Il Milk Verona Lgbt Community Center sta traslocando, e tra le vecchie carte ho trovato una tesina in antropologia redatta nel 2014 sui pregiudizi che le varie identità LGBTQIA+ (non si usava allora quella
sigla) provavano l'una contro l'altra, indagati attraverso delle interviste ai frequentatori del Milk, di cui allora l'Associazione Lieviti non faceva parte.
La tesi è carina e cerca pure di spezzare una lancia a favore dei bisessuali, elencando tutti i pregiudizi contro di loro, dalla bicancellazione in giù, e lamentando che l'assenza dal Milk dell'Associazione
Lieviti non aiutasse (allora) a superarli, ma cade miseramente a poca distanza dal traguardo, con una nota in calce che esprime un pregiudizio bifobico molto pericoloso:
La definizione a cui ho fatto riferimento è riportata in un volantino dell'associazione Lieviti che riporta: "Bisessuale è la persona che riconosce di essere attratta - romanticamente e/o sessualmente -
dalle persone di più di un sesso o genere. Non necessariamente nello stesso momento, non necessariamente allo stesso modo, non necessariamente nello stesso grado". Sotto a questa definizione precisano:
"Persone di più di un sesso e/o genere perché non crediamo nel binarismo dei generi e siamo aperti alle persone trans come alle cis", il che rende la definizione sbagliata [corsivo di RYL]. Questa è
in realtà la definizione della pansessualità, che non dà importanza al genere o al sesso, mentre la differenza con la bisessualità è proprio il fatto che questa si basi sul binarismo dei generi/sessi
[altro corsivo di RYL]. Per dire questo faccio riferimento alla definizione di pansessualità trovata su Wikipedia (perché non esiste un glossario ufficiale al riguardo che sia delle associazioni principali
come Arcigay e Arcilesbica) e alle definizioni di bisessualità trovate su diversi siti tra cui Wikipedia e Sostegnogay.it, oltreché discusse sul campo.
A me spiace dirlo, ma nessuna delle fonti citate è un'autorità nel campo della bisessualità - Arcigay ed Arcilesbica si sono dimostrate paradossalmente più sagge tacendo;
il volantino di Lieviti letto e citato dagli autori precisava che la definizione data di bisessualità era "ispirata a
Robyn Ochs", la quale era ed è una delle donne bisessuali più influenti d'America, che ha ispirato tutto il movimento bisessuale contemporaneo, nonché la nostra maestra
Shiri Eisner - non potevamo presentare Robyn Ochs nello spazio di un volantino, ma una banale
web search avrebbe mostrato 1. l'autorevolezza della fonte; 2. la precisione con cui l'avevamo citata.
Per saperne di
più leggete
questa pagina web (oppure
la versione italiana da me tradotta per l'occasione), che riporta non solo la definizione della titolare del sito (Robyn Ochs), ma anche
quelle delle principali organizzazioni bisessuali di lingua inglese - tutte coerenti tra loro, ma che prendono a cornate quella che hanno in mente gli autori della tesi, come potete constatare con i vostri occhi. L'unica scusa che hanno gli autori è che questa pagina è stata compilata solo nel 2015, dopo che avevano presentato la loro tesina.
Nel 2016 io (vicepresidente di Lieviti) e mia moglie (presidentessa di Lieviti) abbiamo partecipato all'
Eurobicon di Amsterdam, e siamo stati lodati per aver fatto inserire un'abbreviazione di codesta
definizione ("persone che possono essere attratte da più di un sesso e/o genere") nel
manifesto politico del
Treviso Pride del medesimo anno - pare che sia stato il primo Pride europeo a por fine alla cancellazione
bisessuale, e lo ha fatto bene, con una definizione adeguata e soddisfacente per tutti i bisessuali d'Europa e d'oltreoceano (ad Amsterdam c'erano anche la citata Robyn Ochs, Ruth Baldacchino dell'
ILGA [siamo l'unica organizzazione veronese orgogliosa di appartenerle], e
Meg John Barker, prima autrice del successivamente citato
The Bisexuality Report).
Dichiarare la nostra definizione di bisessualità sbagliata dimostra solo l'ignoranza degli autori della tesi, paragonabile a quella dello studente ginnasiale che si permette di correggere la grammatica di
Omero ed altri poeti greci di gran vaglia, perché non si rende conto che loro non scrivono nell'idea di lingua greca che si è fatto lui, sulla base del dialetto attico del 5° Secolo AEV descritto come
normativo dalle grammatiche del liceo classico.
Non è inoltre educato (a dir poco!) parlar male degli assenti, e come gli autori hanno trovato la nostra definizione di bisessualità nel volantino, hanno trovato anche il nostro numero di telefono e la
nostra mail, ed avrebbero potuto chiederci perché avevamo scelto una definizione di bisessualità che non li aveva convinti - gli avremmo spiegato tutto risparmiando a noi il dovere ed a loro l'imbarazzo di
una confutazione pubblica.
