Studi longitudinali sulle famiglie arcobaleno

[1] The Australian Study of Child Health in Same-Sex Families

[2] The US National Longitudinal Lesbian Family Study

[3] Op-ed: I Did My Research, Now You Do Yours

Nella lunga guerra tra eteronormativi (per non dire omofobi) ed attivisti LGBTQAI un campo di battaglia importante è dato dall'idoneità delle famiglie arcobaleno ad educare i figli (gli eteronormativi meno stupidi evitano di attaccare direttamente le persone non eterosessuali, perché sanno che perderebbero).

Un proverbio inglese dice che la prova del budino è mangiarlo, e da molti anni vengono condotti studi longitudinali su queste famiglie, ovvero si studia come crescono i figli valutandoli periodicamente. Gli studi più importanti sono [1], condotto in Australia su 315 genitori, che allevano 500 figli, e [2], condotto negli USA, su 78 famiglie lesbogenitoriali (in origine erano 84) che hanno avuto i figli con la riproduzione assistita (figli che non hanno perciò dovuto affrontare la dura prova del divorzio).

Questi studi hanno il serio difetto di affidarsi ad un campionamento non probabilistico, difetto difficile da evitare quando si studiano minoranze stigmatizzate (immigrati clandestini, tossicodipendenti, lavoratori/trici del sesso, persone appunto LGBTQAI, ecc.) che non si lasciano censire in un elenco da cui estrarre a caso i nomi.

Occorrerebbe replicare gli studi usando l'RDS (Respondent-Driven Sampling), che consente di estrarre un campione significativo anche ricorrendo al passaparola (unico modo per contattare minoranze stigmatizzate), ed è stato perciò usato nel progetto Sialon II per valutare la prevalenza dell'HIV tra gli MSM (maschi che fanno sesso con altri maschi).

L'alternativa sarebbe fare quello che gli omo/bi/transfobi non vogliono: punire severamente gli atti di omofobia, bifobia, transfobia, ed introdurre il matrimonio egualitario, in modo che tutte le famiglie arcobaleno si registrino ufficialmente e senza timori, e ci pensi poi l'ISTAT a condurre le indagini con tutti i crismi :-) Gli omo/bi/transfobi non possono prima impedire le indagini serie e poi lamentarsi che non ci sono dati attendibili #:->

In ogni caso, molte cose interessanti si possono comunque imparare da questi studi (per esempio, che non casca il mondo ad introdurre il matrimonio egualitario); poiché essi durano molti anni, essi continuano a fruttare sempre nuove pubblicazioni.

Sabato 5 Luglio 2014 è stato pubblicato uno studio germinato da [1], Crouch SR, Waters E, McNair R, Power J, and Davis E (2014) Parent-reported measures of child health and wellbeing in same-sex parent families: a cross-sectional survey BMC Public Health 14:635 che non dice solo che i figli di queste famiglie sono più sani e si comportano meglio, e queste famiglie sono più coese, ma dice anche che:
Indipendentemente dal genere, sta diventando chiaro che i genitori con attrazione verso lo stesso sesso costruiscono i loro ruoli genitoriali in modo più egualitario dei genitori eterosessuali, e questo può giovare al funzionamento della famiglia [30]. (pagina 2 del PDF)
I risultati per la coesione familiare sono significativi. Ricerche precedenti hanno suggerito che i genitori attratti da persone dello stesso sesso hanno molto maggiore probabilità di dividere equamente i lavori di casa, e prendono le loro decisioni sull'equilibrio famiglia/lavoro basandosi di più sulle circostanze che su degli ideali preconcetti basati sul genere [30]. Le attitudini individuali piuttosto che le convenzioni sociali hanno perciò maggiore probabilità di imprimersi nei ruoli genitoriali. Questo ha la potenzialità di generare maggiore armonia familiare nel lungo periodo. (pagina 9 del PDF)
30. Perlesz A, Power J, Brown R, McNair R, Schofield M, Pitts M, Barrett A, Bickerdike A: Organising work and home in same-sex parented families: findings from the work love play study. Aust N Z J Fam Therapy 2010, 31:374–391. (dalla bibliografia a pagina 11 del PDF)
Quello che è opportuno dire è che la "superiorità" delle famiglie omogenitoriali rispetto a quelle eterogenitoriali non sembra dovuta né al genere né all'orientamento sessuale dei genitori - ma alla maggiore flessibilità che hanno le famiglie omogenitoriali, non avendo esse dei modelli sociali a cui uniformarsi.

È una lezione che possono applicare anche le famiglie eterogenitoriali.

Raffaele Ladu
Dottore in Psicologia Generale e Sperimentale



Aggiunta del 25 Luglio 2014: Simon Crouch, Ph. D., responsabile dello studio australiano, risponde in [3] ai suoi detrattori, rivendicando la sua integrità scientifica e la validità metodologica dello studio.