiamo invece a denunciare episodi, dichiarazioni, iniziative omo-bi-transfobiche al numero verde dell’ÚNAR: 800 90 10 10
Nel frattempo saremo sotto le finestre del  prossimo consiglio comunale, aspettateci, saremo molto molto molto “fastidios*”.
Firme:
Circolo pink GLBTQE Verona - Milk center Verona - Lieviti Verona - UAAR Verona - Kollettivo Autonomo Antifascista Verona - Arcigay Verona - Arcilesbica Verona

Se voi siete miei testimoni, sarò il vostro Dio

[1] il liberalismo religioso

[2] Una trappola mortale su tutta la terra

[3] DICHIARAZIONE SULLA LIBERTÀ RELIGIOSA DIGNITATIS HUMANAE

[4] In 30 countries, heads of state must belong to a certain religion

[5] Ontologia e genere

[6] La performatività del genere

[7] La performatività del genere spiegata ai mici

[8] Judith Butler e Martin Buber

[9] Rai. Radio 3. Uomini e Profeti. Andata in onda il 6 Ottobre 2013 (replicata il 20 Luglio 2014)

[10] The Noahide Laws

Mi piace confrontare gli orientamenti sessuali con le appartenenze religiose e, essendo io un liberale convinto, ritengo che il pluralismo degli orientamenti sessuali vada tutelato come il pluralismo religioso.

L'autore di [1] non la pensa così - riportiamo quello che dice:

Una breve risposta a Chiara Atzori




Un mio amico mi ha chiesto di replicare a Chiara Atzori. Attiro l'attenzione su due cose che lei dice nell'intervista [1].

Dice infatti:
Non ho mai affermato che l’omosessualità sia una malattia.
ed inoltre:
Massimo Introvigne: Ma davvero questa «terapia riparativa» consiste nel «guarire» i gay dall’omosessualità intesa come malattia?
Chiara Atzori: Altre sciocchezze. La terapia riparativa non è proposta ai gay, che per definizione sono gli omosessuali contenti e soddisfatti della loro condizione. È nata per un altro tipo di persone: coloro che sperimentano in sé un orientamento omosessuale indesiderato, che vivono con disagio e incertezza. Queste persone sono più numerose di quanto si creda, e gli psicologi che piacciono al presidente dell’Ordine italiano propongono loro la terapia Gat - «terapia affermativa gay» - la quale parte dalla premessa che il loro disagio nasca dall’interiorizzazione dell’omofobia presente nella società, e cerca di guidarli a superarlo vivendo positivamente la propria omosessualità. È certamente possibile che per qualcuno le cose stiano così, ma quella che non mi convince è l’affermazione dogmatica che dev’essere così per tutti, che tutte le persone incerte sulla loro identità sessuale sarebbero gioiosamente omosessuali se solo la società non fosse omofoba. L’alternativa alla Gat è la terapia riparativa, dove la parola «riparativa» non implica che in queste persone ci sia una qualche malattia da «riparare». La parola viene dal linguaggio psicanalitico, e ipotizza che l’omosessualità non desiderata sia un tentativo («sintomo riparativo» in psicanalisi) messo in atto dalla persona per ritrovare la propria identità sessuale dalla quale si è, per i motivi più variegati, inconsapevolmente distaccata. Può darsi che l’ipotesi non sia confermata. La terapia riparativa intende semplicemente esplorarla, su richiesta – lo ripeto ancora una volta – di queste persone che vivono una situazione d’incertezza.
Il presupposto del ragionamento della Atzori (più sottile di quello di alcuni terapeuti riparatori) è che l'OMS ha definito la salute (secondo [2]) come "uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non consiste soltanto nell'assenza di malattie ed infermità". Perciò è possibile, in teoria, sostenere che l'omosessualità non è una malattia, ma volerla al contempo rimuovere nella misura in cui interferisce con il proprio "completo benessere fisico, mentale e sociale". 

Però, la stessa OMS è di diversa opinione: anziché considerare l'"orientamento sessuale egodistonico" una condizione di minor benessere, l'ha inserito tra i disturbi veri e propri catalogati nell'ICD-10. Ed i terapeuti riparatori che conosco si appigliano a questo, rifiutando l'assist della Atzori.

Sull'identità sessuale come frutto di una scelta

[1] Comment: The gay community should stop attacking anyone who dares suggest sexuality is a choice

Vi traduco [1], un interessante articolo sull'argomento se l'orientamento sessuale è una scelta od è innato. La mia opinione, più volte ribadita, è che occorre distinguere tra l'"attrazione" e l'"identità".

Secondo me, non possiamo scegliere le persone da cui siamo attratti; che cosa causi l'essere attratti da alcune persone e non da altre non lo sappiamo ancora, anche se le ricerche continuano (la "fluidità" si può considerare una forma di "bisessualità", e le persone "bisessuali" hanno semplicemente un paniere piuttosto ampio di persone che considerano attraenti); per quanto riguarda l'identità sessuale, essa è certo frutto di una scelta - non sempre libera, perché come tutte le scelte può essere condizionata dall'ignoranza o da vincoli e divieti, ma è comunque una scelta.

Traduco l'articolo - della Julie Bindel avevo già parlato qui.

Un eccellente parere del Procuratore Generale della Corte di Giustizia dell'Unione Europea

[1] European Court senior advisor: Everyone has the right to define their own sexuality during asylum claims

Traduco perché è fondamentale non solo per i migranti LGBTQAI, ma per tutte le minoranze sessuali in generale.

