Il NYT sulla giurisprudenza della Corte Suprema USA


Il Giudice Ruth Bader Ginsburg (1933-in forma smagliante) nel 2013


Vi traduco [1], un articolo del New York Times sulla recente giurisprudenza della Corte Suprema USA in termini di diritti delle donne e delle minoranze sessuali.

Il NYT è il giornale dell'intelligencija ebraica di New York City, abbastanza sicura di sé da potersi permettere posizioni progressiste sia in politica sociale (il NYT preferisce i lavoratori ai capitalisti, gli imprenditori agli speculatori, gli immigranti ai protezionisti - sarebbe piaciuto a Gramsci, che oltretutto aveva una moglie ebrea) che in politica estera (il giornale si permette spesso di criticare pesantemente il governo israeliano, e nemmeno l'amministrazione Obama viene risparmiata), che nel campo dei diritti civili (il giornale è contro il razzismo e da sempre LGBT-friendly - la prima sinagoga gay di New York City fu fondata con le persone reclutate proprio con un annuncio sul NYT per un Seder Pesach gay ospitato il 30 Marzo 1973 nelle cantine della Chiesa Episcopale dei Santi Apostoli).

L'articolo sembra ispirato (anche se non materialmente vergato) da Ruth Bader Ginsburg, giudice ebrea della Corte Suprema USA (ce ne sono altri due in quell'assise: Stephen Breyer ed Elena Kagan), affettuosamente chiamata dai suoi ammiratori "RBG" (non sono solo le iniziali del suo nome: "RPG = Rocket-Propelled Grenade" è il nome di una potente arma anticarro), che ultimamente si è trovata ad interpretare il ruolo di paladina dei diritti delle donne, insieme con le colleghe Elena Kagan e Sonia Sotomayor, ed il non trascurabile aiuto del collega Stephen Breyer.

Passiamo alla traduzione. Molti link sono stati aggiunti per comodità del lettore italiano.

(inizio)

Le sentenze dei giudici supremi fanno progredire i gay, ma non altrettanto le donne

di Adam Liptak, 4 Agosto 2014

WASHINGTON - Quando il Giudice Ruth Bader Ginsburg riflette sulle ultime sentenze della Corte Suprema, lei vede un'incongruenza.

Nelle sentenze sui diritti dei gay, ha detto in un discorso tenuto in una facoltà di legge la settimana scorsa, la corte usa l'alato linguaggio dell'"egual dignità" ed ha abbracciato i valori fondamentali della "libertà e dell'eguaglianza". Davvero, un tribunale che appena tre decenni fa permetteva di criminalizzare i rapporti omosessuali ora parla con simpatia delle famiglie gay e sembra sul punto di abbracciare un diritto costituzionale al matrimonio omosessuale.

Ma nei casi che coinvolgono il genere, ella dice, la corte non ha mai abbracciato pienamente "la facoltà delle donne di decidere da sé il proprio destino". Lei ha detto che la maggioranza conservatrice della corte, di cinque giudici, tutti maschi, non ha capito i problemi che le donne devono affrontare per ottenere una vera eguaglianza.

Il giudice donna Ginsburg non è l'unica ad avere la sensazione che i casi che riguardano le persone gay e le donne sono su traiettorie diverse.

I gay e le lesbiche devono fare ancora molta strada per ottenere l'eguaglianza giuridica formale che le donne hanno da molto tempo. Ma nell'ultimo decennio hanno fatto dei progressi stupefacenti presso la Corte Suprema, guadagnando protezione legale per l'intimità sessuale e le famiglie non convenzionali con un commovente linguaggio inimmaginabile una generazione fa.

Allo stesso tempo, dicono i giuristi, la Corte ha assestato dei colpi ai gruppi delle donne in casi che riguardavano parità di salario [Ledbetter v. Goodyear Tire & Rubber Co., Inc. - 550 U. S. 618 (2007)], assenze per malattia [Coleman v. Court of Appeals of Maryland - 566 U. S. ___ (2012) - Docket #10-1016], aborto [Gonzales v. Carhart - 550 U. S. 124 (2007)] e contraccezione [Burwell v. Hobby Lobby Stores - 573 U. S. ___ (2014) - Docket #13-354], finendo con una furiosa opinione di minoranza vergata il mese scorso dai tre giudici donna della Corte [Wheaton College v. Burwell - 573 U. S. ___ (2014) - Docket #13A1284].

