[2] Una trappola mortale su tutta la terra
[3] DICHIARAZIONE SULLA LIBERTÀ RELIGIOSA DIGNITATIS HUMANAE
[4] In 30 countries, heads of state must belong to a certain religion
[5] Ontologia e genere
[6] La performatività del genere
[7] La performatività del genere spiegata ai mici
[8] Judith Butler e Martin Buber
[9] Rai. Radio 3. Uomini e Profeti. Andata in onda il 6 Ottobre 2013 (replicata il 20 Luglio 2014)
[10] The Noahide Laws
Mi piace confrontare gli orientamenti sessuali con le appartenenze religiose e, essendo io un liberale convinto, ritengo che il pluralismo degli orientamenti sessuali vada tutelato come il pluralismo religioso.
L'autore di [1] non la pensa così - riportiamo quello che dice:
IL LIBERALISMO RELIGIOSO – Pensieri di un secolo e mezzo fa intensamente reali e attuali.
“Il liberalimo religioso è la dottina secondo cui non c’é alcuna verità positiva nella religione ma un credo che vale quanto un altro, e questa è una convinzione che ogni giorno acquista più credito e forza. E’ contro qualunque riconoscimento di una religione come vera. Insegna che che tutte devono essere tollerate, perché per tutte si tratta di una questione di opinioni. La religione rivelata non è una verità, ma un sentimento e una preferenza personale; non un fatto oggettivo o mircoloso; ed è un diritto di ciascun individuo farle dire tutto ciò che più colpisce la sua fantasia. La devozione non si fonda necessariamente sulla fede. Si possono frequentare le Chiese protestanti e le Chiese cattoliche, sedere alla mensa di entrambe e non appartenere a nessuna. Si può fraternizzare e avere pensieri e sentimenti spirituali in comune, senza nemmeno porsi il poblema di una comune dottrina o sentirne l’esigenza. Poiché la religione è una caratteristica così personale e una proprietà così privata, si deve assolutamente ignorarlane i rapporti tra le persone. Se anche uno cambiasse religione ogni mattina, a te che cosa dovrebbe importare?” (John Henry Newman, 1879).
Il passo all’agnosticismo è vicino.
Leggendo questa citazione, uno si chiede: per Gilberto Gobbi, così deve essere l'atteggiamento della società (che dovrebbe ripudiare la sua laicità), oppure l'atteggiamento interiore del fedele?
Chi va a rintracciare l'origine della citazione, in [2] (il webmaster che l'ha copiata dice di averla tratta dall'Osservatore Romano del 6 Settembre 2010 - si vede che il suo messaggio è ritenuto tuttora attuale), si rende conto che per il cardinale Newman, beatificato da Benedetto 16° il 19 Settembre 2010, è proprio la società che deve essere così: il pluralismo religioso non è tollerabile, in quanto rende necessaria la separazione della chiesa dallo stato, e la laicizzazione (Newman parla di "scristianizzazione") di quest'ultimo per mantenere in funzione la società e le istituzioni - che altrimenti verrebbero paralizzate dai contrasti religiosi.
Questo anche se il passaggio dall'essere un parroco anglicano ad un prelato cattolico, proprio grazie alla libertà religiosa inglese (più limitata allora di oggi), a John Henry Newman non è costato quello che è costato a Tommaso Moro rifiutarsi di aderire alla chiesa anglicana e mantenersi fedele a quella di Roma.
Questo anche se il passaggio dall'essere un parroco anglicano ad un prelato cattolico, proprio grazie alla libertà religiosa inglese (più limitata allora di oggi), a John Henry Newman non è costato quello che è costato a Tommaso Moro rifiutarsi di aderire alla chiesa anglicana e mantenersi fedele a quella di Roma.
Se uno vuole la conferma che l'eteronormatività e la pretesa di riparare le persone omosessuali sono la conseguenza del rifiuto del pluralismo sociale, di cui primo e più preoccupante segno è il rifiuto del pluralismo religioso e della laicità dello stato, la trova qui.
Se uno osserva inoltre che un intellettuale organico alle Sentinelle in Piedi chiede la libertà di opinione per la propria chiesa, ma non il pluralismo religioso per tutti, si rende conto che le Sentinelle in Piedi vogliono solo conservare dei privilegi che hanno fatto il loro tempo - ma non mi accontento di questo.
Se uno osserva inoltre che un intellettuale organico alle Sentinelle in Piedi chiede la libertà di opinione per la propria chiesa, ma non il pluralismo religioso per tutti, si rende conto che le Sentinelle in Piedi vogliono solo conservare dei privilegi che hanno fatto il loro tempo - ma non mi accontento di questo.