(inizio)

Consigliera anziana della Corte Europea: Ognuno ha il diritto di definire la propria sessualità nella richiesta di asilo



La Procuratora Generale Eleanor Sharpston

La Procuratora Generale della Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha emesso un'opinione su come le autorità competenti a concedere asilo devono trattare i casi in cui cercano di verificare l'orientamento sessuale di un richiedente asilo.

La Procuratora Generale Sharpston ha detto che le persone hanno il diritto di definire il loro proprio orientamento sessuale, e che le affermazioni dei richiedenti sulla loro propria sessualità devono formare l'inizio della valutazione della credibilità.

Ha proseguito dicendo che non si deve chiedere nulla a nessun richiedente che possa mettere a rischio la loro dignità umana od integrità personale.

In particolare, la Procuratora Generale afferma che l'uso di test medici per "valutare" l'orientamento sessuale di una persona costituisce una violazione dei diritti fondamentali di ogni richiedente asilo.

il silenzio degli oppressori





Un post in Gramscisessuale

[1] Gramsci ha anticipato le Sentinelle in Piedi

[1] è pertinente anche qui.

Raffaele Ladu
Dottore in Psicologia Generale e Sperimentale

Un vescovo di pessima qualità

[1] Fired Food Pantry Worker Files Lawsuit, Seeks Healing

[2] Food Pantry Worker Sues Catholic Bishop Who Fired Her For Being Gay

[3] Long considered KC’s racial dividing line, Troost Avenue is diversifying

[4] Lesbian Fired by Catholic Food Pantry Files Suit

[5] Kansas City Bishop Convicted of Shielding Pedophile Priest

[1] e [2] dicono che la Diocesi cattolica di Kansas City, Missouri (suffraganea dell'Arcidiocesi di Saint Louis, Missouri - non confondetela con l'Arcidiocesi di Kansas City, Kansas), torna agli onori delle cronache perché Colleen Simon, la direttrice della "food pantry" (il "banco alimentare") della chiesa cattolica di San Francesco Saverio, è stata licenziata dopo che il Kansas City Star ha rivelato in [3] che lei era la moglie della pastora Donna Simon, che officia nella chiesa luterana di San Marco - Speranza e Pace, nella medesima via (ma a più di tre kilometri di distanza, secondo Google Maps).

In teoria, questo genere di discriminazioni sarebbe lecito, anche in Italia; ma Colleen Simon ha fatto causa alla diocesi sostenendo che lei aveva sempre detto che era lesbica e che si era sposata (nello Iowa) l'anno prima che sostenesse i colloqui per l'assunzione - e la diocesi aveva sempre ribattuto che non era un problema.

Per lei ed i suoi avvocati questo significa che la diocesi sta compiendo un raggiro, ed il licenziamento è pretestuoso; considerato che lei ha dovuto combattere il cancro (è in remissione da tre anni), e che si trova con un sacco di spese sanitarie che non potrebbe pagare senza un lavoro ed un'assicurazione sanitaria, la causa per lei è questione di vita o di morte.

Obama firma il decreto presidenziale che protegge i lavoratori LGBT degli appaltatori per il governo federale

[1] Obama grants workplace protections to LGBT workers of federal contractors

Barack Obama ha firmato stamattina alle 10.00 ora di Washington, DC (16.00 ora italiana) un decreto presidenziale che vieta alle imprese che lavorano per il governo federale USA di discriminare per orientamento sessuale od identità di genere.

L'obbiettivo più ambizioso era quello di varare una legge che proibisse queste discriminazioni in tutto il mondo del lavoro (chiamata ENDA - Employment Non-Discrimination Act), ma il Senato controllato dai Repubblicani lo ha sempre impedito; questo decreto presidenziale invece Obama poteva firmarlo da solo, e lo ha fatto.

Il decreto riguarda 24 mila aziende americane, che occupano il 20% della forza lavoro degli USA; tra esse c'è la famosa Exxon-Mobil, la più grande delle compagnie petrolifere del mondo (e d'Italia - da noi è presente con il marchio Esso), che, dopo essersi meritata una fama di grande omofobia, dovrà scendere a più miti consigli se vuol continuare a vendere petrolio, gas naturale e derivati allo Zio Sam.

Dopo il caso Hobby Lobby ci si è chiesti se ci sarebbero state eccezioni per i gruppi religiosi (non sono molti, né molto numerosi, ma fanno un buon lavoro, per esempio nel campo degli aiuti umanitari o della riabilitazione degli ex-detenuti), ed il decreto di Obama consente di discriminare sulla base dell'identità religiosa, ma non sulla base dell'orientamento sessuale o dell'identità di genere.

Per cui, un'associazione cattolica che lavori per il governo federale USA può rifiutarsi di assumere o può licenziare chi non è cattolico, ma non può rifiutarsi di assumere né licenziare una persona perché lesbica, gay, bi, trans.

Un discreto compromesso.

Raffaele Ladu
Dottore in Psicologia Generale e Sperimentale


Sulla National Health Interview Survey del 2013


Un’indagine sanitaria dà al governo [americano] i primi dati su larga scala sulla popolazione gay e bisessuale

Di Sandhya Somashekhar, 15 Luglio 2014

Meno del 3% della popolazione USA si identifica come gay, lesbica o bisessuale, hanno riferito i Centers for Disease Control and Prevention nella prima indagine governativa a larga scala che misura l’orientamento sessuale degli americani.

La National Health Interview Survey = Indagine Nazionale sulla Salute, che è il principale mezzo del governo [americano] per valutare ogni anno la salute ed i comportamenti degli americani, ha trovato che l’1,6% degli adulti si autoidentifica come gay o lesbiche, e lo 0,7% si considera bisessuale.