Molte forze allargano questo scisma, ma la più forte è il ruolo del Giudice Anthony M. Kennedy, l'ago della bilancia della Corte. I giuristi dicono che la sua giurisprudenza è marcata da spinte sia libertarie che paternaliste, che hanno sostenuto i diritti dei gay ed assestato dei colpi ai gruppi delle donne.

Avvocato e lobbista di Sacramento, che viveva ancora nella casa in cui era cresciuto quando fu nominato da Ronald Reagan alla Corte Suprema nel 1987, il Giudice Kennedy è il prodotto di una placida esistenza di classe media in cui la maggior parte delle donne rimane nei ruoli tradizionali. Alcune delle sue opinioni giudiziarie, ha scritto il Giudice Ginsburg una volta dissentendo, rifletteva "nozioni vetuste sul posto della donna nella famiglia".

Ma il Giudice Kennedy, di 78 anni, ha sempre avuto amici gay, e la sua filosofia del diritto è caratterizzata da un grande impegno per la libertà individuale. Ha scritto le opinioni di maggioranza di tutte le tre pietre miliari della Corte sulla strada dei diritti gay, che hanno abbattuto un emendamento costituzionale del Colorado che vietava le leggi a protezione di gay e lesbiche [Romer v. Evans - 517 U. S. 620 (1996)], una legge del Texas che criminalizzava i rapporti omosessuali [Lawrence v. Texas - 539 U. S. 558 (2003)], ed il cuore del Defense of Marriage Act [United States v. Windsor - 570 U. S. ___ (2013) - Docket #12-307].

L'anno scorso egli spiegò in vividi termini perché quella legge sul matrimonio creava una distinzione incostituzionale negando i benefici [del matrimonio] alle coppie omosessuali sposate.

"La differenziazione sminuisce la coppia, le cui scelte morali e sessuali la Costituzione protegge, e la cui relazione lo stato ha cercato di nobilitare", egli scrisse, "ed umilia decine di migliaia di bimbi ora allevati da coppie omosessuali".

Il Giudice Kennedy scrive usando ben altro registro nei casi che riguardano la libertà sessuale delle donne e la maternità, dice David S. Cohen, professore di diritto alla Drexel University.

In questi casi, il Giudice Kennedy tende a votare insieme con i quattro membri più conservatori della Corte - il Presidente John G. Roberts Jr., ed i Giudici Antonin Scalia, Clarence Thomas, e Samuel A. Alito Jr. - ed ad interpretare restrittivamente le leggi a favore degli imprenditori e della libertà religiosa. In un articolo di The South Carolina Law Review che esplorava "il mondo caratterizzato dal genere del Giudice Kennedy", il Prof. Cohen conclude che "il Giudice Kennedy si basa su degli stereotipi di genere tradizionali e paternalistici su padri non tradizionali, madri idealizzate, ed il criticare le decisioni delle donne con il senno di poi".

Forse il più memorabile - ed il più sgradevole per i gruppi delle donne - brano di questo tipo si trova nell'opinione di maggioranza del Giudice Kennedy emessa nel 2007, votata 5-4 per confermare il Partial Birth Abortion Act federale. 

"Il rispetto per la vita umana trova la più alta espressione nel legame d'amore che la madre ha per il figlio", egli scrisse, "Anche se non troviamo dati affidabili per misurare il fenomeno, sembra una conclusione inattaccabile che alcune donne finiscono con il rimpiangere la loro scelta di abortire la vita infantile che hanno un tempo creato e sostenuto".

Se il Giudice Kennedy meglio incarna le pulsioni in conflitto della Corte verso i gay e verso le donne, il Giudice Ginsburg è da molti versi l'opposto. Ha votato insieme con lui nei principali casi sui diritti gay, ma nei casi sui diritti delle donne lei ha vergato aspri dissensi.

