Una rilettura del mito di Callisto




Stimolato da un amico a rintracciare dei miti bisessuali, ho incontrato il mito di Callisto, raccontato molto bene in [1]. Riassumendo, secondo Bernard Sérgent, il mito di Callisto non è solo totemico (spiegherebbe infatti perché gli abitanti  dell'Arcadia discendono miticamente da un'orsa), ma descrive l’elaborata iniziazione di una giovane donna (Callisto) da parte di una più matura (Artemide), attraverso una relazione sessuale lesbica che trasmette la fecondità tra le generazioni.

Il mito sarebbe stato poi riletto in modo patriarcale inserendo Zeus che si camuffa da Artemide per sedurre Callisto (Ovidio [Metamorfosi, Libro Secondo, vv. 401-530] parla di stupro, ma l'autrice di [2] avverte che non si debbono prendere troppo sul serio le descrizioni di stupro nella mitologia greca - inoltre, se davvero Callisto fosse stata sopraffatta come Ovidio sostiene, l'ira di Artemide ed Era sarebbe stata senza ragione).

In apparenza questa lettura, proposta da un gran luminare della storia delle religioni, è inattaccabile; ma alcuni dubbi almeno penso di poterli insinuare.

Il primo dubbio è che questa lettura è essenzialista: presume che, se Zeus si trasforma in donna, è un falso, un’interpolazione interessata, una cosa che va contro la logica di un mito.

Eppure Zeus si è trasformato in una quantità di persone (come nel caso di Alcmena), animali (come nel caso di Europa) e cose (come nel caso di Danae) per possedere le sue donne (ed i suoi uomini - ad esempio Ganimede); è stato perfino gravido di Dioniso (se lo cucì all’interno della coscia per proseguirne la gestazione, dopo aver accidentalmente ucciso la madre Semele); ha generato Atena dopo aver ingoiato viva ed intera la madre Metide (che riuscì a proseguire la gravidanza dentro il corpo del dio che l'aveva fecondata); e nella mitologia greca c’è almeno un’altra persona che ha cambiato sesso (Tiresia) ed una che ha cambiato genere (Achille) - ne riparlerò poi.

Pensare che Zeus possa trasformarsi credibilmente in qualsiasi cosa tranne che in una donna mi pare si addica più al Michigan Womyn’s Music Festival che alla mitologia greca.

Ed infatti l'autore di [3] si premura di avvertirci che a Roma l'erma di Giove Termine (Giove è il corrispondente romano di Zeus) aveva i segni di ambo i sessi, e che altri miti di Zeus (come il già citato mito di Metide ed Atena) fanno pensare non solo alla bisessualità, ma anche all'ermafroditismo, e che per gli antichi greci "il potere è l'essenza della bisessualità".

Il secondo dubbio è che una rilettura patriarcale dovrebbe essere oppressiva, ma l'intervento di Zeus apre altre possibilità ai protagonisti, anziché precluderle: Zeus smette di essere cissessuale, Callisto smette di essere monosessuale.

Eva Cantarella in [4] fa notare che nella Grecia arcaica, quella dei poemi omerici (che ne registrano la transizione alla classicità) e di Saffo, il comportamento omosessuale serviva ad iniziare alla vita adulta, e nella Grecia classica era fortemente regolamentato quello tra maschi, perché conservasse il suo valore iniziatico; ma quello femminile, perduto il valore iniziatico che aveva ai tempi di Saffo, divenne perlomeno invisibile, e da quel po' che si può intuire, qualora fosse emerso, sarebbe stato considerato degno di ludibrio, non di ammirazione.

Con i criteri di oggi, l’identità sessuale normativa per il dominante maschio della Grecia classica era la bisessualità (fortemente regolamentata), per la sottomessa femmina la monosessualità che assumeva la forma dell’eterosessualità obbligatoria.