La stragrande maggioranza degli adulti, il 96,6% si autoetichettava come etero nell’indagine del 2013. Un ulteriore 1,1% ha rifiutato di rispondere, ha risposto “non so” oppure ha detto che era “qualcos’altro”.

Michael Glatze

[1] Gay actor Zachary Quinto joins new ‘ex-gay’ activist biopic

[2] How a 'gay rights' leader became straight

[3] My Ex-Gay Friend

[4] Michael Glatze

Oggi ho letto in [1] che Gus Van Sant, il produttore del famoso film Milk, sta per produrre un film su Michael Glatze, un famoso attivista gay americano che nel 2007 ha lasciato il movimento, ha scritto l'articolo [2] ed è diventato un pastore fondamentalista, e tanto omofobo che la NARTH di Joseph Nicolosi ha dovuto togliere dal proprio sito un'intervista di Glazer a Nicolosi, in quanto non era semplicemente eteronormativa, ma francamente omofoba - e Nicolosi non vuole essere confuso con gli omofobi che compiono violenze contro le persone omosessuali.

Nel 2011 Benoit Denizet-Lewis (di cui ho tradotto qui un articolo sulla bisessualità) ha intervistato Michael Glatze; loro due avevano lavorato insieme per le riviste gay XY ed YAG (fondate proprio da Glatze), e questo spiega anche il tono cameratesco, da vecchi compagni d'armi che si rivedono molti anni dopo una cruenta battaglia, dell'intervista.

Non altrettanto si può dire di [4]: Truth Wins Out = La verità trionfa è un sito utile nello smontare le panzane delle terapie riparative, ma nel caso di Michael Glatze gli ha mancato mostruosamente di rispetto: quando lui ha sposato una donna il 26 Ottobre 2013, gli ha dedicato un articolo semplicemente infamante, che farebbe passare a chiunque la voglia di impegnarsi per i diritti LGBTQAI.

Dalle poche cose che ho visto, Michael Glatze non sostiene di aver cambiato le persone da cui si sente attratto: dice che ha imparato a sopprimere l'attrazione che prova per i maschietti, usando tecniche di meditazione.

Questo non smentisce il mio assunto secondo cui non si possono cambiare le persone da cui ci si sente attratti; se ha sposato una donna, ed il matrimonio ha un minimo di solidità, deve provare dell'attrazione per sua moglie - il che fa pensare che egli fosse in realtà bisessuale; quella che è cambiata non è l'attrazione sessuale, ma l'identità sessuale - non si identifica più come gay, ma come etero.

Non c'è bisogno di una terapia specifica per questo (Michael Glatze dice di non averne mai ricevute): Ernest Renan (1823-1892), vissuto molto prima di Teresa De Lauretis e Judith Butler, avvertiva nella sua conferenza del 1882 "Che cos'è una nazione?" che
L'esistenza di una nazione è (mi si perdoni la metafora) un plebiscito di tutti i giorni, come l'esistenza dell'individuo è una affermazione perpetua di vita. Oh! Lo so, ciò è meno metafisico del diritto divino, meno brutale del preteso diritto pubblico. [p. 20]
Non solo:
L’oblìo, e dirò persino l’errore storico, costituiscono un fattore essenziale nella creazione di una nazione, ed è per questo motivo che il progresso degli studi storici rappresenta spesso un pericolo per le nazionalità. La ricerca storica, infatti, riporta alla luce i fatti di violenza che hanno accompagnato l’origine di tutte le formazioni politiche, anche di quelle le cui conseguenze sono state benefiche (...). [p. 7]
Questo paragrafo anticipa di 108 anni  le considerazioni di Judith Butler sulla "melanconia del genere", e spiega perché mai le teorie queer spaventano tanto.

Quello che Renan dice dell'identità nazionale vale per tutte le identità sociali - compresa quella sessuale e di genere. Non per niente Renan metteva in guardia non solo contro i tentativi di rinvenire l'anima di una nazione in quella che è palesemente una costruzione sociale come la lingua, ma anche contro i tentativi di rinvenirla nelle caratteristiche somatiche delle persone - quell'insieme di cose che lui chiamava "razza", un concetto che lui aveva esaltato da giovane, ma di cui in quel momento denunciava facilmente le aporie.

Distinguere il "genere" dal "sesso", e rifiutare di classificare le persone in base ad uno dei due oggi ha lo stesso valore che aveva nel 19° Secolo distinguere la "lingua" dalla "razza", e contestare il valore identitario di entrambe.

Quando Michael Glatze dice che non esiste un'identità omosessuale, e che tutti noi siamo eterosessuali, lui implicitamente afferma che l'eterosessualità è un oggetto fisico (in quanto caratteristica insopprimibile dell'essere umano), e l'omosessualità e la bisessualità (la aggiungo perché lui se ne è dimenticato) sono oggetti sociali - ovvero, secondo lui, pure fantasie.

In realtà, tutte le identità sessuali devono avere il medesimo status ontologico, in quanto sono nate contrapponendosi le une alle altre: prima è nata la parola omosessualità (Kertbeny, 1869), poi eterosessualità e bisessualità (Kraft-Ebbing, 1886) per contrapposizione. Di Glatze si dice che si era letto tutti i libri dei teorici queer, ma non è capace di fare questo elementare ragionamento.

Renan gli avrebbe spiegato che tutti gli orientamenti sessuali sono costruzioni sociali né più né meno delle nazioni. Può essere difficile entrare in una nazione già costituita, non ci vuol niente per lasciarla.

