Indagine Pew sulle persone LGBT americane

[1] http://www.pewsocialtrends.org/2013/06/13/a-survey-of-lgbt-americans/

[2] http://www.pewsocialtrends.org/files/2013/06/SDT_LGBT-Americans_06-2013.pdf

[3] http://milk-open-house.blogspot.it/2013/06/israele-davvero-gay-friendly.html

Il 13 Giugno 2013 l'Istituto Pew ha pubblicato una grande indagne sulle minoranze sessuali americane; [1] è un riassunto, [2] la ricerca completa - un PDF di 160 pagine; il sondaggio non è stato fatto solo negli USA, ed ai risultati in 39 paesi (Israele ed Italia compresi) avevo accennato in [3].

Non ho il tempo di tradurre tutto, e faticoso è riprodurre le tabelle ed i grafici di [0] su questa piattaforma, per cui mi limito a copiare alcuni dati, uno dei quali mi pare fondamentale: la distribuzione del reddito familiare annuo (i totali non sono il 100% a causa degli arrotondamenti).
  • Reddito inferiore ai 30 mila Dollari USA:
    • Tutti gli americani adulti: 28%
    • Tutte le persone LGBT: 39%
    • Lesbiche: 39%
    • Gay: 30%
    • Bisessuali: 48%
  • Reddito tra i 30 mila ed i 75 mila (meno un cent) Dollari USA:
    • Tutti gli americani adulti: 35%
    • Tutte le persone LGBT: 39%
    • Lesbiche: 41%
    • Gay: 42%
    • Bisessuali: 36%
  • Reddito dai 75 mila Dollari USA in su:
    • Tutti gli americani adulti: 34%
    • Tutte le persone LGBT: 20%
    • Lesbiche: 18%
    • Gay: 27%
    • Bisessuali: 12%
Il dato smentisce molto chiaramente due pregiudizi: l'inesistenza della bisessualità (se fosse vero, non ci sarebbero le disparità di reddito che notate), e l'essere i bisessuali persone privilegiate (la distribuzione del reddito dimostra il contrario: sono più danneggiati di lesbiche e gay).

Altro dato interessante è la scomposizione percentuale delle persone LGBT:
  • Bisessuali: 40%
    • Bisessuali donne: 29%
    • Bisessuali uomini: 11%
  • Gay: 36%
  • Lesbiche: 19%
  • Transgender: 5%
Una nota in calce al grafico evidenzia un difetto dello studio: non si è voluto studiare l'intreccio tra transgenderismo ed orientamento sessuale, per cui si è chiesto a chi voleva proprio precisare "trans gay", "trans lesbica", "trans bi" di scegliere una sola identità da dichiarare. Ciononostante, le cifre citate sono molto interessanti.

Altro dato utile è quante persone sono visibili, ovvero hanno fatto il coming-out di fronte a tutti coloro che contano nella loro vita:
  • Tutte le persone LGBT: 54%
  • Gay: 77%
  • Lesbiche: 71%
  • Bisessuali: 28%
    • Bisessuali donne: 33%
    • Bisessuali uomini: 12%
Curioso: i bisessuali sono quelli che stanno più volentieri dentro l'armadio, eppure vengono discriminati di più lo stesso. Si smentisce qui un altro pregiudizio: poiché i bisessuali possono nascondersi meglio, rischiano di meno. La politica del velarsi è in realtà un invito a mettere la testa sotto la sabbia, ed infatti nessuno la propone a lesbiche, gay, ebrei, immigrati, rom, eccetera.

Non è sempre facile essere certi di essere LGBT; coloro che lo sono, hanno attraversato tre tappe (il primo dubbio, la certezza, il confidarlo a qualcuno) - a che età lo hanno fatto, in media?
  • Gay:
    • Primo dubbio: 10 anni
    • Certezza: 15 anni
    • Confidenza: 18 anni
  • Lesbiche:
    • Primo dubbio: 13 anni
    • Certezza: 18 anni
    • Confidenza: 21 anni
  • Bi:
    • Primo dubbio: 13 anni
    • Certezza: 17 anni
    • Confidenza: 20 anni
Il quadro dei bisessuali qui è simile a quello delle lesbiche, e smentisce un altro pregiudizio: l'identità bisessuale non è altro che la transizione verso un'identità omosessuale. Alcune volte capita, ma se fosse la regola noi scopriremmo che i bisessuali sono più precoci di gay e lesbiche nell'attraversare queste tre tappe, anziché seguire la regola per cui le identità più discriminate e stigmatizzate sono quelle che ci vuole più tempo per assumere.

Gli intervistati dicono che le donne bisessuali sono socialmente più accettate degli uomini bisessuali (33% contro l'8% - le persone trans devono purtroppo accontentarsi di un magro 4%) - e qui credo che abbia ragione Shiri Eisner, che nel suo libro dice che non bisogna confondere l'accettazione sociale con l'essere suscettibili di entrare (senza che lo abbiano mai voluto o consentito) a far parte delle fantasie erotiche del maschio etero cis. Lo stesso vale infatti per le donne lesbiche rispetto agli uomini gay (25% contro il 15%).

Per altre cose, leggete gli articoli citati.

Raffaele Ladu