Curiosamente, subito dopo quella nota, si trova questa citazione bibliografica:
M. Barker, C. Richards, R. Jones, H. bowes-Catton, T. Plowman, J. Yockney, M. Morgan, The Bisexuality Report: bisexual inclusion in LGBT equality and diversity. The Open University.
Il documento
si può leggere qui in originale, ed alle pagine 3 ed 11-12 dà delle definizioni di bisessualità - riportiamo
quella alle pagine 11-12 (omettendo le note - il corsivo lo abbiamo aggiunto per indicare un inciso) perchè più completa (tranquilli, dopo vi faccio leggere la traduzione):
DEFINITIONS
Bisexuality generally refers to having attraction to more than one gender. It is a broad umbrella term which may include the following groups and more:
- People who see themselves as attracted to ‘both men and women’.
- People who are mostly attracted to one gender but recognise that this is not exclusive.
- People who experience their sexual identities as fluid and changeable over time.
- People who see their attraction as ‘regardless of gender’ (other aspects of people are more important in determining who they are attracted to).
- People who dispute the idea that there are only two genders and that people are attracted to one, the other, or both.
Bisexual experience: “When I was slowly realizing that I was bi, the first thing was ‘I fancy women’ then it was ‘I don’t think actually gender is that relevant’ ... my tagline is that gender is like eye
colour, and I notice it sometimes, and sometimes it can be a bit of a feature it’s like ‘oo, that’s nice’ and I have some sorts of gender types, but it’s about as important as something like eye
colour.”
OTHER TERMINOLOGY
Some in the latter three groups may prefer words like pansexual, omnisexual or queer (see glossary) to bisexual, sometimes because these words don’t have ‘bi’ in them. This is because the ‘bi’ in bisexual
can be seen as implying that there are two genders. Others understand the ‘bi’ in bisexual as referring to both ‘same-gender’ and ‘other-gender’ attraction, meaning that it is open to an understanding of there being multiple genders. There can also be a criticism that bisexuality maintains gendered attraction as the defining aspect of a person’s sexuality.
Some in asexual (ace) communities prefer the term ‘biromantic’ as it does not imply having sexual attraction/contact. Some who experience their sexual identities as changeable over time often prefer not to
use labels, whilst some use bisexual, some use queer, or fluid, or other such words, and others see themselves as heterosexual, lesbian or gay.
Many people use more than one of these terms to describe themselves (e.g. bisexual and queer). For example, around half of the attendees at a national UK event (BiCon) reported that they used more than one
of the terms: bisexual, queer, heterosexual/straight, lesbian/gay/homosexual. This is similar to the way in which, for example, a woman who is attracted to women might describe herself as a gay woman, a
lesbian, a dyke, queer, or some combination of these labels.
Come promesso, ecco la traduzione del presente brano, tratta dalla versione che ci eravamo permessi di tradurre in italiano già nel 2013 -
cliccate qui per la nostra
versione completa, e proseguite per leggere proprio la traduzione del precedente brano in inglese:
DEFINIZIONI
La bisessualità generalmente si riferisce ad essere attratti da più di un genere. È un ampio ombrello che può includere i seguenti gruppi ed altri:
- Le persone che si vedono attratte “sia dagli uomini che dalle donne”.
- Le persone che sono attratte soprattutto da un genere, ma riconoscono che questo non è esclusivo.
- Le persone che sperimentano la loro identità sessuale come fluida e cangiante nel tempo.
- Le persone che vedono la loro attrazione come “indipendente dal genere” (altri aspetti delle persone sono più importanti nel determinare coloro da cui sono attratti).
- Le persone che mettono in discussione l’idea che ci siano solo due generi e che le persone sono attratte ad uno, all’altro, od ad entrambi .
Un’esperienza bisessuale: “Quando stavo pian piano rendendomi conto di essere bi, la prima cosa che pensai fu ‘Mi piacciono le donne’, poi ‘Non credo che il genere conti poi tanto’ … il mio motto è che il
genere è come il colore degli occhi; qualche volta lo noto, e qualche volta può essere davvero importante – è come dire ‘Oh, questo è bello’, ed ho dei generi che mi attraggono, ma sono importanti più o meno
come il colore degli occhi”
ALTRE TERMINOLOGIE
Alcuni negli ultimi tre gruppi preferirebbero parole come pansessuale, onnisessuale o queer (vedi glossario) a bisessuale, talvolta perché queste parole non hanno il prefisso “bi”. Questo perché la parola
“bi” di bisessuale può essere interpretata come se implicasse che i generi sono due. Altri interpretano il “bi” di bisessuale come un riferimento all’attrazione sia per “lo stesso genere” che per “gli altri
generi”, intendendo che è aperto alla comprensione che i generi sono molteplici. Ci può essere anche la critica che la bisessualità mantiene l’attrazione per dei generi come l’aspetto fondamentale della
sessualità di una persona.