Idem per chi vuole smettere un'identità sessuale come un vestito che non gli va più bene - gli consiglio però di non sostituirla con una che non si adatta al paniere di persone da cui si sente attratto, perché questo gli creerebbe perenni conflitti interni, ovvero una persistente infelicità.

Benoit Denizet-Lewis, in [3] ha intervistato anche l'ex-fidanzato di Michael Glatze, Ben, e questi dice che Glatze gli era sempre sembrato più un teorico dell'omosessualità, affascinato dalle teorie queer, che un omosessuale pratico.

Se Glatze aveva davvero una  limitata attrazione omosessuale (dice che l'ha soppressa con relativa facilità), questo può spiegare l'alienazione che lui sentiva e che ha espresso in [2] in toni molto feroci, dicendo che il comportamento omosessuale [homosexuality in inglese è un falso amico: può voler dire sia "orientamento omosessuale" che "comportamento omosessuale"] gli impediva di trovare la verità su se stesso.

Glatze dice di essere diventato omosessuale perché si sentiva debole come maschio; non conosco di persona individui che abbiano abbracciato un'identità omosessuale per questo - tutti gli omosessuali che conosco (e sono tanti!) sono invece persone non meno virili degli etero che conosco, e se uno pensa a persone come Tim Cook, il CEO della Apple, gay dichiarato, si rende conto che questa è una bella sciocchezza.

Inoltre, non è che questo tipo di inadeguatezza nel recitare il proprio ruolo di genere, se c'è davvero, guarisca facilmente. Mi piacerebbe sapere se i terapeuti riparatori possono mostrare altri segni e sintomi di questa "guarigione" oltre alla cessazione del comportamento omosessuale.

Tra parentesi, normalmente si ritiene psicologicamente più solida una persona che evita di attaccare il prossimo senza motivo e che argomenta in modo pacato, di una che sbraita come pare abbia fatto Glatze in passato, dopo aver cambiato identità sessuale. Forse la relazione tra forza di carattere ed identità sessuale non è così lineare come lui afferma.

Il sospetto di fronte ad affermazioni come questa è che ci troviamo di fronte a questo sillogismo:
  • Il vero maschio [o meglio, il maschio adeguato al ruolo] resiste alle tentazioni
  • I rapporti omosessuali sono una tentazione
  • Il vero maschio non ha rapporti omosessuali
Per converso, chi ha rapporti omosessuali non è un vero maschio. Ma se noi troviamo un "vero maschio che ha rapporti omosessuali", uno solo (per esempio, il citato Tim Cook), confutiamo il sillogismo (visto che non mi chiamo Oscar Wilde, direi che la seconda premessa è quella falsa).

E se cerchiamo di salvarlo rifiutandoci appunto di considerare un "vero maschio" chi ha rapporti omosessuali, cadiamo nel sofisma chiamato "nessun vero scozzese", varietà piuttosto comune della "petizione di principio": si mette nella premessa proprio ciò che si vuole dimostrare.

Dire che un uomo abbraccia un'identità omosessuale perché si sente inadeguato al ruolo è un modo di mascherare questa petizione di principio. Tutte le terapie riparative che si basano su di essa sono fallaci, e dimostrano al massimo il proverbio americano: "Lo stolto ed i suoi soldi si separano in fretta".

Antonio Gramsci sconsigliava di confutare cose così minuscole - paragonava chi ci provava ad uno che ha bisogno di appoggiarsi ad una citazione anche solo per affermare che 2 + 2 = 4. Ma non è colpa nostra se vengono gabellate per verità scientifiche affermazioni indegne di chi ha la licenza elementare.

E non credo che siano stati i problemi familiari a fare di Glatze un gay - è facile colpevolizzare i genitori per quello che in noi non ci piace, ma spesso (ed in questo caso) cosa è successo davvero non lo sappiamo. Ne sanno qualcosa le madri dei pazienti schizofrenici ed autistici, a lungo colpevolizzate per le malattie dei figli, e solo ora riabilitate con gli studi sulla neurologia e la genetica di queste condizioni.

Tra le persone che nel New Jersey hanno fatto causa contro Jonah, organizzazione ebraica che forniva terapie riparative, ci sono stati dei genitori che hanno accusato Jonah di aver seminato zizzania tra loro ed i figli, in quanto hanno dato ai genitori la colpa dell'omosessualità dei figli, ed incoraggiato i secondi ad esprimere rabbia contro i primi picchiando i ritratti delle loro madri.

Gli omofobi dichiarano di voler difendere la famiglia "tradizionale", ma mostrano di ignorare che il mestiere dei genitori è difficile anche quando non si cospira a loro danno attribuendo loro colpe che non hanno.

Mi spiace che ora Michael Glatze ritenga che l'omosessualità sia un errore (lo dice qui), ed abbia attaccato Barack Obama per motivi razziali (uno dei casi in cui ha "sbraitato"), ma lo sbaglio più grosso lo fa chi lo ha riempito qui di sberleffi quando si è sposato e pronostica (per cominciare!) che la moglie di un ex-gay diventerà presto un'ex-moglie.

Mia moglie ed io abbiamo ricevuto questo genere di auguri per il nostro matrimonio, e la sfortuna l'hanno portata a chi ce li ha fatti, non a noi :-) Anche se noi ritenessimo Glatze ancora omosessuale (non lo crediamo: lui non cerca più relazioni intime con uomini), il suo matrimonio con Rebekah (auguri!) sarebbe un "matrimonio ad orientamento sessuale misto", un matrimonio difficile, non impossibile da far funzionare.

