Polemica utile

[0] http://digilander.libero.it/lo_snorki/cronaca/glbt/La_bisessualita_esiste.html

Ci siamo imbattuti nel post [0], e, dopo aver doverosamente ringraziato l'autore per aver ammesso che la bisessualità esiste (ma poi si rimangia la concessione dicendo che i bisessuali, quelli veri, non riesce a trovarli), ci tocca spiegargli dove ha sbagliato e perché lui ha dato fiato agli stereotipi anziché scrivere cose sensate.

La cosa più irritante è stata il distinguere i bisessuali veri da quelli falsi - cosa tanto inutile quanto impossibile. La bisessualità non è un ordine professionale che stabilisce i requisiti per iscriversi all'albo e vieta a chi non è iscritto di dichiararsi bisessuale; e se si creasse un ordine così, bisognerebbe, per elementare par condicio, creare anche l'ordine degli etero, delle lesbiche e dei maschi gay. Roba da farsi venire i capelli bianchi, vero?

L'autore dimostra inoltre di confondere l'orientamento sessuale con l'identità sessuale: l'orientamento è dato dalle persone che si desiderano (e, a quanto pare, non si può mutare), l'identità dalle scelte di vita; si raccomanda che queste scelte siano compatibili con l'orientamento sessuale, per non stressare troppo il soggetto, ma non è obbligatorio: ci sono maschi che fanno sesso con altri maschi, eppure hanno un'identità eterosessuale; e non mancano le donne con identità lesbica che fanno sesso con dei maschietti. Al posto loro adotterei un'identità bisessuale, ma non sono al posto loro.

L'autore vorrebbe costringere le persone a far coincidere l'identità sessuale con l'orientamento  sessuale, ma questa pretesa non ha alcun senso, perché ogni persona ha il diritto di scegliere la propria identità e di venir creduta quando la dichiara. La sincerità in questo caso non sta nella coincidenza tra identità ed orientamento, ma tra quello che si dice e quello che si pensa di sé.

L'autore afferma questo:
Lo dimostra, empiricamente, il fatto che la bisessualità non è distribuita in modo uniforme in tutta Italia, come avverrebbe se fosse un comportamento insito nell'animo umano. Muovendosi da Nord a Sud, per esempio, o dalla città alla provincia, diminuiscono via via i gay e le lesbiche che si definiscono tali e aumentano di egual misura i bisessuali, che magari non si definiscono neppure come tali perché hanno paura di fare perfino questo ("Cioè, definirzi èllimitarzi, nooo?").
Già a Roma i bisessuali superano i gay; da Roma in giù, poi, li sommergono. Segno che ciò che spinge i più a definirsi bisessuale in Italia non sono i desideri, bensì la paura di accettare la propria omosessualità, fenomeno che è più forte laddove il contesto sociale è maggiormente omofobo.
Innanzitutto, lotterie e case da gioco non prospererebbero se le persone fossero capaci di fare calcoli statistici a mente - quindi, posso tranquillamente ignorare il merito dell'affermazione (non suffragata da alcun dato elaborato in modo scientifico) ed evidenziare che anche qui si parte dalla premessa di metodo già condannata: l'identità non è la traduzione in parole dell'orientamento, quindi la prima non è tenuta a coincidere con il secondo.

Se poi si dice che "[la bisessualità non è] un comportamento insito nell'animo umano", allora si mostra di non sapere quello che si dice, perché una persona può non aver mai avuto un comportamento sessuale (nessuno se la filava), ma conoscere benissimo il proprio orientamento sessuale ed aver adottato un'identità sessuale.

L'autore dice che i bisessuali non devono inveire contro il movimento gay, ma sbarazzarsi dei "falsi bisessuali" e lottare insieme con il movimento gay; lottare insieme è giusto e lodevole, ma prima occorre ricevere l'elementare forma di rispetto che è il non pretendere di imporre ad un altro gruppo sociale i criteri per l'ammissione dei suoi membri.

Nessun bisessuale si sogna di dire alle associazioni gay di sbarazzarsi dei "falsi gay" ed alle associazioni lesbiche di sbarazzarsi delle "false lesbiche" - queste cose le lasciano fare agli omofobi come quelli qui criticati, che dicono che i frequentatori dei locali gay che non sono militanti Arcigay non sono veri omosessuali. Si chieda l'autore perché ha adottato un argomento da omofobi.

Raffaele Ladu