A rimorchio delle Sentinelle in Piedi

Con rammarico do notizia di quest'incontro quando esso è già in corso, e non posso mettere sull'avviso organizzatori e spettatori:


La prima cosa da dire è che il relatore non è mussulmano, ma cattolico, e questo è molto strano: anche tra i mussulmani italiani ci sono dei bravi medici che, se avessero voluto, avrebbero sicuramente detto le stesse cose che sta ora dicendo Gandolfini.

Il Centro culturale islamico non è riuscito a trovarne (sarebbe stata la mia prima preoccupazione, se avessi organizzato io l'incontro), e questo mi fa pensare che non solo questi medici non condividono l'iniziativa, ma ci sia anche una gran fronda all'interno della comunità mussulmana, non solo di Brescia, e che questo convegno non voglia colpire solo e soprattutto le famiglie "queer" all'esterno della comunità mussulmana, ma anche e soprattutto quei mussulmani che fanno la fronda.

Inoltre, se una comunità religiosa invita a parlare di un argomento che riguarda la sua religione uno che NON ne fa parte, implicitamente ammette di non aver mai considerato quell'argomento abbastanza importante da rifletterci sopra autonomamente, e di dover farsi prestare le idee da altri.

Non è quindi vero che il Centro culturale islamico di Brescia collabora con le Sentinelle in piedi di Brescia: è vero invece che si sta facendo usare dalle Sentinelle.

Un errore che spesso si commette quando si studiano i gruppi sociali (anche una comunità religiosa lo è) diversi dal proprio è ritenerli monolitici ed  impermeabili alle influenze esterne. Le Sentinelle hanno deciso di non fare quell'errore, e di entrare in rapporto con le comunità religiose allo scopo di rafforzarne le correnti interne più affini a loro.

È già successo in epoca coloniale: fino alla dominazione europea le società islamiche tolleravano il comportamento omosessuale molto più di quelle cristiane - ma queste ultime insegnarono alle prime l'omofobia.

È probabile che il passo successivo ad incontri di questo genere sarà l'espulsione od emarginazione dei fedeli che non sono allineati con i vertici che hanno accettato l'alleanza con le Sentinelle in piedi.

Un'iniziativa che si propone di difendere la libertà religiosa finirà invece con il ridurre il pluralismo religioso nel nostro paese, perché si è confusa la libertà delle credenze religiose con il potere delle autorità religiose - e qui torna utile la differenza più volte ribadita lo scorso decennio tra "multiculturalismo" ed "interculturalità".

Il multiculturalismo concepisce le identità (religiose, etniche, culturali, ecc.) come fisse, e la convivenza sociale come regolata da rapporti tra potenza e potenza; la logica delle "intese" con le comunità religiose è un esempio di multiculturalismo, ed il suo apice è stato nell'impero ottomano, con il sistema del "millet", abolito nel 1856 con le Tanzimat.

L'interculturalità invece prende atto che le identità sono in continua evoluzione ed ibridazione, anche all'interno della singola persona, e che essa ha il diritto di proseguire la propria ricerca, senz'altro limite dell'"alium non laedere = non nuocere a nessuno".

Il multiculturalismo rafforza le comunità identitarie anche nei confronti di chi appartiene loro, che sa che fuori dalla sua comunità non è nessuno; l'interculturalità obbliga invece le comunità a mettersi al servizio dei loro appartenenti, i quali pensano con la loro testa, costruiscono la propria identità come ritengono più opportuno, esprimono liberamente la loro opinione, e se del caso "votano con i piedi" andandosene.

Quello che accomuna le Sentinelle in piedi e chi ha deciso di allearsi con loro non è solo e non tanto l'omofobia, ma il volere il multiculturalismo (ed il conformismo) anziché l'interculturalità (e l'apertura).

Le persone "queer" non sono attaccate soltanto per le loro pratiche sessuali e la loro vita affettiva, ma anche e soprattutto perché mettono in discussione ogni tentativo di categorizzare gli esseri umani.

Voglio una vita in cui le categorie sono solo indizi per un'interpretazione della realtà, e non esprimono la pretesa di averne carpito l'essenza.

Raffaele Ladu
Dottore in Psicologia Generale e Sperimentale



P. S.: il 13 Giugno 2014 Pier Cesare Notaro, curatore del sito http://www.ilgrandecolibri.com/, ha cortesemente citato qui quest'articolo, con queste parole:
Una risposta raffinata la dà Raffaele Ladu su biqueer.blogspot.it: "Non è vero che il Centro culturale islamico di Brescia collabora con le Sentinelle in piedi di Brescia: è vero invece che si sta facendo usare dalle Sentinelle". Ladu osserva come il relatore sia un cattolico e non un musulmano e, quindi, ritiene che "non solo i medici [musulmani] non condividono l'iniziativa, ma ci sia anche una gran fronda all'interno della comunità musulmana". La comunità musulmana italiana, a dirla tutta, si appassiona ben poco a queste tematiche, dovendo affrontare problematiche ben più urgenti. 
Con un'intelligenza che Ladu analizza bene, le Sentinelle in piedi hanno deciso di "entrare in rapporto con le comunità religiose allo scopo di rafforzarne le correnti interne più affini a loro". Possiamo dire anche di più: non hanno offerto nessuna reale risposta ai bisogni dei fedeli, ma hanno attribuito ad una comunità un ruolo riconosciuto e chiaro all'interno di una società che tende a negarle con forza qualsiasi ruolo. Il fatto che questo ruolo sia quello di fare da vetrina a un'istanza nata e sviluppatasi al di fuori di quella comunità diventa una questione marginale.
C'è stato anche un breve dibattito su Facebook che qui riporto, per l'edificazione dei lettori:


Grazie, Pier.