[1] http://www.lanuovabq.it/it/articoli-don-di-noto-lideologia-gender-fa-il-gioco-dei-pedofili-17370.htm
Notevoli reazioni ha suscitato l'articolo [1], di cui riportiamo qui il brano a cui ci è parso opportuno rispondere:
L’ideologia gender intende relativizzare ogni aspetto del sesso di nascita del bambino, questo è un pericolo ulteriore?Quello del gender è problema molto serio e delicato, rientra nel colonialismo relativista come ha più volte sottolineato papa Francesco. Noi sappiamo benissimo che ci sono frange internazionali che fanno forti pressioni affinché il bambino diventi un uomo indistinto dal punto di vista sessuale. Questo fa il gioco dei pedofili perché loro guardano ai bambini al di là del sesso di appartenenza. I pedofili sono attratti dai bambini prepuberi. Per intenderci dirò una cosa brutale ma che rende l’idea: un pedofilo non andrebbe mai con una bambina che ha già le mestruazioni. Infatti in molti casi è più giusto parlare di “infantofilia”. Per il pedofilo ha poca importanza il sesso del bambino, che sia maschio o femmina. Per loro è importante che il bambino non abbia caratteristiche sessuali mature. Allora il gender si collega a questi moti relativisti culturali, ecco possiamo dire che il gender crea un terreno fertile a queste tendenze. Insomma in natura nasciamo maschi o femmine e negare questo crea già qualcosa di sbagliato.
Allora, l'articolo [2], che rappresenta molti altri dello stesso tenore, avverte che, contrariamente a quello che dice Ferdinando Di Noto, esistono abusatori sessuali di bambini (spiegherò poi perché preferisco quest'espressione al termine "pedofili") che concupiscono solo bambini di sesso/genere maschile, altri che concupiscono solo bambini di sesso/genere femminile, ed altri che si pongono più o meno nel mezzo - ovvero concupiscono bimbi di ambo i sessi/generi, manifestando talvolta una preferenza sessuale o di genere, talvolta no.
Ferdinando Di Noto dice quindi una cosa che l'osservazione clinica e criminologica hanno già smentito, senza portare alcun elemento nuovo per riaprire il dibattito. Il richiamo all'"ideologia del gender" non ha maggior valore del chiamare la pedofilia un "olocausto silenzioso", come mostra il titolo del libro [3].
Per quanto sia grave l'abuso sessuale dei minori, esso non si configura infatti come un genocidio (pregasi ripassarne la definizione in [4]), e tantomeno mostra le peculiarità che distinguono l'Olocausto, ovvero lo sterminio degli ebrei perpetrato dai nazisti tra il 1941 ed il 1945, dagli altri.
Devo considerare questo paragone solo come ulteriore dimostrazione che per Di Noto il sensazionalismo prevale sul rigore scientifico e metodologico, e sull'esigenza di non coinvolgere minoranze che hanno già pagato tanto, anche a causa dell'insegnamento del disprezzo perpetrato per secoli dalla chiesa di cui è ministro.
Ho detto che bisogna distinguere gli "abusatori sessuali di bambini" dai "pedofili" - questo perché la pedofilia non è, a rigore, un comportamento, ma una diagnosi psichiatrica: il pedofilo è una persona che "prova un interesse sessuale" (non "ha un orientamento sessuale" - vi spiegherò poi la differenza) per le persone il cui corpo non è ancora maturato sessualmente, mentre gli abusatori sessuali di bambini sono persone che hanno rapporti sessuali con persone che non hanno ancora raggiunto l'età del consenso (in Italia, nella maggior parte dei casi, è di 14 anni).
Va precisato che non tutti gli abusatori sessuali di bambini sono pedofili in senso clinico e non tutti i pedofili abusano di bambini; per entrambe le categorie di persone vale comunque la puntualizzazione precedente: c'è chi vuole bambini di un solo sesso/genere, chi preferisce bambini di un sesso/genere rispetto all'altro, chi non ha preferenze.
E rendo omaggio alla malvagità dei nostri detrattori precisando che come associazione non abbiamo alcuna simpatia nè umana nè politica verso gli abusatori di bambini - sono l'unico socio ebreo, ma tutti i nostri soci condividono in questo caso il Midrash che attribuisce queste parole a rav Eli'ezer: "Chi diventa pietoso con il crudele diverrà infine crudele con il pietoso" [5], ed incoraggiamo ovviamente le loro vittime a denunziarli.
