Omofobia e bifobia

Spesso si confondono l'omofobia e la bifobia, che si possono invece paragonare a due gemelle (figlie entrambe dell'eterosessismo), però non identiche e quindi facilmente distinguibili.

Copiamo le definizioni dalle pagine 18-19 di The Bisexuality Report, pubblicato nel Febbraio 2012 da The Open University, di cui è stata pubblicata qui una traduzione italiana:

(inzio)

Bifobia

Omofobia, eterosessismo ed eteronormatività

Quando si affronta la bifobia, è importante ricordare che, come le lesbiche, i gay e chiunque si identifichi al di fuori dell’eterosessualità, le persone bisessuali sono soggette anche all’omofobia, all’eterosessismo ed all’eteronormatività. Anche le persone eterosessuali possono essere soggette all’omofobia ed alla bifobia quando la loro sessualità viene male interpretata.

L’omofobia consiste in atteggiamenti negativi verso le persone con attrazioni verso e relazioni con “lo stesso genere”, espressi come rabbia, disgusto, paura od altre emozioni negative. Comprende crimini d’odio, discriminazione sul posto di lavoro, l’uso della parola “gay” come insulto, ed il perpetuare stereotipi negativi sulle persone LGB. L’omofobia istituzionalizzata si ha quando intere strutture, organizzazioni o società sono omofobe.

L’eterosessismo si riferisce al fatto che, anche quando manca l’omofobia esplicita, la società è predisposta in modo da emarginare le persone che non sono eterosessuali. Per esempio, essere “tollerante” od “accettante” delle persone LGB è eterosessista perché presuppone che sono in qualche modo inferiori e richiedono tolleranza/accettazione. L’eterosessismo si può inoltre trovare in atteggiamenti comuni, come la percezione che le coppie “del medesimo genere” non devono dimostrare il loro affetto in pubblico, od avere gli stessi diritti delle coppie “di diverso genere”.

L’eteronormatività è il più ampio presupposto sociale che l’eterosessualità è il modo “normale” di essere. Noi possiamo vedere l’eteronormatività manifestarsi quotidianamente, come nel presupposto che il partner di una persona sia “di diverso genere” (cosicché, o correggono questo, o lasciano indiscussa questa presunzione errata). L’eteronormatività la si può pure vedere nel modo in cui le riviste per maschi e per femmine presumono che il desiderio sia di una relazione eterosessuale, od il fatto che gli auguri per gli anniversari sono pressoché esclusivamente disegnati per le coppie “di diverso genere”. L’eteronormatività è inoltre presente nel presupposto che “sesso” significhi “peniena penetrazione vaginale” o che “famiglia” significhi una coppia uomo-donna con figli (immagini che la maggior parte degli spot e dei manifesti pubblicitari perpetuano).

Le persone bisessuali possono avere inoltre più probabilità delle eterosessuali di essere soggette alla transfobia ed al cisgenderismo (attaccare o discriminare coloro che trasgrediscono i percepiti binarismi di genere, o fare delle presunzioni su come uomini e donne dovrebbero apparire o comportarsi). Questo perché la bisessualità in sé è vista da alcuni come una trasgressione del genere, in quanto non è conforme alle convenzioni di femminilità (per le donne) e di mascolinità (per gli uomini), che implicano l’essere attratti “dall’altro genere”. Inoltre, (e vale anche di più che per la sessualità lesbica e gay), l’attrazione per più di un genere può essere vista come una sfida al binarismo di genere per le persone bisessuali che non distinguono le persone in base al genere.

Bifobia

La bifobia consiste in atteggiamenti, comportamenti e strutture negative dirette in modo particolare verso chiunque sia attratto da più di un genere. La bifobia si perpetua nelle rappresentazioni comuni delle persone bisessuali (vedi sopra) e spesso si riscontra che gli atteggiamenti verso le persone bisessuali sono ancora più negativi di quelli verso altri gruppi di minoranza. Un’idea collegata è quella di “privilegio monosessuale”, che si riferisce al privilegio che sperimentano tutti coloro la cui attrazione (dichiarata) è verso un genere solo.

Abbiamo già sfiorato molte delle più comuni manifestazioni di bifobia nelle nostre precedenti considerazioni sull’invisibilità bisessuale e sulle rappresentazioni bisessuali. La lista seguente riassume alcune delle forme più comuni di bifobia:

Forme comuni di bifobia

Negazione bisessuale

●Mettere in discussione l’esistenza della bisessualità o di certi gruppi (per esempio, gli uomini bisessuali, o le persone bisessuali di colore).

●Credere che le persone bisessuali debbano “chiarirsi le idee” o “smetterla di star seduti sulla ringhiera”.

●Vedere le persone bisessuali come “confuse” sulla loro sessualità.

Invisibilità bisessuale

●Presumere che le persone siano o etero o lesbiche/gay.

●Parlare di “omofobia” anziché di “omofobia e bifobia” quando si parla di atteggiamenti, comportamenti e strutture negative verso le persone LGB.

●Descrivere le relazioni “con il medesimo genere” come “lesbiche” o “gay”, e quelle “di diverso genere” come “relazioni eterosessuali”, dacché questo ignora il fatto che queste relazioni possono includere una o più persone bisessuali. Questo vale per parole come “coppie” e “genitori” oltreché “relazioni”.

●Desumere la sessualità delle persone dalla loro attuale relazione (etero se sono con qualcuno di “diverso genere” e lesbiche/gay se sono son qualcuno del “medesimo genere”).

●Presumere che l’attrazione verso più di un genere, o l’identificarsi come bisessuale, sia una tappa sulla strada verso un’identità etero oppure lesbica/gay.