Innanzitutto, per elementare onestà, riporto in [3] la dichiarazione conciliare "Dignitatis Humanae" sulla libertà religiosa; pur riaffermando che la religione cattolica è l'unica vera, riconosce ad ognuno il diritto a ricercare la verità liberamente, a praticare la religione in forma individuale ed associata, ed a non subìre discriminazioni per questo.
Il brano più interessante mi pare questo:
I. ASPETTI GENERALI DELLA LIBERTÀ RELIGIOSA
Oggetto e fondamento della libertà religiosa
2. Questo Concilio Vaticano dichiara che la persona umana ha il diritto alla libertà religiosa. Il contenuto di una tale libertà è che gli esseri umani devono essere immuni dalla coercizione da parte dei singoli individui, di gruppi sociali e di qualsivoglia potere umano, così che in materia religiosa nessuno sia forzato ad agire contro la sua coscienza né sia impedito, entro debiti limiti, di agire in conformità ad essa: privatamente o pubblicamente, in forma individuale o associata. Inoltre dichiara che il diritto alla libertà religiosa si fonda realmente sulla stessa dignità della persona umana quale l'hanno fatta conoscere la parola di Dio rivelata e la stessa ragione (2). Questo diritto della persona umana alla libertà religiosa deve essere riconosciuto e sancito come diritto civile nell'ordinamento giuridico della società.
A motivo della loro dignità, tutti gli esseri umani, in quanto sono persone, dotate cioè di ragione e di libera volontà e perciò investiti di personale responsabilità, sono dalla loro stessa natura e per obbligo morale tenuti a cercare la verità, in primo luogo quella concernente la religione. E sono pure tenuti ad aderire alla verità una volta conosciuta e ad ordinare tutta la loro vita secondo le sue esigenze. Ad un tale obbligo, però, gli esseri umani non sono in grado di soddisfare, in modo rispondente alla loro natura, se non godono della libertà psicologica e nello stesso tempo dell'immunità dalla coercizione esterna. Il diritto alla libertà religiosa non si fonda quindi su una disposizione soggettiva della persona, ma sulla sua stessa natura. Per cui il diritto ad una tale immunità perdura anche in coloro che non soddisfano l'obbligo di cercare la verità e di aderire ad essa, e il suo esercizio, qualora sia rispettato l'ordine pubblico informato a giustizia, non può essere impedito.
Il pensiero del cardinale Newman può essere considerato conforme alla dottrina cattolica solo se precisato e limitato da questa dichiarazione conciliare. E non è una precisazione superflua: in [4] si spiega come nel 15% dei paesi del mondo il capo dello stato debba professare una particolare religione per ricoprire la carica, e dubito molto che la chiesa cattolica ne sia contenta - probabilmente nemmeno nel caso libanese, la cui costituzione prescrive che il presidente della repubblica sia cristiano maronita (e quindi fedele alla chiesa di Roma), il primo ministro mussulmano sunnita, il presidente del parlamento mussulmano sciita (ed i deputati distribuiti proporzionalmente tra i gruppi religiosi).
Però vorrei aggiungere un'altra cosa: davvero tutte le religioni hanno la pretesa cattolica di essere oggettivamente vere e vincolanti per tutti gli uomini? In [5] argomento che non è così.
Il midrash: "Se voi siete miei testimoni, sarò il vostro Dio - se voi non siete miei testimoni, per così dire, non sarò il vostro YHWH", sempre commentato in [5], fa di Dio un oggetto sociale, dello stesso status ontologico della fede che si ha in lui.
Riassumendo per chi non ha il tempo di leggere fino in fondo [5]: il più noto dei concetti espressi da Judith Butler è la "performatività del genere" (vedi [6], [7], [8]), ovvero il genere esiste nella misura in cui noi ci comportiamo come se esistesse. Il midrash citato dice una cosa molto simile di Dio: non importa sapere se esiste, importa che gli ebrei si comportino come se esistesse - e per saperne di più dovete proprio leggervi [5].
Judith Butler ha molti nemici nel mondo ebraico per le sue posizioni sullo Stato d'Israele, ma quello che dice sul genere fa parte della filosofia ebraica e deriva da quello che la religione ebraica dice di Dio.
Riassumendo per chi non ha il tempo di leggere fino in fondo [5]: il più noto dei concetti espressi da Judith Butler è la "performatività del genere" (vedi [6], [7], [8]), ovvero il genere esiste nella misura in cui noi ci comportiamo come se esistesse. Il midrash citato dice una cosa molto simile di Dio: non importa sapere se esiste, importa che gli ebrei si comportino come se esistesse - e per saperne di più dovete proprio leggervi [5].