Pronosticare il divorzio è prematuro (quante volte io e mia moglie avremmo dovuto lasciarci per dare soddisfazione ai cretini?); farlo sperando che la profezia si autoavveri è un torto che non si merita nessuno e che squalifica chi lo infligge. Il meno che gli si può rispondere è che chi fa queste cose si è già rassegnato a non sposarsi mai, e per questo non ha bisogno di dare il buon esempio, perché del cattivo esempio non pagherà mai il prezzo.

Quando il film verrà distribuito nelle sale, andremo a vederlo. Non è detto che ci piacerà (anche se il produttore Gus Van Sant e l'attore protagonista James Franco sono una garanzia), ma sicuramente impareremo qualcosa.

Raffaele Ladu
Dottore in Psicologia Generale e Sperimentale

Famiglie Arcobaleno e terapie riparative

[1] http://www.famigliearcobaleno.org/Comunicati.asp?id=126

[2] http://lieviti.files.wordpress.com/2013/11/info-lieviti-ultima-versione.pdf

[3a] http://biqueer.blogspot.it/2013/08/omonormativita.html

[3b] http://biqueer.blogspot.it/2013/08/ancora-su-bi-e-lesbiche.html

Abbiamo letto con piacere il comunicato di Famiglie Arcobaleno pubblicato in [1]; ci sentiamo però in dovere, come associazione di persone bisessuali, di precisare alcune cose che all’autore della testimonianza, Luca, sono sfuggite.

Tutte le terapie riparative, ce ne siamo resi conto, si basano sul fenomeno noto come “cancellazione bisessuale”, ovvero si ritiene che la bisessualità o non esista, o sia patologica, o politicamente sbagliata.

Poiché una persona, secondo il loro modo di vedere, deve scegliere tra omosessualità ed eterosessualità, i terapeuti riparatori si propongono come coloro che aiutano chi ha un minimo di attrazione per le persone dell’altro sesso o di genere dissimile ad approdare all’eterosessualità; è una cosa impossibile (in New Jersey è partita una causa contro un’organizzazione che proponeva terapie riparative, con l’infamante accusa di frode in commercio), ma non è questo il punto.

Contraccettivi ed abortivi

Genitorialità, orientamento sessuale ed identità di genere sono indipendenti - ci sono persone omosessuali e trans che desiderano diventare genitori, ed auguriamo loro ogni successo; il problema opposto - come avere rapporti  sessuali ma non figli - riguarda soprattutto le persone eterosessuali e bisessuali.

Esse, ed in special modo le donne, sono spesso disinformate. Non pretendo di sostituirmi ad un medico, ma penso di poter attirare l'attenzione su alcune informazioni importanti che si trovano nella letteratura medica, nonché teologica cattolica.

La prima cosa da sapere è che, come si premura di informare Wikipedia, per l'Organizzazione Mondiale della Sanità la gravidanza inizia al momento dell'impianto dell'embrione nell'utero, non al momento del concepimento, come invece per gli studiosi più legati al cattolicesimo.

Questo significa che per un medico legato alla definizione OMS di gravidanza, un farmaco che impedisca l'annidamento di un embrione fecondato è un "contraccettivo", in quanto la gravidanza per lui non è ancora iniziata; per un medico legato alla definizione cattolica, è invece un "abortivo".

Questo spiega alcune contraddizioni che si possono trovare nella letteratura medica, ed alcune considerazioni che fa Jamie Manson in un articolo che fra poco vi traduco.

La distinzione tra "contraccettivi" ed "abortivi" è diventata importante il 30 Giugno 2014, quando la Corte Suprema USA, nel caso Hobby Lobby (ne ho già parlato qui) ha consentito all'omonima azienda di non pagare 4 metodi contraccettivi sui 20 previsti dalla riforma sanitaria di Obama (detta comunemente "Obamacare"), in quanto li considerava abortivi.

Vorrei a questo punto lasciare la parola alla teologa cattolica Jamie Manson, che ha pubblicato il suo articolo sul National Catholic Reporter, una rivista cattolica indipendente con redazione a Kansas City, Missouri.

Matrimoni ad orientamento sessuale misto

È noto che il nostro matrimonio è "ad orientamento sessuale misto": mia moglie è bisessuale, io sono etero (per essere precisi, sono un Kinsey 1), e sono abbonato a diverse mailing-lists americane per coniugi nella nostra situazione.

Va detto che non è una situazione facile, anche perché non sempre si contrae questo matrimonio in piena consapevolezza: spesso (ed è la situazione più difficile) uno dei due era un omosessuale o bisessuale che si è procurato una copertura raggirando l'altro - e magari è stato sgamato dopo anni che conduceva una doppia vita, e dopo che sono comunque nati dei figli.

La nostra non è una situazione così triste, perché eravamo "dichiarati" e consapevoli, e la decisione di sposarci ha coinciso con quella di continuare il nostro impegno nel movimento LGBTQAI e bisessuale. Speriamo di rientrare nel 17% di coppie ad orientamento sessuale misto che dura tre anni o più dopo la "scoperta" (siamo già al secondo).

La cifra dovrebbe dissuadere dal contrarre un matrimonio simile con leggerezza, ma non far disperare dal riuscire a tenere insieme tal matrimonio - se ne vale la pena.

Contraccezione e repressione sessuale

[1] New Study Helps Explain Why Hobby Lobby Supporters Are So Fiercely Opposed To Birth Control

Hobby Lobby è una catena americana di ferramenta che a fine giugno è riuscita ad ottenere dalla Corte Suprema USA la possibilità di non pagare alle sue dipendenti il ricorso a metodi contraccettivi che i suoi proprietari considerano "abortivi" (vedi anche qui per saperne di più sulla sentenza), e quindi contrari alla propria visione del mondo (per sapere se veramente quei metodi sono "abortivi" anziché contraccettivi, leggete qua).

