Una vittoria di Pirro

[1] Corte Costituzionale Italiana, Sentenza 170/2014

Il caso [1] è abbastanza noto: un signore è diventato una signora, con il consenso di sua moglie, e poiché essi non volevano divorziare, come imponeva la legge 164/1982, hanno adito la Corte Costituzionale.

La Corte Costituzionale non ha detto che i due possono rimanere sposati: ha detto che lo stato ha un interesse a che il matrimonio sia esclusivamente eterosessuale (mi piacerebbe sapere quale [2]) e, pur in mancanza di un dettato esplicito, così va interpretato l'Articolo 29 della Costituzione; ma questo interesse va bilanciato con quello dei due coniugi a non vedersi separati dalla legge loro malgrado, dopo anni di vita in comune.

Come afferma la Corte Costituzionale:
Sta in ciò, dunque, la ragione del vulnus che, per il profilo in esame, le disposizioni sottoposte al vaglio di costituzionalità arrecano al precetto dell’art. 2 Cost.
Tuttavia, non ne è possibile la reductio ad legitimitatem mediante una pronuncia manipolativa, che sostituisca il divorzio automatico con un divorzio a domanda, poiché ciò equivarrebbe a rendere possibile il perdurare del vincolo matrimoniale tra soggetti del medesimo sesso, in contrasto con l’art. 29 Cost. Sarà, quindi, compito del legislatore introdurre una forma alternativa (e diversa dal matrimonio) che consenta ai due coniugi di evitare il passaggio da uno stato di massima protezione giuridica ad una condizione, su tal piano, di assoluta indeterminatezza. E tal compito il legislatore è chiamato ad assolvere con la massima sollecitudine per superare la rilevata condizione di illegittimità della disciplina in esame per il profilo dell’attuale deficit di tutela dei diritti dei soggetti in essa coinvolti.
In una parola: la soluzione per le coppie omosessuali non può essere il matrimonio; può essere un'altra cosa che deve decidere il legislatore.

La Corte osserva che la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha preferito evitare di imporre agli stati che ne riconoscono la giurisdizione il matrimonio egualitario; è vero, ma ciò non toglie che la dottrina del "separati ma eguali" che vuole imporre in materia matrimoniale sia comunque profondamente discriminatoria.

In America se ne sono già accorti, e gli stessi omofobi si stanno preparando ad un futuro in cui tutti i 50 Stati dell'Unione avranno il matrimonio egualitario - e gli USA diventeranno per questo più sviluppati per cultura e ricchezza, non certo più poveri.

In Italia invece dobbiamo chiederci che accadrà alla coppia in questione: a quanto pare, rimarrà sposata finché una legge non avrà deciso del suo destino.

Le persone LGBTQAI non hanno motivo di gioire di questa sentenza.

Raffaele Ladu
Dottore in Psicologia Generale e Sperimentale



[2] La Corte Costituzionale non ha voluto esplicitare quale interesse lo stato abbia a riservare il matrimonio alle coppie eterosessuali; altri colmano la lacuna sostenendo che soltanto una famiglia eterosessuale genera nuove vite.

L'argomento però è frusto, già confutato da Musonio Rufo, filosofo stoico allievo di Seneca e maestro di Epitteto, che in Diatribe 13 A dice:
“La cosa più importante in un matrimonio è la comunanza di vita e la generazione dei figli. Infatti lo sposo e la sposa devono unirsi l’uno all’altra, generare insieme e considerare tutto in comune, nulla come proprio, neppure il corpo stesso. E grande evento è la generazione di un essere umano che questo giogo procura. Ma per lo sposo non basta questo soltanto, che invero potrebbe risultare anche al di fuori del matrimonio, da altre unioni, come anche gli animali si uniscono tra loro. Bisogna invece che nel matrimonio abbia luogo una completa comunanza di vita e una reciproca sollecitudine dell’uomo e della donna, sia nella salute, sia nella malattia, sia in qualsiasi circostanza. […] Quando dunque tale sollecitudine è completa, e gli sposi che convivono se la donano compiutamente in modo reciproco, facendo a gara per vincersi l’un l’altro, questo matrimonio funziona come si deve ed è degno di emulazione, perché simile unione è bella”.
Non è indispensabile sposarsi per procreare, e chi fa la prima cosa per la seconda sbaglia, perché altro deve essere il fine principale del matrimonio - la completa comunanza di vita e la reciproca sollecitudine. Musonio Rufo non poteva rendersi conto che anche due persone del medesimo genere possono averla, ma è un limite che noi possiamo tranquillamente superare.