L'articolo citato comunica che le carte d'identità israeliane ora escono in due versioni: quella classica, con lo spazio per il nome del padre e quello per il nome della madre, e quella omogenitoriale, con lo spazio per i nomi dei due padri, o delle due madri.
La versione classica aveva un serio inconveniente: quando Noa Evron fu chiamata alle armi, e mostrò una carta d'identità classica, che riportava Yehudit come madre ed Aviva come padre, l'impiegato delle forze armate chiese a Noa se Aviva l'aveva generata quando era ancora un maschio.
La versione omogenitoriale non avrebbe dato adito ad equivoci, e non avrebbe costretto Noa a dissiparli. Il Ministero dell'Interno israeliano, d'altro canto, ha dichiarato di essere stato già pronto a questo passo, e di aver solo aspettato di trovare un* richiedente del nuovo tipo di carta d'identità.
In Israele è consentita la "stepchild adoption = adozione del figlio del(la) partner", e sono già centinaia i bambini che per questo risultano avere due genitori del medesimo sesso. Il nuovo tipo di carta d'identità semplifica loro la vita.
In Italia già nel 1957 è stato vietato di far riferimento alla paternità ed alla maternità di una persona nei documenti d'identità - questo per non imbarazzare i figli illegittimi. Non sembra necessario perciò un passo simile nel nostro paese.
Non guasterebbe però poter indicare nei documenti un genere diverso da quello maschile o femminile - le norme ICAO consentono già di specificare nel passaporto "X" al posto di "M" od "F".
Raffaele Ladu
Dottore in Psicologia Generale e Sperimentale