La sentenza è criticabile da vari aspetti, ma [1] illumina un aspetto interessante di chi la sostiene, e per questo lo traduco. Mi perdonerete se non riporto nella traduzione tutti i link dell'originale.

Eteropatriarcato senza vergogna

[1] Violenza, grave che la Regione Veneto dimezzi i fondi

[2] No patrocinio Regione per il Gay Pride, il commento di Coppola, Donazzan e Giorgetti

Leggendo ambo gli articoli potete rendervi conto che il sistema di valori che la Regione Veneto sostiene è l'eteropatriarcato: l'unica persona che vale è il maschio etero cis, meglio ancora se di "razza Piave".

Gli altri sono sacrificabili con i più vari pretesti.

Raffaele Ladu
Dottore in Psicologia Generale e Sperimentale

La tremenda situazione iraniana

[1] Iranian Lesbian and Transgender Network

[2] Lambda Istanbul (il sito web in turco)

[3] Lambda Istanbul (la presentazione in inglese nel sito dell'ILGA)

[4] Pathologizing Identities, Paralyzing Bodies

[5] Stop Reparative Therapies & Mandatory Sex Reassignment Surgeries

[6] Report of the Special Rapporteur on torture and other cruel, inhuman or degrading treatment or punishment, Juan E. Méndez

Il 26 Giugno 2014 il gruppo iraniano [1] ha tenuto una conferenza ad Istanbul, nel quadro del Pride locale e con l'aiuto di Lambda Istanbul [2, 3] nel quale ha presentato la tremenda situazione iraniana, e soprattutto due documenti in lingua inglese [4, 5].

La cosa più orribile è il ricorso alla pena capitale; secondo [5], il codice penale distingue tra "livat = sodomia" [il termine, di origine araba, viene da Lot, il nipote di Abramo sfuggito per miracolo alla distruzione di Sodoma, secondo Genesi 19], "tafkhiz = l'uomo che pone i propri genitali tra le cosce di un altro", "mosaheqeh = la donna che sfrega i propri genitali su quelli di un'altra donna", ed altri atti omosessuali.

Nel caso della "livat", il partner passivo è invariabilmente condannato a morte; l'attivo è condannato a morte se sposato con una donna che gliela può dare ogni volta che vuole, a cento frustate altrimenti.

"Tafkhiz" e "mosaheqeh" vengono puniti con cento frustate le prime tre volte - la quarta volta c'è la pena capitale; gli altri atti omosessuali (come baci e carezze intime) sono puniti con un numero di frustate da 31 a 74.

I'm sorry

[1] PHOTOS: Christians Say 'Sorry' at Chicago Pride

[2] Join the I’m Sorry Campaign

[3] Love Is An Orientation - Exploring the active engagement of bridging opposing worldviews

[4] The Reformation Project

L'articolo [1], apparso nella gloriosa rivista LGBT americana The Advocate, riferisce che dal 2010 in alcuni Pride appaiono anche dei cristiani con dei grandi cartelli "I'm Sorry = Mi dispiace", che chiedono scusa per il trattamento canino che molte chiese cristiane hanno riservato e riservano tuttora alle persone LGBT.

L'iniziativa è nata a Chicago, ma si è espansa ad altre città, come Los Angeles, Atlanta, e pure Sydney.

[2] è il sito ufficiale della campagna; l'iniziatore, Andrew Marin, gestisce anche il sito [3], il cui titolo inglese significa "L'amore è un orientamento - esplorare l'impegno attivo di gettare un ponte tra due visioni del mondo contrapposte", ed il sito [4] "Il Progetto Riforma", che intende promuovere un approccio "basato sulla Bibbia, centrato sul Vangelo" all'inclusione LGBT, ed ha per questo organizzato un seminario a Washington, DC, che si terrà in novembre.

In Italia ci sono per questo Agape e la Facoltà Teologica Valdese.

Raffaele Ladu
Dottore in Psicologia Generale e Sperimentale

Ho l'amico gay

[1] Average Brit is Friends With Eight Gay People

[2] Homophobia still rife in UK, survey claims

L'articolo [1] dice che, secondo un sondaggio, l'inglese medio conosce 5,5 amici gay e 3,1 amiche lesbiche (i bisessuali sono stati anche questa volta cancellati, accidenti!). Ovviamente, le persone LGBT hanno un numero di amici e conoscenti non-etero o non-cis decisamente maggiore.

Con buona pace di Harvey Milk z. l., che ritenne indispensabile il coming-out di massa per sconfiggere gli stereotipi omo/bi/transfobici, questo non significa che il Regno Unito sia un'isola felice per le persone non-etero e non-cis - come mostra [2], che riferisce di un'inchiesta del 2013, secondo cui ci sono ancora molte discriminazioni in un paese che pure ha il matrimonio egualitario.

Se la statistica vale anche per l'Italia, all'eteronormativo (per non dire omofobo) che si difende dicendo: "Ma io ho tanti amici gay!" si può rispondere: "Tutti hanno tanti amici gay - ma non tutti hanno i tuoi pregiudizi".

Raffaele Ladu
Dottore in Psicologia Generale e Sperimentale

Risposta ad un cattolico gay

Caro amico,

Cerco di rispondere, cominciando dalla tua osservazione sul fatto che per generare una nuova vita ci vogliono un uomo ed una donna.

È vero, ma non mi pare un motivo per negare alle coppie omosessuali il riconoscimento giuridico.

Innanzitutto, essere omosessuali non vuol dire non voler diventare genitori. Molte donne lesbiche si sono sposate con uomini proprio perché questo era il modo più semplice per diventare madri.