Alcuni nelle comunità asessuali (ace) preferiscono il termine ‘biromantico’, dacché non implica avere attrazione o contatti sessuali. Alcuni che sperimentano la loro identità sessuale come cangiante nel
tempo spesso preferiscono non usare etichette, mentre altri usano bisessuale, altri usano queer, o fluido, od altre parole simili, ed altri si vedono come eterosessuali, lesbiche o gay.
Molte persone usano più di uno di questi termini per descriversi (per esempio, bisessuale e queer). Per esempio, circa la metà dei partecipanti ad un evento nazionale britannico (BiCon) ha riferito di aver
usato più di uno dei termini: bisessuale, queer, etero(sessuale), lesbica/gay/omosessuale . Questo somiglia al modo in cui, per esempio, una donna attratta dalle donne potrebbe descriversi: come una donna
gay, una lesbica, una camionista, una queer, od una combinazione di queste etichette.
Come vedete, il documento che loro stessi hanno citato dà agli autori torto marcio, e citare una fonte senza averla capita è una cosa sempre meno tollerabile perfino su Facebook, non lo è mai stato in una
tesina universitaria!
Da molto tempo il movimento bisessuale si è sganciato dal binarismo implicito nell'etimologia della parola (va ricordato che è stata coniata agli inizi del 19° Secolo EV per indicare le piante dioiche e gli
animali ermafroditi - ovvero gli organismi viventi che hanno organi genitali sia maschili e femminili perfettamente funzionanti, e solo Havelock Ellis ha trapiantato il termine nella sessuologia) e si
rifiuta di sostenere il binarismo dei sessi e dei generi.
Tanto per intenderci, la britannica
National Union of Students, nella sua
LGBT+ Conference dell'8-9 Marzo 2017, ha deciso di rinominare il "Bi caucus" ed il "Bi Students' rep" come "Bi+ ...", e di sostituire, in tutti i documenti dell'organizzazione, l'abbreviazione "Bi" con "Bi+"
per rendere evidente a tutti (anche agli autori della tesi, non solo agli addetti ai lavori) che si vuole scardinare il binarismo dei sessi e dei generi e ci si vuol rivolgere anche a tutti coloro che non sono
attratti solo e semplicemente dagli uomini e dalle donne. Potete
leggere qui la notizia, anche se l'articolo ha il torto di presentare l'innovazione come una novità anziché un chiarimento.
Le fonti che ho citato fanno rientrare la pansessualità sotto l'ombrello bisessuale; chi vuole comunque mantenere questa sottile differenza tra "bisessualità" e "pansessualità" deve ricordare che il
bisessuale, pur non necessariamente convinto che i generi siano due soltanto (li può anche concepire come un continuum, fors'anche pluridimensionale, ed essere sempre e comunque bisessuale), ritiene che il genere delle persone conti per la sua
attrazione sessuale e/o romantica (ma, come potete constatare
qui o
qua,
Bisexual Index, un'organizzazione britannica, ritiene che una persona che non dà importanza al genere sia comunque bisessuale); il pansessuale invece non sa che farsene - ovviamente sa riconoscere il genere delle persone (inquadrato magari in un sistema suo personale), ma la sua attrazione sessuale e/o romantica lo ignora.
Ci sono dei pansessuali che, anacronisticamente ormai, rimproverano i bisessuali di binarismo, e la credenza che le persone ed il movimento bisessuale siano intrinsecamente binari è un pregiudizio assai
pericoloso, che può far credere che le persone non binarie nel mondo bisessuale non siano benvenute - mentre al contrario sono benvenute (Shiri Eisner avvertì in un post su Facebook che in una coppia composta da un*bisessuale ed un*"eterosessuale cisgender", quest'ultim* è in realtà una persona trans omosessuale di cui si è frainteso il genere - è il mio caso, di "lesbica pene-positiva"), e noi (attivisti) bisessuali ci vantiamo di scardinare la matrice eterosessuale, che
prescrive la coerenza di corpo, genere e desiderio, non meno delle persone pan, queer e trans.
Ci sono persone ed organizzazioni non solo pansessuali, ma anche queer e trans che sono diventate bifobiche a causa di questo fraintendimento, e dobbiamo fare di tutto per chiarirlo. Spiacente per chi cita
fonti che non ha capito e non vuole perdere tempo a scrivere od a telefonare ad organizzazioni di cui non comprende le prese di posizione.
Raffaele Yona Ladu
Vicepresidente di Lieviti
Ebre* umanista gendervague
Soci* di Autistic Self-Advocacy Network