Per quanto riguarda i pedofili, va distinto se siamo di fronte ad una "parafilia" (desiderio controllabile) o ad un "disturbo parafiliaco" (desiderio incontrollabile che porta a violare le regole sociali): nel primo caso, la sofferenza resta in capo al pedofilo, e va lasciato a lui il decidere se cercare un trattamento (con poche possibilità di successo, purtroppo); nel secondo caso ci troviamo di fronte ad un abusatore di bambini.
La differenza tra "interesse sessuale" ed "orientamento sessuale" è molto semplice - cito la definizione di quest'ultimo che ho dato in [6] traducendo la pubblicazione [7]:
L'orientamento sessuale si riferisce ad una struttura durevole di attrazioni emotive, romantiche e/o sessuali verso gli uomini, le donne, od entrambi i sessi. L'orientamento sessuale si riferisce inoltre al senso di identità di una persona basato su queste attrazioni, sui comportamenti relativi, e sull'appartenenza ad una comunità di altre persone che condividono queste attrazioni.
(...)
L'orientamento sessuale si distingue dalle altre componenti del sesso e del genere, tra cui il sesso biologico (le caratteristiche anatomiche, fisiologiche e genetiche associate con l'essere maschio o femmina), l'identità di genere (il senso psicologico di essere maschio o femmina) ed il ruolo sociale di genere (le norme culturali che definiscono il comportamento femminile e maschile).
Di solito si discute dell'orientamento sessuale come se fosse solo una caratteristica dell'individuo, come il sesso biologico, l'identità di genere, o l'età. Questa prospettiva è incompleta perché l'orientamento sessuale si definisce in termini di relazione con gli altri. Le persone esprimono il loro orientamento sessuale attraverso il comportamento con gli altri, anche con azioni tanto semplici come tenersi per mano o baciarsi. Perciò l'orientamento sessuale è strettamente legato alle relazioni personali intime che rispondono a necessità profondamente sentite di amore, attaccamento ed intimità. Oltre ai comportamenti sessuali, questi legami comprendono le affettuosità espresse in modo fisico, ma non sessuale, scopi e valori condivisi, mutuo sostegno, ed impegno continuativo. Perciò l'orientamento sessuale non è semplicemente una caratteristica personale intraindividuale. Semmai, l'orientamento sessuale di una persona definisce il gruppo di persone in cui uno ha la probabilità di trovare le relazioni romantiche soddisfacenti ed appaganti che sono una componente essenziale dell'identità personale per molte persone. [Tutti i corsivi sono stati aggiunti dal traduttore]
Il bambino e l'animale non possono avere questo tipo di relazioni intime, ed a chi cerca rapporti sessuali con un bambino od un animale queste cose non interessano - lo stesso articolo [2] avverte che molti pedofili non hanno sviluppato un orientamento sessuale così definito verso le persone adulte.
Questo vieta di considerare la pedofilia e la zoofilia orientamenti sessuali, e di adottare il ragionamento del "piano inclinato e scivoloso" - ovvero se legittimiamo transessualità, omosessualità, bisessualità e pansessualità, legittimiamo per forza di cose anche pedofilia e zoofilia.
Noi ci siamo sentiti obbligati a rispondere all'intervista di Di Noto per il semplice motivo che noi ci occupiamo di persone bisessuali (ovvero, che amano persone adulte di più di un sesso/genere, ma ritengono importante la distinzione tra sessi e/o generi) e pansessuali (che amano le persone adulte indipendentemente dal loro sesso/genere).
Non è che il pansessuale non sappia distinguere le persone in base al sesso/genere: semplicemente il suo orientamento sessuale gli fa amare le persone per la loro personalità e non per la loro anatomia. Egli sfugge all'incatenamento al corpo biologico che Emmanuel Lévinas [8] e Miguel Amensour [9], commentando il precedente, hanno riconosciuto come la base della filosofia dell'hitlerismo (non dell'ebraismo, non del cristianesimo).
L'orientamento sessuale è moralmente neutro, una fortuna che hanno sviluppato quasi tutti gli adulti (ma non alcuni pedofili), e non può essere cambiato volontariamente (prova macabra ne danno le migliaia di uomini omosessuali suppliziati ed uccisi per questo - il concreto pericolo di morte non bastò a motivarli a cambiarlo).
Non si diventa pansessuali perché "intortati" da un'ideologia che non esiste, ed il modello del pansessuale non è il bambino reso androgino, bensì l'adulto maturo cognitivamente ed emotivamente.
Raffaele Yona Ladu
Ebre* genderqueer
Dottore in Psicologia Generale e Sperimentale
Vicepresidente di Lieviti
Associazione di Bisessuali, Pansessuali e Queer