Il Giudice Ginsburg, che ora ha 81 anni, era una rinomata avvocatessa per i diritti delle donne prima di diventare un giudice, superando un percorso pieno di ostacoli a causa del suo genere. Dopo aver frequentato la Harvard Law School (una delle 9 donne in un corso di oltre 500 studenti) ed essersi laureata alla Columbia Law School, lei fu respinta da diversi studi legali e da alcuni tribunali (per il ruolo di judicial clerk, simile al nostro uditore giudiziario) perché era una donna. Quando divenne professoressa alla Rutgers School of Law, le fu detto che sarebbe stata pagata meno dei suoi colleghi maschi perché suo marito, avvocato anche lui, aveva un buon lavoro. Dopo lei sarebbe diventata la prima cattedratica della Columbia Law School.

Parlando la settimana scorsa ad un ricevimento per studenti ed ex-alunni della Duke University School of Law, lei disse che la Corte Suprema aveva fatto un grave errore in giugno nella sua sentenza sul caso Hobby Lobby, che consente ad alcuni imprenditori di non pagare l'assicurazione medica sui contraccettivi per motivi religiosi. "Non c'è modo di restringere la portata di questa sentenza", ha detto, aggiungendo che apriva la porta a discriminazioni sul lavoro contro le donne.

"Che succederà all'imprenditore la cui fede religiosa insegna che è peccaminoso assumere una donna nubile senza il consenso del padre, od una donna sposata senza il consenso del marito?", ha chiesto. La Corte, ha detto, "si è avventurata in un campo minato".

Lei ha riassunto il suo dissenso nel caso Hobby Lobby dal banco, un atto raro che segnala un violento disaccordo, una cosa che capita sì e no quattro volte per mandato. Quando il Giudice Ginsburg emette un dissenso orale, il più delle volte è in un caso che riguarda i diritti delle donne.

Nel 2007, il Giudice Ginsburg, l'unica donna della Corte Suprema all'epoca [lei è la seconda nella storia - la prima è stata Sandra Day O' Connor, ora in pensione], dissentì dal banco nel caso sull'aborto [il caso Gonzales v. Carhart - 550 U. S. 124 (2007) - citato sopra], dicendo che la visione del mondo del Giudice Kennedy era allarmante. Un mese dopo, lei pronunciò un nuovo dissenso orale in un'altra decisione 5-4, Ledbetter v. Goodyear Tire and Rubber Co., questa volta per protestare contro quella che chiamò la paralizzante interpretazione della maggioranza dei limiti di tempo per fare causa per discriminazione sessuale. Incitato dalla sua opinione dissenziente, il Congresso poi rovesciò la sentenza [con legge costituzionale].

Lei ha dissentito nuovamente dal banco nel 2012 in Coleman v. Court of Appeals of Maryland, una decisione 5-4 che limitava la possibilità di assentarsi per malattia. Nella sua opinione dominante, il Giudice Kennedy scrisse che non vedeva "molte prove di discriminazione sessuale o stereotipia sessuale nella gestione delle assenze per malattia", mentre il Giudice Ginsburg disse dal banco che la sentenza rendeva più difficile alle donne "vivere una vita equilibrata, tra casa ed un lavoro remunerativo".

I casi recenti che riguardano le donne non sono direttamente confrontabili con quelli sui diritti dei gay, che trattavano di questioni tanto fondamentali come se gli stati possono criminalizzare i rapporti omosessuali. Ed i gruppi che si occupano dei diritti dei gay dicono che c'è molto lavoro da fare prima che gay e lesbiche abbiano la protezione legale che le donne hanno da molto tempo.

In gran parte del paese, ad esempio, imprenditori e padroni di casa sono liberi di discriminare sulla base dell'orientamento sessuale. La Corte Suprema non ha mai riconosciuto [la necessità di] un più severo criterio di costituzionalità per le discriminazioni sulla base dell'orientamento sessuale, anche se lo ha fatto da tempo per quelle basate sul genere.

Per ora, dice Suzanne B. Goldberg, professoressa di giurisprudenza alla Columbia, "le recenti sentenze della corte sui diritti dei gay sembra che stiano raggiungendo le sentenze sui diritti delle donne dei primi decenni".

"Allo stesso tempo", aggiunge, "viviamo in una società che sembra più ricettiva verso i diritti dei gay che verso i diritti delle donne in generale, perciò è scoraggiante, ma non sorprendente, vedere questo riflesso in sentenze come Hobby Lobby, che non hanno visto il legame tra l'accesso alla contraccezione e l'eguaglianza delle donne".