●Mettere in discussione la bisessualità di una persona a meno che non abbia fatto sesso con più di un genere (raramente si mette in discussione in questo modo l’eterosessualità prima che uno abbia fatto sesso con qualcuno di “diverso genere”).

●Premere sulle persone bisessuali perché diventino lesbiche/gay e/o riconoscere solo i loro partner del “medesimo genere”.

Esclusione bisessuale

●Non fornire alcun servizio specifico per i bisessuali, ma aspettarsi che le persone bisessuali usino una combinazione di servizi eterosessuali e lesbici/gay.

●Sostenere di parlare per le persone LGB ed LGBT, e poi non includere la “B” nel nome o nel proclama della missione di un gruppo, trascurare le specifiche problematiche bisessuali, e/o togliere la “B” dal materiale.

Emarginazione bisessuale

●Lasciar correre dei commenti bifobici quando invece non si lascerebbero correre commenti omofobici.

●Presumere che si può scherzare sulla bisessualità in un modo che non sarebbe permesso sulla sessualità lesbica/gay.

●Dare la priorità alle questioni lesbiche e/o gay rispetto a quelle bisessuali.

●Non stringere rapporti con individui o gruppi bisessuali per questioni di politica e pratica.

●Fare tante domande sulla bisessualità di una persona, che sarebbero ritenute offensive se fatte sulla sessualità di una persona etero, lesbica o gay.

Stereotipi negativi

●Vedere le persone bisessuali come avide, oppure, che “vogliono la botte piena e la moglie ubriaca”.

●Vedere le persone bisessuali come untori.

●Presumere che le persone bisessuali siano promiscue od incapaci di esser monogame.

●Presumere che le persone bisessuali siano delle rovinafamiglie.

●Pensare che le persone bisessuali siano manipolatrici, malvagie, o tragiche.

●Pensare che le persone bisessuali lasceranno sempre i loro partner del “medesimo” o di “diverso” genere.

●Presumere che le persone bisessuali possano passare da etero e siano perciò privilegiate oppure scelgano la “via più facile”.

●Denigrare l’attrattiva delle persone bisessuali.

●Vedere le persone bisessuali solo nei termini delle loro pratiche sessuali, per esempio come oggetti per realizzare delle fantasie erotiche (come le storie a tre).

●Presumere che le persone bisessuali siano capaci di farlo con “qualsiasi cosa si muova”.

Un’esperienza bisessuale:

“Alcuni dicono che la bisessualità non è che una fase. Beh, quando ero adolescente le ragazze non mi attraevano proprio. Ero gay. Sono entrato in dei gruppi gay, ho avuto un fidanzato per molto tempo ed ho fatto il coming out con la mia famiglia. Ne ero completamente sicuro. Ma nei miei primi vent’anni ho cominciato a fantasticare sulle donne. Non è che io fossi sempre stato attratto dagli uomini ma lo volessi negare – è cambiata la mia sessualità. Per me la ‘fase’ è stata l’essere gay. E forse la mia sessualità cambierà di nuovo – ma ora sono bisessuale da vent’anni”.

Discriminazione doppia

Un’altro problema specifico della bifobia è la discriminazione doppia: il fatto che le persone bisessuali possono essere discriminate sia dagli etero che dalle persone lesbiche e gay. Entrambi i gruppi possono essere sospettosi di partner bisessuali (temendo di essere lasciati per qualcuno dell’”altro genere” e presumono che le persone bisessuali siano una minaccia per le loro relazioni. Alcune persone lesbiche e gay possono inoltre sentirsi minacciate se hanno esse stesse dell’attrazione verso “l’altro genere” e devono affrontare la dura prospettiva di un secondo “coming out” se si identificano come bisessuali [NdT: si trovano insomma nella stessa situazione del Cardinal Torquemada, che era di origine ebraica e per questo ferocissimo con i marrani, in quanto doveva dimostrare di non avere nessuna pietà nemmeno con l’ebreo dentro di lui]. Inoltre, alcune persone possono sentire che l’esistenza della bisessualità “intorbida le acque” in un modo che mette in discussione la base su cui hanno combattuto per i loro diritti [NdT: un problema molto serio che non si può ridurre ad una nota in calce].

Può essere particolarmente difficile per le persone bisessuali essere escluse o respinte da individui o gruppi lesbici e gay in cui speravano di trovare sicurezza e comunità. Esempi storici comuni di tali esclusioni comprendono l’aver dovuto lottare per avere il permesso di partecipare ai cortei dei Pride, essere relegati al retro di questi cortei, e non avere nessun bisessuale sul palco insieme con le persone lesbiche, gay e trans. Alcuni club e servizi gay avevano pure la porta aperta solo per i gay, il che significava che le persone bisessuali dovevano mentire per partecipare. La recente legislazione sui beni e servizi rende illegali queste politiche, ma resta questo retaggio tra le persone bisessuali che oggi accedono ai servizi, e c’è tuttora il timore tra i bisessuali britannici che verranno respinti se cercheranno di entrare nei gruppi LGBT.

Un’esperienza bisessuale:

“Nel club gay che abbiamo in zona continuo a buscarle perché sono bi. Altre donne mi hanno detto che le facevo vergognare, hanno detto che avevano “la stella d’oro” perché non andavano a letto con gli uomini. C’è un gruppo di sostegno che si incontra, ma non voglio andarci – alcune ci vanno, perciò non è LGBT, ma LG e basta. Per questo ho preferito chiamare i Samaritani [che nel Regno Unito fanno prevenzione del suicidio].”

(fine)

Raffaele Ladu