Non c’è il pericolo che, se le persone omosessuali aumentano di numero (attualmente si stima che non oltre il 4% dei maschi ed il 2% delle femmine sia esclusivamente omosessuale – vedi qui) la natalità crolli.

Personalmente, preferisco che un omosessuale (maschio o femmina) che vuol diventare genitore sposi un altro omosessuale ed abbia il figlio od i figli desiderati con la riproduzione assistita o con l’adozione, piuttosto che sposi una persona dell’altro sesso per appagare il suo desiderio di genitorialità, e la lasci alla prima occasione perché non gli/le serve più.

Il divorzio è sempre una dura prova per i figli (anche se spesso l’alternativa è molto peggiore), ed è meglio evitare di sposarsi “a termine” o, peggio ancora, “per copertura”.

Esiste uno studio americano longitudinale sulle famiglie lesbogenitoriali che hanno avuto il figlio con la riproduzione assistita (The US National Longitudinal Lesbian Family Study) che mostra che i figli se la stanno cavando bene, anche perché non hanno subito il trauma del divorzio.

Ed infatti il cardinale Lajolo che citi  qui non si mette a contestare la qualità dell’allevamento e dell’educazione dei figli che possono fornire le coppie omogenitoriali: dice che Dio ha fatto l’uomo per la donna e viceversa.

Una risposta a Julie Bindel

[1] Julie Bindel: You can choose to be gay – I chose to live my life as a lesbian

[2] Is sexual orientation a choice?

Julie Bindel è una femminista inglese che, nell'intervista [2] (citata in [1]) con cui presenta il proprio libro "Straight Expectations. What Does It Mean to Be Gay Today? = Attese Etero. Che significa essere gay oggi?" ha detto che si può scegliere di essere gay (tanto è vero che lei ha scelto di essere lesbica), anche se la scelta non è così semplice come scegliere una marca di detersivo.

Ed ha aggiunto che molte donne condividono la sua esperienza, e sono convinte che, se non ci fosse l'eterosessualità obbligatoria, tutte le donne prenderebbero coscienza di questo e potrebbero diventar lesbiche.

Per quanto riguarda il dibattito sulle origini dell'omosessualità, lei esclude che sia neurologicamente determinata, perché lei sostiene che il substrato neurale lo avrebbero altrimenti già trovato. L'intervistatore ribatte che le ricerche sul cancro sono condotte con ben maggiore abbondanza di mezzi, ma molte cose le dobbiamo ancora scoprire.

Pinknews.co.uk riferisce alcune sue prese di posizione che non apprezzo, ed io la ignorerei, se non mi sentissi obbligato a precisare alcune cose che dice.

Chi legge questo blog sa che sconsiglio di infilarsi nel ginepraio delle ipotesi sull'eziologia degli orientamenti sessuali, perché quello che conta non è sapere che origine hanno e sono mutevoli, ma se sono sani e leciti.

L'omosessualità e la bisessualità non indicano alcun difetto nella persona, e non c'è motivo di proibire alcun comportamento che non faccia male a nessuno. Se siete curiosi di sapere perché al mondo ci sono eterosessuali, omosessuali, bisessuali, eccetera, è una curiosità lodevole, ma saperlo non cambia la vita di nessuno.

Studi longitudinali sulle famiglie arcobaleno

[1] The Australian Study of Child Health in Same-Sex Families

[2] The US National Longitudinal Lesbian Family Study

[3] Op-ed: I Did My Research, Now You Do Yours

Nella lunga guerra tra eteronormativi (per non dire omofobi) ed attivisti LGBTQAI un campo di battaglia importante è dato dall'idoneità delle famiglie arcobaleno ad educare i figli (gli eteronormativi meno stupidi evitano di attaccare direttamente le persone non eterosessuali, perché sanno che perderebbero).

Un proverbio inglese dice che la prova del budino è mangiarlo, e da molti anni vengono condotti studi longitudinali su queste famiglie, ovvero si studia come crescono i figli valutandoli periodicamente. Gli studi più importanti sono [1], condotto in Australia su 315 genitori, che allevano 500 figli, e [2], condotto negli USA, su 78 famiglie lesbogenitoriali (in origine erano 84) che hanno avuto i figli con la riproduzione assistita (figli che non hanno perciò dovuto affrontare la dura prova del divorzio).

Questi studi hanno il serio difetto di affidarsi ad un campionamento non probabilistico, difetto difficile da evitare quando si studiano minoranze stigmatizzate (immigrati clandestini, tossicodipendenti, lavoratori/trici del sesso, persone appunto LGBTQAI, ecc.) che non si lasciano censire in un elenco da cui estrarre a caso i nomi.

Occorrerebbe replicare gli studi usando l'RDS (Respondent-Driven Sampling), che consente di estrarre un campione significativo anche ricorrendo al passaparola (unico modo per contattare minoranze stigmatizzate), ed è stato perciò usato nel progetto Sialon II per valutare la prevalenza dell'HIV tra gli MSM (maschi che fanno sesso con altri maschi).

L'alternativa sarebbe fare quello che gli omo/bi/transfobi non vogliono: punire severamente gli atti di omofobia, bifobia, transfobia, ed introdurre il matrimonio egualitario, in modo che tutte le famiglie arcobaleno si registrino ufficialmente e senza timori, e ci pensi poi l'ISTAT a condurre le indagini con tutti i crismi :-) Gli omo/bi/transfobi non possono prima impedire le indagini serie e poi lamentarsi che non ci sono dati attendibili #:->

Interessante ipotesi sulla pedofilia



Lui scrive cose molto interessanti, ma non è sempre chiaro nell'esposizione, per cui ci vuole molta pazienza per capire quello che afferma in [1].

