Abbiamo saputo che il politico veronese Alberto Zelger ha invitato a boicottare la Findus per protestare contro il suo "filmato che promuove la normalità delle relazioni omosessuali", che "va in onda a tutte le ore del giorno ed è ben visibile anche dai bambini". Non manca l'appello finale a "difendere i tuoi figli e i tuoi nipoti dal lavaggio del cervello, che stanno cercando di fargli alla TV, ma anche a scuola".
Zelger non è né uno psicologo né un pedagogo, ma i conti li sa certo fare, visto che il suo profilo nel portale del Comune di Verona lo dichiara laureato in matematica, analista informatico, ex ricercatore, collaboratore didattico e professore a contratto in tre università (Bologna, Ferrara, Verona).
Penso perciò che sappia perfettamente che sono molte di più le persone che hanno avuto un rapporto omosessuale nella loro vita di quelle che continuano ad averli e si identificano come gay, lesbiche, bisessuali.
Questo prova che l'omosessualità e la bisessualità non hanno un fascino irresistibile, e non c'è quindi alcun motivo di temere che, se dei bambini vengono a sapere che cosa sono, le vogliano per forza sperimentare, e che, dopo averle sperimentate, decidano tutti di ripetere l'esperienza ed adottare un'identità omosessuale o bisessuale.
Chi alla fine adotta un'identità omosessuale o bisessuale lo fa perché ha una specie di "vocazione" (quella che gli psicologi chiamano "orientamento sessuale"), e non può scegliere tra omosessualita o bisessualità ed eterosessualità - può scegliere solo tra omosessualità, bisessualità ed infelicità.
Tanta preoccupazione per l'omosessualità e la bisessualità sarebbe giustificata soltanto se i rapporti eterosessuali fossero sgradevoli, lo stile di vita eterosessuale noioso, e fare l'amore col proprio coniuge del genere opposto, e generare con lui o lei dei figli, fossero un dovere spiacevole come pagare le tasse.
Ovvero, se l'infelicità fosse la caratteristica condivisa dalla maggior parte, se non da tutte, le persone eterosessuali, ed omosessualità e bisessualità fossero l'unica alternativa. Per fortuna non è così (sono un uomo sposato con una donna, ed io e mia moglie lo possiamo dire per esperienza), ma quello che dice Zelger fa temere che lui sia convinto che sia proprio così.
Lui sta facendo una pessima pubblicità proprio alle famiglie eterosessuali che vuole difendere, e mi fa venire in mente l'Iran degli ayatollah.
Non perché l'Iran impicchi pubblicamente gli omosessuali, ma perché la polizia iraniana chiede i documenti a tutti coloro che mettono piede in una chiesa o sinagoga: se uno è cristiano, può entrare in una chiesa; se uno è ebreo, può entrare in una sinagoga; altrimenti ... viola la legge che vieta di convertirsi ad una religione che non sia quella islamica sciita duodecimana.
Questo modo di agire mostra che gli ayatollah non sono per nulla convinti che la loro religione sia la migliore del mondo, altrimenti incoraggerebbero i loro fedeli a frequentare le persone ed i templi delle altre religioni, per averne la controprova.
Se si sentono obbligati a ricorrere a questi mezzi, vuol dire che si sono convinti che la loro religione rende i propri fedeli infelici e fa venir loro la voglia matta di apostatare alla prima occasione. Potrebbe non essere vero (secondo me non lo è - non ho nulla contro l'islam), ma lo possono sapere soltanto se lasciano loro la libertà di informarsi e scegliere.
Zelger dà proprio quest'idea dell'eterosessualità. Si chieda se è il caso.
Raffaele Ladu
Dottore in Psicologia Generale e Sperimentale