Il primo incontro pubblico dell'intergruppo LGBTQ* alla Knesset: c'eravamo





Ieri si è fatta la storia alla Knesset, il parlamento israeliano, con il primo incontro pubblico dell'intergruppo LGBT, concentrato sulle questioni trans (l'argomento del Pride di Tel Aviv di quest'anno), come mostra questa foto:



Grazie a [0], noi (io e Luigia) c'eravamo:



Abbiamo scattato le foto che i miei amici possono vedere in [2a] e [2b], e prossimamente metteremo online le registrazioni audio (non eccezionali, e non complete, diciamolo subito) dell'incontro (in ebraico e traduzione simultanea inglese eseguita dalla Knesset).

C'era oltre un quarto dei deputati presenti, che hanno parlato ed ascoltato, come potete inoltre leggere in [1].

L'evento è stato importante anche per me [Raffaele Yona Ladu] perché, vestendomi da donna mi sono letteralmente presentato alla "Knesset Yisrael = Assemblea d'Israele" come lesbica transgender.

In Italia non sarebbe stato in alcun modo possibile: soltanto una persona trans si rende conto della crudeltà implicita in queste parole del regolamento della Camera dei Deputati [vedi 3]:
Agli uomini è inoltre richiesto di indossare giacca e cravatta.
La discriminazione è evidentissima a chi non abbia gli occhi bendati dall'eteronormatività, ritengo offensivo per l'intelligenza del lettore doverla spiegare nuovamente qui [vedi eventualmente 4], tantopiù che in Israele l'hanno capita pure i ragazzini di ogni genere - e nessun deputato dichiaratamente LGBT ha mai pensato di rimuoverla. E da queste persone ci aspettiamo qualcosa di diverso dallo status quo.

In Israele invece le poche cose che sono vietate a chi fa visita alla Knesset sono elencate in [5]; in questi divieti non c'è discriminazione di genere, anche se secondo me (che sono naturista) sono ingiustificati.

Ed infatti Israele esporta tecnologia in America, l'Italia importa omo-bi-transfobia dalla Russia.

Raffaele Yona Ladu