Judith Butler ha molti nemici nel mondo ebraico per le sue posizioni sullo Stato d'Israele, ma quello che dice sul genere fa parte della filosofia ebraica e deriva da quello che la religione ebraica dice di Dio.
Un famoso filosofo ebreo francese, Marc-Alain Ouaknin, ha proclamato in [9] che lui è un rabbino ateo: lui crede nell'autorità della Torah, che si condensa nel comandamento di trattar bene lo straniero perché gli ebrei furono stranieri in Egitto, ma non crede nell'esistenza di Dio. Se lui è un rabbino ortodosso, vuol dire che, sia per chi l'ha ordinato, che per i suoi fedeli (le comunità ebraiche scelgono direttamente i loro rabbini - non vengono loro imposti da un'autorità superiore), va benissimo così.
Va aggiunto che gli ebrei non praticano il proselitismo: per loro non è necessario che tutte le persone siano ebree, bensì che tutte pratichino la giustizia - come ricordava Ouaknin, il più importante dei Sette Precetti di Noè (elencati in [10]) è proprio il fondare un'ordinamento giuridico.
Va inoltre precisato che, sebbene molti ebrei (non è la mia opinione) ritengano codesti precetti la versione ebraica del "diritto naturale", l'opinione per cui si debba trasformarli in legge civile per imporne il rispetto con la forza è rimasta minoritaria. Pochi ebrei si sognerebbero di promulgare una legge civile contro la sodomia solo perché uno dei precetti di Noè vieta le trasgressioni sessuali - gli altri lo riterrebbero assolutamente inopportuno.
Va inoltre precisato che, sebbene molti ebrei (non è la mia opinione) ritengano codesti precetti la versione ebraica del "diritto naturale", l'opinione per cui si debba trasformarli in legge civile per imporne il rispetto con la forza è rimasta minoritaria. Pochi ebrei si sognerebbero di promulgare una legge civile contro la sodomia solo perché uno dei precetti di Noè vieta le trasgressioni sessuali - gli altri lo riterrebbero assolutamente inopportuno.
Come potete vedere, un'importante religione non pretende di avere una base obbiettiva chiamata "Dio", non pretende che tutti lo adorino nella forma da lei stessa prescritta, non pretende di limitare il comportamento altrui se non in quello che può nuocere al prossimo. Non si deve pensare che tutte le religioni siano come quella cattolica - sarebbe come pensare che l'unica religione vera è quella cattolica.
E non va dimenticato che la gran parte degli ebrei (tra cui i riformati, i ricostruzionisti, i conservatori, gli umanisti) si rifiuta di interpretare la Torah nel senso omofobico della chiesa cattolica (da cui dissentono oltretutto diverse chiese protestanti), tanto è vero che tutte le correnti elencate ordinano rabbini gay, rabbine lesbiche, rabbine e rabbini transgender, si guardano bene dal patologizzare la bisessualità, e celebrano matrimoni tra persone del medesimo sesso; non mancano inoltre rabbini ortodossi che propongono interpretazioni o soluzioni alternative.
È stata ripetuta in questo blog ed in un altro nostro blog la frase di David Ben-Gurion (1886-1973): "Chiunque sia abbastanza pazzo da dichiararsi ebreo è ebreo" (ed in Italia esiste Keshet = Arcobaleno, un'associazione ebraica che, come le sue consorelle laiche in tutto il mondo, fa propria questa definizione di ebraicità), perché anche per noi chiunque sia abbastanza pazzo da dichiararsi bisessuale è bisessuale; almeno una volta si è apprezzato ciò che lo storico del cristianesimo Ernest Renan (1823-1892) diceva delle nazioni (anche se molte altre sue idee sono assai discutibili) e lo si è applicato alle identità sessuali; ed infine abbiamo lodato quello che ha detto la Procuratora Generale Eleanor Sharpston sulle identità sessuali di chi chiede asilo: non esiste una base obbiettiva di codeste identità che possa essere accertata - per sapere se una persona appartiene ad una minoranza sessuale, glielo si può solo chiedere.
Siamo contro le identità fisse, e per il loro pluralismo. Lo stato non deve interferire con esse, e tutti devono rispettarle. Chi sminuisce l'identità religiosa o sessuale altrui non è solo (per cominciare) un maleducato, ma dimostra di non aver capito di che cosa è fatta un'identità.
Raffaele Ladu
Dottore in Psicologia Generale e Sperimentale