Il Giudice Ginsburg ha suggerito che i suoi colleghi maschi talvolta non ascoltano la voce di una donna, nemmeno la sua. In un'intervista del 2009 concessa al giornale USA Today, lei disse che gli altri giudici, che allora erano tutti maschi, talvolta ignoravano le argomentazioni che faceva nei loro incontri privati.

"Io dico qualcosa - e non penso di parlare in modo confuso - e solo quando qualcun altro la dice che ognuno la prende in considerazione", disse il Giudice Ginsburg.

Tra il 2006 ed il 2009, dopo le dimissioni del Giudice Sandra Day O'Connor, e prima della nomina del Giudice Sonia Sotomayor, il Giudice Ginsburg era l'unica donna nella Corte, una situazione che lei trovava isolante e disturbante. Ora, con l'aggiunta del Giudice Elena Kagan nel 2010, ci sono tre donne, che spesso votano insieme.

Lo hanno fatto il mese scorso, dissentendo da un ordine [già citato sopra] che consentiva al Wheaton College, un'istituto cristiano dell'Illinois, di NON usare un modulo federale per richiedere l'esenzione dal requisito di pagare i contraccettivi alle dipendenti richiesto dall'Affordable Care Act [noto anche come Obamacare - cioè la riforma sanitaria di Obama]. È stata il giudice Sotomayor a scrivere l'opinione dissenziente, che accusava la maggioranza di non aver protetto "il benessere delle donne".

[Provo a spiegare il nocciolo della questione: nel caso Hobby Lobby, come spiegato qui, l'imprenditore obiettava a pagare 4 contraccettivi sui 20 previsti dall'Obamacare perché li riteneva (a torto - vedi qui) abortivi; quando c'è questo tipo di obiezioni, l'imprenditore dovrebbe compilare un modulo per chiedere all'assicurazione con cui è convenzionato di pagare i contraccettivi di tasca sua. L'assicuratore di solito lo fa volentieri, perché un parto eutocico, senza complicazioni, costa almeno 10 mila dollari (che equivalgono a 92 anni e mezzo di pillola!). Nel caso del Wheaton College, il rifiuto non era solo di pagare i contraccettivi di tasca propria, ma anche di firmare il modulo perché li pagasse l'assicurazione, perché questa veniva ritenuta complicità in un atto peccaminoso.]

Nan Hunter, professoressa di giurisprudenza all'Università di Georgetown, dice che l'opinione dissenziente era degna di nota. "Molte donne americane", lei dice, "non si sono affatto sorprese che fossero proprio quei tre giudici donna a rendersi conto che bisognava fischiare il fallo!"

(fine)

Immagino che alcuni lettori cercheranno di usare l'articolo per porre le donne contro i gay, rovesciando il modo di ragionare del Giudice Kennedy ed interpretando tendenziosamente le parole della Prof.ssa Goldberg - ma per farlo dovrebbero trovare delle donne che rifiutano i ruoli tradizionali per loro, però li vogliono imporre alle altre persone.

Cosa improbabile, anche se in un paese come il nostro, in cui è più importante il privilegio del benessere, è logicamente possibile.

In ogni caso, bisogna evitare che nasca questo genere di tensioni e mostrare che il rifiuto queer (anzi, già gramsciano) della metafisica della femminilità e della mascolinità libera anche le donne etero cis, non solo le persone LGBTQAI ed i maschi etero cis.

Un'obiezione simile la possono sollevare le frange più radicali del movimento queer, che amano evidenziare le situazioni in cui la sigla LGBT diventa in realtà GGGG (le osservazioni della Prof.ssa Goldberg fanno pensare che non siamo lontani da questo), e mostrare che la rivendicazione del matrimonio egualitario tradisce una gran voglia di "normalizzarsi", che può far comodo anche a dei conservatori come il Giudice Kennedy.

A loro si risponde: "Certo, c'è questo rischio; noi però vogliamo cambiare la struttura stessa del matrimonio".

Mi rammarico che in quest'articolo si sia cancellata la bisessualità (la transessualità è stata ignorata perché l'articolo parlava solo dell'orientamento sessuale - scelta anche questa criticabile), ma grosso danno questa volta non ne abbiamo avuto.

Raffaele Ladu
Dottore in Psicologia Generale e Sperimentale