Chi sostiene la tesi della rilettura patriarcale del mito di Callisto lo deve interpretare come quello che marca la transizione per le donne greche dall’omosessualità iniziatica all’eterosessualità obbligatoria - e spiegare perché mai la prima sarebbe più femminista della seconda, visto che nessuna delle due cose viene scelta, ma sono imposizioni sociali. Per caso una tiranna femmina è migliore di un despota maschio?

A me pare invece che Callisto (sedotta, più che stuprata, ad onta del racconto di Ovidio) sia passata dalla subalternità delle monosessuali alla dominanza dei bisessuali, esercitata contro le regole eteropatriarcali della società greca, che infatti gliela fa pagare molto cara.

Inoltre, non è che Zeus ci rimetta a trasformarsi in donna: anche ad ignorare il saggio [3], i casi di Tiresia ed Achille mostrano che chi può transitare da un sesso o genere all'altro è per la mitologia greca dotato di superiori qualità.

Infatti Tiresia, che nacque uomo, visse sette anni da donna, e poi ridivenne uomo, perse la vista per aver rivelato quello che, sinceramente, era  già un segreto di Pulcinella (che le donne godono più degli uomini), ma fu l’indovino per antonomasia dalla mitologia greca; Achille fu costretto a travestirsi da donna dalla madre per non essere reclutato per la guerra di Troia, ma, smascherato da Ulisse, dimostrò un valore senza pari.

Zeus, trasformandosi in donna in quest’occasione, non fa che dimostrare per l’ennesima volta la sua supremazia sul Pantheon olimpico – non conosco altre divinità capaci di tanto (Ermafrodito, che ha dato il nome alla condizione medica e biologica, è un'eccezione più apparente che reale, perché [5] ci avverte che, pur essendo un(a) dio/dea con genealogia divina, non ricevette culto - è perciò un personaggio artistico-letterario e non religioso).

Se per i greci bisessualità e transessualità (o transgenderismo, in questo mito, visto che Zeus riesce a fecondare Callisto) offrivano più possibilità di cissessualità e monosessualità, perché interpretare il mito di Callisto come una resa per il genere femminile?

Mi è stato insegnato al Liceo (Classico) che gli elementi principali della tragedia greca erano:

  • Hybris = Arroganza
  • Phthonos Theon = Invidia degli dei
  • Nemesis = Retribuzione

Eschilo dedicò una tragedia perduta a Callisto, mostrando di ritenere l'accesso di Callisto alla bisessualità un eccellente esempio di hybris, che richiedeva una pesantissima nemesi da parte delle dee cointeressate all'eteropatriarcato:
  • Artemide caccia Callisto dal suo corteo – Artemide ha sviluppato un’omonormatività che rispecchia l’eteronormatività di Era (infatti, in una versione del mito, Callisto viene trasformata in orsa da Artemide su preciso ordine di Era), ed il fatto che la verginità anatomica sia un valore (espresso dalla locuzione americana Gold Star Lesbian = Lesbica dalla Stella d'Oro) per eteronormative ed omonormative non induce le seconde a chiedersi dove hanno sbagliato (lo fa invece l'autrice di [6]);
  • Era trasforma Callisto in orsa;
  • Callisto viene esposta al rischio di essere uccisa dal suo stesso figlio Arcade - Zeus lo evita trasformando Callisto nell'Orsa Maggiore ed Arcade nella stella Arturo (in altre versioni del mito, nell''Orsa Minore);
  • Era chiede inoltre a Teti ed Oceano di vietare alle stelle dell’Orsa Maggiore di tramontare e riposarsi (infatti sono vicine al polo celeste), cosa che però le rende utilissime ai naviganti, e quindi dubito che sia un vero danno.

Però il tempo è galantuomo: a Callisto è stata dedicata non solo l'Orsa Maggiore, ma anche un satellite di Giove, già da Galileo nel 1610; ad Era ed Artemide due asteroidi nel 19° Secolo e poco più.

Raffaele Ladu