Come una madre surrogata è diventata una madre a pieno titolo, insieme con sua moglie


Keston (sx), Andrea (centro) e Delaney Skye (dx)
[0] è un commovente articolo di The Advocate, la gloriosa rivista americana LGBT, articolo che rimpiango di non avere il tempo di tradurre per intero.

Molti omofobi sostengono che gay e lesbiche vogliono i figli per capriccio; l'articolo mostra invece come una coppia lesbica possa decidere di avere una figlia in circostanze inconsuete e che le impongono di cambiare modo di pensare.

Keston ed Andrea Otto-Dahl sono una coppia lesbica della California, regolarmente sposata come consente la legge dello stato, che un giorno si offre per un gesto di generosità: generare il figlio che una coppia lesbica aveva cercato inutilmente (e costosamente!) di partorire.

L'autrice, Keston Otto-Dahl, riferisce con una punta di compiacimento che dove non sono riusciti i medici a fecondare sua moglie Andrea, riuscì una banale siringa (come si usa è spiegato qui); ma, dopo la fecondazione si presentò un serio problema: i medici scoprirono che il nascituro era una bimba con la Sindrome di Down.

Le amiche di Keston ed Andrea rifiutarono la prospettiva di allevare la bimba che avevano commissionato; Andrea decise invece di tenerla, e convinse anche la moglie Keston (che si autodefinisce un'"ex-abilista", cioè una che disprezzava le persone disabili, ma si è resa conto che era una mostruosità) ad allevarla.

Le due donne ora sono diventate mamme, ed hanno costituito una fondazione per aiutare la loro figlia, Delaney Skye, hanno pubblicato un libro (e stanno per pubblicarne un altro) per raccontare la loro storia. Questo anche perché non condividono la scelta della coppia australiana che non ha voluto la bimba con la sindrome di Down che una mamma thailandese ha concepito per loro.