Giovedì 19 Giugno 2014 l'Assemblea Generale dei Presbiteriani a Detroit ha approvato la nuova definizione di matrimonio come unione tra "due persone, tradizionalmente un uomo ed una donna". L'inciso è un compromesso con i più conservatori, che ha consentito alla definizione di essere approvata col 71% dei voti.
Nel 2010 l'ordinazione di ministri del culto dichiaratamente gay era stata approvata dal 56% dei votanti.
Questa nuova definizione, per diventare operativa, deve essere ora approvata dalla maggioranza dei 172 persbitèri (cioè le unità di base in cui si divide la Chiesa presbiteriana), e ci vorrà circa un anno.
L'articolo citato racconta delle divisioni all'interno della Chiesa presbiteriana, e di come si dovrà lavorare per ricucirle; cita anche altre confessioni cristiane che accettano il matrimonio egualitario: la Chiesa Unita di Cristo, i Quaccheri, l'Associazione delle Congregazioni Unitariane Universaliste, nonché gli ebrei Umanisti, Riformati e Conservatori.
Noto che le formazioni religiose citate (ce ne sono sicuramente altre, come i Luterani, i Valdesi, ecc.) ritengono che che la Rivelazione divina sia tuttora aperta - e questo ha certo facilitato l'innovazione. La Chiesa Unita di Cristo ha addirittura fatto causa allo stato della Carolina del Nord sostenendo che il divieto di matrimonio egualitario viola la libertà religiosa.
Dovremo fare anche questo in Italia, per dimostrare che libertà religiosa non vuol dire libertà di omofobia.
Raffaele Ladu
Dottore in Psicologia Generale e Sperimentale