Anche gli esperti sbagliano


L'articolo [0] ha il gran pregio di riconoscere che la bisessualità esiste e di descriverla favorevolmente; purtroppo due sono i punti che devo contestare all'autore, Robert Weiss, che pure ha ottima fama e successo editoriale.

Il primo è la definizione che dà di bisessualità:
Essere un uomo od una donna bisessuale significa avere un'attrazione romantica e/o sessuale, personalmente significativa, sia verso gli uomini che verso le donne.
Il secondo è la nota che conclude l'articolo:
NOTA: La persona che si identifica pienamente come bisessuale spesso ha un problema secondario che bisognerebbe esplorare pienamente nel trattamento. Ed il problema è questo: identificarsi pienamente come bisessuale è, per sua natura, una questione di dolore, dacché all'uomo od alla donna che sono veramente attratti fisicamente e romanticamente da ambo i sessi mancherà sempre l'uno o l'altro qualora lui o lei scelgano di essere monogami con qualcuno. I bisessuali possono amare un uomo o una donna, fare sesso con un uomo od una donna, e godere tutti i frutti di una qualsiasi di queste scelte, ma alla fine non possono "avere tutto" se vogliono stare in una relazione durevole, intima e monogama. Pertanto, ad un livello a cui la maggior parte di non non arriva del tutto, i bisessuali spesso si chiedono, hanno nostalgia, e sentono pure la mancanza dell'esperienza che non riescono ad avere perché hanno deciso (almeno per un periodo) di scegliere l'uno anziché l'altro.
Il primo problema è che entrambi i brani citati presumono il binarismo dei generi, e pure la coincidenza del genere con il sesso - eppure in [1] Robert Weiss mostra di sapere per esperienza clinica che le cose non stanno così. Probabilmente ritiene che il binarismo dei generi e la corrispondenza del genere con il sesso rappresenti la situazione "normale", e che tutto quello che ne esce cada nella categoria della "disforia di genere" [2].

Gli attivisti più accorti (Robyn Ochs, Shiri Eisner) danno invece questa definizione:
Mi dichiaro bisessuale perché riconosco di essere potenzialmente attratta (romanticamente e/o sessualmente) da persone di più di un sesso e/o genere, non necessariamente nello stesso momento, non necessariamente nello stesso modo, non necessariamente nella stessa misura
che ha il pregio di non presumere il binarismo dei generi.

Il secondo problema è che la "NOTA" sembra riprodurre uno degli stereotipi correnti sulle persone bisessuali: poiché sono attratti da più di un genere, qualsiasi relazione monogama per loro sarà insoddisfacente.

Si potrebbe benissimo rispondere che non c'è bisogno di essere bisessuali per pensare che la monogamia impone delle rinunce, e non si capisce perché mai i bisessuali debbano sentire questo problema in modo speciale.

Il presupposto della nota è che esiste per ogni persona il partner perfetto, che la sazia completamente, purché la persona che lo cerca sia monosessuale; in realtà, esistono ottimi e pessimi partner, ed ogni scelta impone di appagare alcune esigenze a scapito di altre.

Perciò, chiunque abbia una relazione monogamica con una persona di determinate caratteristiche potrebbe rimpiangere il non averne anche altre con persone di caratteristiche diverse - e questo vale anche per i monosessuali.

Non cadiamo perciò nel pregiudizio bifobico: quanto pesa la monogamia è una cosa che dipende dalla persona, non dalla sua identità sessuale.

Raffaele Ladu