La botte piena e la moglie ubriaca

[1] http://gilbertogobbi1.wordpress.com/2014/04/28/il-ruolo-della-bisessualita-psichica/

[2] http://www.apa.org/monitor/feb02/newdata.aspx

[3] http://www.arcigay.it/42042/omotransfobia-il-report-2014/

[4] http://en.wikipedia.org/wiki/Electroconvulsive_therapy

[5] http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16390897

[6] http://archpsyc.jamanetwork.com/article.aspx?articleid=495588

[7] http://faculty.bennington.edu/~sherman/sex/female-twin-lesbian.pdf

[8] http://www.yale.edu/snhlab/Gender%20Differences_files/Nolen-Hoeksema%20%26%20Girgus,%201994.pdf

[9] http://www.kinseyinstitute.org/resources/bib-homoprev.html

[10] http://williamsinstitute.law.ucla.edu/wp-content/uploads/Gates-How-Many-People-LGBT-Apr-2011.pdf

[11] http://www.gallup.com/poll/158066/special-report-adults-identify-lgbt.aspx

[12] http://www.citylab.com/politics/2014/02/global-map-homophobia/8309/

Il link [1], del blog di Gilberto Gobbi, è uno dei tanti che afferma questo:
Anche la persona adulta, col passare dell’età della vita, può conoscere delle regressioni: così uomini e donne, sposati e genitori, dicono  di “cambiare” orientamento sessuale, spesso in seguito a una fase depressiva e divorziano.
L’omosessualità è spesso il sintomo di una depressione originaria (angoscia della perdita), di cui le regressioni in età adulta riattivano conflitti intrapsichici mascherati da diverse resistenze.
I corsivi sono dell'autore, e mi hanno ricordato una cosa che avevo già osservato qui: che ci sono delle forti obiezioni al ricondurre l'omosessualità ad una forma di disturbo dell'umore.

La prima obiezione è data dal problema della compresenza dei disturbi dell'umore e dell'omosessualità (con buona pace del citato Gilberto Gobbi, per me e per la maggior parte dei professionisti della salute mentale essa è una cosa sana) - in parole semplici, quanto spesso accade che una persona sia omosessuale e depressa allo stesso tempo?

Lo studio [2] avverte che le persone LGB (lesbiche, gay, bisessuali) hanno maggiore probabilità di soffrire di depressione maggiore unipolare (ed altri disturbi) - ma, secondo l'autrice, questo viene spiegato in modo soddisfacente dal maggior stress che le persone LGB subiscono nella loro vita.

Non è la depressione che causa il comportamento omosessuale, ma l'orientamento omosessuale che viene stigmatizzato, attira discriminazioni e cose peggiori (vedi [3]), e quindi aumenta la probabilità di essere depressi.

Controprova (e seconda obiezione) è che di tutte le persone omosessuali o bisessuali note a me (che per tre anni ho fatto il bibliotecario dell'Arcigay di Verona) ed a mia moglie (che per dieci anni ha presieduto l'Arcilesbica di Verona) che hanno subìto una terapia antidepressiva, nessuna di coloro che ne ha tratto giovamento ha cambiato il proprio orientamento sessuale.

Una di loro ha addirittura riso dell'ipotesi spiegandomi che, finché gli antidepressivi non fecero effetto, lui (era un uomo gay cis - ora è una donna etero trans) era "velato", cioè aveva paura a rivelare la sua omosessualità; quando cominciarono a funzionare, fece il coming-out - andò a dire al mondo intero che era gay!

Controprova ancora più dura è quella di persone come Lou Reed (1942-2013) : nel 1956 fu ricoverato in manicomio dai genitori e sottoposto ad elettroshock tre volte la settimana nel tentativo di cambiarne l'orientamento sessuale.

[4] dice che l'elettroshock è considerato il più efficace dei trattamenti contro la depressione unipolare, ma ora viene usato molto di rado a causa dei suoi devastanti effetti collaterali; pensate che a Lou Reed sia "servito"?

Per niente: bisessuale era quando entrò in manicomio, bisessuale sarebbe rimasto fino alla morte. E sulla sua esperienza con l'elettroshock Lou Reed scrisse nel 1974 una famosa canzone, Kill Your Sons = Ammazza i tuoi figli (io l'ho trovata nauseante - temo che questo fosse l'intento dell'autore).

Non credo che sia stato l'unica persona LGB a subire questo trattamento, ed a dimostrarne l'inefficacia. Ed infatti, chi ora propone "la scossa elettrica" come parte di una "terapia riparativa" non vuole un elettroshock con tutti i crismi, ma semplicemente uno "shock aversivo": installare un meccanismo che provochi una fastidiosa scossa ai genitali od alle mani del "paziente" ogni qual volta manifesta segni di eccitazione genitale guardando foto e scene erotiche omosessuali.

Direi che questa è una  resa incondizionata: chi propone l'equiparazione tra omosessualità e depressione si rifiuta di prenderla egli stesso sul serio proponendo la cura più efficace contro la depressione alle persone omosessuali - per vedere se cambia davvero, oltre al tono dell'umore, l'orientamento sessuale.

Altra obiezione è che la depressione unipolare e l'orientamento sessuale non si ereditano allo stesso modo. Confrontiamo i link [5], [6] e [7].

[5] dice che l'ereditabilità della predisposizione alla depressione maggiore negli uomini è del 29%, e nelle donne del 42%;

[6] dice che il 52% dei gemelli monozigoti di un omosessuale maschio era omosessuale anch'esso;

[7] dice che il 48% delle gemelle monozigoti di una lesbica era lesbico anch'esso.

Noi quindi vediamo che l'orientamento omosessuale è ereditabile con percentuali pressoché uguali da ambo i generi, ma la depressione unipolare con percentuali marcatamente diverse. Siamo proprio sicuri che i medesimi fattori causino entrambi i fenomeni?

Inoltre, è comune esperienza che le donne sono più soggette alla depressione maggiore (secondo [8], la prevalenza è doppia rispetto ai maschietti), ma secondo tutte le ricerche elencate in [9] i maschi gay sono il doppio delle donne lesbiche (cioè, il contrario di quello che ci si attenderebbe se omosessualità e depressione unipolare fossero correlate); a salvare la faccia agli eteronormativi più disattenti ci pensano le persone bisessuali, che, essendo più comuni tra le femmine, sommate alle persone omosessuali, portano a questo risultato: maschi e femmine cis, ma non etero, sono in percentuale pressoché uguale.

Una ricerca più recente individua una differenza significativa, ma non marcata: per [10]  il 3,4% delle donne ed il 3,6% degli uomini sono LGB; un ricerca che inverte il segno della differenza è [11] - per essa il 3,6% delle donne ed il 3,3% degli uomini sono LGBT. Non arriviamo comunque alla discrepanza di genere che si ha con la depressione maggiore.

Perché l'articolo si intitola "la botte piena e la moglie ubriaca"? Perché l'opinione che mi sono fatto di chi vuol patologizzare l'omosessualità e la bisessualità è che questi vuole sì che la società condanni tali orientamenti sessuali, ma non vuole lavorare quanto è necessario per convincere la comunità scientifica della validità dell'ipotesi eziopatologica proposta.

Se così non fosse, le incongruenze che ho segnalato le avrebbe facilmente evitate; non riesco a non convincermi che questa dimostrazione di sciatteria intellettuale sia un deliberato schiaffo alla comunità scientifica - cosa che spiega inoltre come mai le società più tolleranti verso il comportamento omosessuale sono più progredite anche economicamente (vedi [12]).

Raffaele Ladu
Dottore in Psicologia Generale e Sperimentale