Lui parte in quell'articolo dalla domanda che si fanno molti: non è che io sono diventato gay perché sono stato vittima di abuso sessuale infantile?

Converti ribatte che nessuno chiede ad una donna etero se è diventata tale perché abusata da piccola, ma ammette che la domanda ha senso, e propone semmai di capovolgerla.

A dar retta a Freud (come fa Converti), la sessualità infantile si manifesta già all'età di tre anni (Melanie Klein anticipa di molto i tempi) con il Complesso di Edipo; e Converti dice:
Eppure la questione è chiara e gli stessi pedofili lo ammettono: i maschi, futuri gay, già effeminati o meno, ed i futuri transessuali, ancorché minori, sono evidenti ai loro occhi di predatori e sono considerati più interessanti di molte bambine, che spesso reagiscono con la paralisi isterica all’abuso, rendendosi pertanto “poco interessanti”.
Può sembrare strano che un pedofilo abbia un simile "occhio clinico", ma a me pare perfettamente verosimile: Henri Tajfel, nel suo libro Gruppi umani e categorie sociali, citava degli studi risalenti agli anni '40 da cui risultava che gli antisemiti erano molto più abili degli altri a riconoscere un ebreo in fotografia.

Buone notizie dall'OMS

[1] World Health Organization told to declassify sexual orientation as basis of mental disorders

[2] Groups Want Gay Diagnoses Out of ICD-11

[3] Proposed declassification of disease categories related to sexual orientation in the International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems (ICD- 11)

[4] LA DIFFERENZIAZIONE SESSUALE CEREBRALE / di Ruffini Chiara, Specialista in Psichiatria

[5] WPATH ICD-11 Consensus Meeting

[6] APA Proposes Deletion of Sexual Orientation Diagnoses in ICD-10

Abbiamo delle buone speranze che i terapeuti riparatori (dell'omosessualità) e cancellatori (della bisessualità) debbano dal 2017 in poi chiedere il pensionamento anticipato, perché l'OMS sembra intenzionata a togliere loro ogni copertura.

Vi traduco gli articoli [1] e [2], che ci danno tante speranze, e poi vi spiego altre utili cose; le citazioni dall'ICD-10 sono tratte dalla pagina 26 di [4].

Bisessuale deportato dal Regno Unito in Giamaica

[4] UK: Bisexual asylum seeker’s deportation flight to Jamaica cancelled

Ultima ora: Ad Orashia Edwards è andata bene: anche questa volta non lo hanno deportato!

Ora sta portando nuove prove in un tribunale di Londra, nella speranza che il suo caso sia risolto.

L'articolo che avevo scritto e segue si può quindi archiviare.

Ciao, RL

Il coming out giova agli affari



John Browne
[1] è un articolo (la CNN si premura di precisare che esprime solo le opinioni dell’autore) di John Browne, ex CEO [Amministratore Delegato] della BP, una delle più grandi compagnie petrolifere del mondo.

Entrato nella BP nel 1966, quando ancora studiava all’università, ne divenne il CEO nel 1995, e si dimise nel 2007, quando un giornale inglese, imbeccato dal suo ex, rivelò che egli era gay.

Egli fa parte della Royal Society, è presidente emerito della Royal Academy of Engineering, e presidente del comitato di gestione della Tate Gallery.

Sulla sua esperienza, e sulle lezioni da trarre, ha scritto il libro “The Glass Closet = L’armadio di cristallo” e creato il sito web [2].

L’articolo che traduco riassume quello che la sua storia ha da insegnarci. Prima però delle sue parole, attiro l’attenzione su quest’immagine – la didascalia inferiore spiega “Perché il coming out giova agli affari”:



I due grafici a sinistra indicano che succede di male ai dipendenti gay: 
  • il 26% dei dipendenti apertamente gay dice di sentirsi depresso;
  • il 41% dei dipendenti nascostamente gay dice di sentirsi depresso.
I due grafici a destra indicano che succede di buono ai dipendenti gay:
  • il 61% dei dipendenti apertamente gay è soddisfatto della sua progressione di carriera;
  • il 34%  dei dipendenti nascostamente gay è soddisfatto della sua progressione di carriera.
La didascalia in alto afferma che nel 2013 non c’era un solo CEO gay dichiarato nelle Fortune 500; devo precisare che Tim Cook, CEO della Apple Computer, azienda tra le prime 5 della classifica, è ora il primo e l’unico. Alla faccia degli omofobi che dicono, senza senso del ridicolo, che un maschio diventa gay perché non si sente all’altezza del suo ruolo virile!

Ora traduco. Le note tra parentesi quadre sono mie.

La bifobia mette gli uomini bisessuali a rischio di MTS

[1] STUDY: Biphobia Puts Bisexual Men at Risk for STIs

Vi traduco quest'utile articolo di The Advocate.

(inizio)

Bisessualità
STUDIO: La bifobia mette gli uomini bisessuali a rischio di MTS
Secondo un nuovo rapporto dei CDC, la bifobia impedisce agli uomini bisessuali di fare il test e di fare il coming out come bisessuali.
Di Eliel Cruz. 26 Giugno 2014 4:17 PM ET.

Un nuovo studio pubblicato domenica dai Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie rivela che gli uomini bisessuali esperiscono una maggior prevalenza di infezione da HIV degli uomini etero, e potrebbero essere a maggior rischio di altre infezioni sessualmente trasmesse degli etero e dei gay, in gran parte a causa della bifobia nella società.