La salute delle donne bisessuali è più a rischio di quella dei maschi bisessuali

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Traduciamo:

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Le donne bisessuali hanno più probabilità dei loro equivalenti maschili di soffrire di depressione e stress e di esagerare nel bere, secondo un nuovo studio nazionale guidato dalla ricercatrice Lisa Lindley della George Mason University.

"Perché mai?", si chiede la Lindley, "Questo è quello che continuiamo a chiederci".

Lei ha alcune teorie. "I bisessuali sono spesso invisibili", ella dice, "Ci sono tanti pregiudizi contro di loro. Si dice loro: 'Sei confuso - devi scegliere'. Tende ad esserci quest'aspettativa o standard che una persona prende una sola identità sessuale e la mantiene. Penso che ci sia un mucchio di incomprensioni sui bisessuali. Penso che il loro rischio abbia molto a che fare con lo stigma."

Le donne bisessuali hanno inoltre maggior rischio di fumare ed essere vittimizzate, aggiunge Lisa Lindley, professoressa associata del Dipartimento di Salute Globale e di Comunità della Facoltà di Servizi Umani e Sanitari dell'Università George Mason.

L'identità, il comportamento e l'attrazione sono collegati all'esito sanitario


Lo studio nazionale, pubblicato il 24 Ottobre [2011] nell'American Journal of Public Health, è il primo ad usare tre diverse dimensioni della sessualità - identità, comportamento ed attrazione - e collegarle ad una serie di esiti sanitari, dice la Lindley.

L'identità sessuale è come uno etichetta il suo orientamento sessuale: gay, etero, bisessuale, perlopiù gay o perlopiù etero. Chi sono i partner sessuali di una persona si riferisce al suo comportamento - fare sesso solo con i maschi, solo con le femmine, o sia con i maschi che con le femmine. E poi c'è il genere da cui sono attratti - solo uomini o donne, o soprattutto uomini o donne. L'attrazione non è detto che coincida con il comportamento o con l'identità.

Osservando attentamente i dati dell'indagine, nota la Lindley, sia i ragazzi che le ragazze bisessuali erano probabilmente ad alto rischio di depressione, stress ed abuso di alcool quando erano adolescenti, ma le probabilità diminuivano per i maschietti via via che crescevano, secondo le ricerche condotte nella medesima popolazione. Ma questo non accadeva per le donne.

Inoltre, le donne che si identificavano rigorosamente come "etero" o "gay" non avevano i medesimi fattori di rischio delle donne bisessuali, dice la Lindley. Servono ulteriori studi per capire quello che sta accadendo con queste giovani donne, lei aggiunge.

La ricerca di Lindley fa ricorso a nuove informazioni. Finora, pochi studi nazionali hanno indagato sull'attrazione, sul comportamento e sull'identità sessuale, dice la Lindley. Alcuni pensano, lei aggiunge, che i bisessuali aumentino il livello di rischio riferito all'intera comunità lesbica, gay, bisessuale e transgender [in quanto c'è la pessima abitudine di confondere i bisessuali con le persone lesbiche e gay, esagerando così i rischi per la salute attribuiti a queste ultime, e che invece sono pertinenti ai bisessuali - NdT]. I ricercatori devono imparare di più sulle singole comunità.

"Non sono tutti inguaiati", lei dice della comunità lesbica, gay, bisessuale e transgender, "non sono tutte ad alto rischio".

Niente comunità per le donne bisessuali?


La discordanza potrebbe essere la causa del problema per le donne bisessuali, dice la Lindley: "Loro dicono: 'Mi identifico in un modo, mi comporto in un altro, e sono attratta in un terzo modo".

"Possono essere più isolate e possono sentirsi come se non avessero nessuno a cui parlare che capisca quello che stanno passando", aggiunge.

Più giovani donne che uomini riferivano di essere attratte da ambo i sessi e che erano "perlopiù" etero o bisessuali.

"È più probabile per le donne di avere delle identità sessuali che fluttuano nel tempo", dice Lindley [un fenomeno di cui avevo già parlato qui, NdT], "Mentre con gli uomini, tende ad essere 'Io sono etero' oppure 'Io sono gay'".

Gli uomini non riferivano di sentirsi depressi o stressati come le donne. E non bevevano e fumavano come le donne bisessuali.

E perché gli uomini stanno meglio?

"La risposta più onesta è: 'Non so'", dice la Lindley. "Forse è perché gli uomini, gay od etero, hanno comunque un più forte legame con la loro comunità. Le donne bisessuali si sentono come se non ci fosse una comunità per loro".

Lindley ed  i suoi coautori Katrina M. Walsemann e Jarvis W. Carter Jr. dell'University of South Carolina hanno usato nell'indagine un campione nazionale rappresentativo di 14.412 persone - 7.696 donne e 6.716 uomini. L'indagine fu somministrata la prima volta nel 1994-95, quando gli intervistati facevano le classi dalla 7^ alla 12^, e ripetuta nel 2007-08, quando avevano tra i 24 ed i 32 anni.

Gli intervistati erano soprattutto bianchi (68,1) e sposati (43,9%). L'età media era 28,8 anni e circa il 43% aveva frequentato l'università od una scuola professionale.

Gli intervistati potevano dire di essere "perlopiù gay" o "perlopiù etero", oltreché etero, bisessuali, gay, o senza identità sessuale.

Fu chiesto loro quanto spesso, negli ultimi sette giorni, si sentivano depressi, si sentivano giù, avevano problemi a concentrarsi, sentivano che la gente non li amava, si godevano la vita o si sentivano tristi.

Furono misurati anche il fumare ed il bere, ma non il numero di partner sessuali o l'uso di droghe pesanti. Inoltre, fu chiesto loro se qualcuno aveva puntato loro un coltello od un'arma da fuoco, se avevano sparato loro o li avevano pugnalati, se li avevano schiaffeggiati, colpiti,  presi a calci, strozzati, o se erano stati picchiati.

L'attuale studio è il trampolino di lancio per il prossimo studio della Lindley. Lei intende creare dei gruppi di discussione e condurre delle interviste con donne bi-sessualmente attive per meglio comprendere le loro esperienze e come le gestiscono.

Lei sta inoltre studiando le infezioni sessualmente trasmesse tra le afro-americane che sono bisessuali o lesbiche.

Articolo di Michele McDonald

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Traduzione di Raffaele Ladu, il quale osserva che la disparità tra maschi e femmine bisessuali (cis) dal punto di vista della salute può spiegare la differenza tra l'assimilazionismo di molti movimenti bisessuali (dominati da maschi cis) ed il radicalismo di Shiri Eisner (femmina genderqueer). Della miseria uno si fa una ragione, della malattia proprio no.