Tra le mie tante colpe c'è l'essermi iscritto alla Facoltà Valdese di Teologia - Corso di Laurea (a distanza) in Scienze Bibliche e Teologiche, e pur non essendovi tenuto, l'aver deciso di studiare l'ebraico biblico ed il greco del Nuovo Testamento.
Vi chiederete: "Ma se sei ebreo, perché hai fatto questo?" La risposta è che la facoltà è aperta a chiunque, ed il mio "coming out" come ebreo è stato bene accolto; mi dà l'occasione di studiare la Bibbia ebraica (anche se in maniera che un ebreo troverebbe incompleta), ed il Nuovo Testamento, anche nei suoi numerosi "semitismi" di linguaggio, tradisce l'essere opera di autori ebrei.
Per chi non ha paura delle sfide intellettuali, è una bella esperienza; e prima ancora di dare gli esami di ebraico e greco, comincio a ricavare qualcosa da questi studi.
Prendiamo ad esempio la preclara giornalista Costanza Miriano, autrice del libro "Sposati e sii sottomessa".
Per chi non ha paura delle sfide intellettuali, è una bella esperienza; e prima ancora di dare gli esami di ebraico e greco, comincio a ricavare qualcosa da questi studi.
Prendiamo ad esempio la preclara giornalista Costanza Miriano, autrice del libro "Sposati e sii sottomessa".
Secondo quest'articolo, codest'autrice avrebbe spiegato il titolo del suo libro, ferocemente criticato in Spagna da deputatesse che lo hanno denunciato come istigatore alla sottomissione femminile, e potenziale motivatore alla violenza di genere, dicendo:
“Spose sottomesse ai vostri mariti è l’invito di San Paolo nella Lettere agli Efesini. Sottomesse nel significato di stare sotto, sostenere, sorreggere, perché sotto si mette chi è più solido e resistente, perché è chi sta sotto che regge il mondo”.
Questa bizzarra interpretazione dell'Epistola agli Efesini mi aveva colpito, ed ho cercato in Internet la conferma che questa frase fosse proprio di Costanza Miriano - e credo di averla trovata in quest'intervista apparsa sul sito dell'Associazione Nazionale Famiglie Numerose, di cui cito questo brano:
Non sono mica io a scegliere questa parola! E’ san Paolo, nella lettera agli Efesini. La parola sembra offensiva, a noi donne di oggi, perché non sappiamo uscire dalla logica del dominio e della sopraffazione, che spesso vige in molte coppie. (...) Invece essere sottomesse significa letteralmente stare sotto, cioè sostenere tutti i membri della famiglia, sorreggere, accompagnare i più deboli.
Quindi, devo pensare che di quest'interpretazione insostenibile Costanza Miriano porti tutta la responsabilità - lo conferma nel suo blog, dove appare in questa pagina questo brano:
Al solito, comunque, il cuore del problema è la sottomissione. A S. e a molte altre donne l’idea non convince, neanche se “indorata” con la spiegazione che stare sotto vuol dire sostenere, sorreggere, accogliere, e non obbedire passivamente lasciandosi schiacciare.
Non c'è bisogno di chiudersi nella biblioteca di una facoltà teologica od un istituto di scienze religiose per trarre le mie stesse conclusioni - basta usare gli strumenti del sito gratuito Blue Letter Bible.
Il brano in questione è Efesini 5:21-24 (Nuova Riveduta - qui potete leggere altre traduzioni):
Ricordo che la kènosis di Gesù è terminata con la morte in croce, dopo la quale i suoi attributi divini sono stati "riattivati" (il termine che ho scelto è solo provvisorio - che ne è stato degli attributi divini di Gesù al momento dell'Incarnazione, e di conseguenza dopo la morte, è oggetto di un serrato dibattito teologico tra le chiese cristiane e dentro di loro; ringrazierò chi mi suggerirà un termine migliore, in cui magari tutti possano riconoscersi) - non si può usare quel concetto per salvare in corner Costanza Miriano!
Se ci leggiamo il testo greco (Nestle-Aland 28):
21 sottomettendovi gli uni agli altri nel timore di Cristo.
22 Mogli, siate sottomesse ai vostri mariti, come al Signore;
23 il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della chiesa, lui, che è il Salvatore del corpo.
24 Ora come la chiesa è sottomessa a Cristo, così anche le mogli devono essere sottomesse ai loro mariti in ogni cosa.Già il testo italiano mostra che, ad onta di quello che dice Costanza Miriano, la logica del dominio non è aliena alla famiglia come la concepisce l'autore dell'Epistola; inoltre, se "essere sottomessa" significa "sostenere il più debole", qual teologia cristiana può pensare che Cristo, "Salvatore del corpo", sia più debole della Chiesa, e che abbia bisogno del sostegno di lei?
Ricordo che la kènosis di Gesù è terminata con la morte in croce, dopo la quale i suoi attributi divini sono stati "riattivati" (il termine che ho scelto è solo provvisorio - che ne è stato degli attributi divini di Gesù al momento dell'Incarnazione, e di conseguenza dopo la morte, è oggetto di un serrato dibattito teologico tra le chiese cristiane e dentro di loro; ringrazierò chi mi suggerirà un termine migliore, in cui magari tutti possano riconoscersi) - non si può usare quel concetto per salvare in corner Costanza Miriano!
Se ci leggiamo il testo greco (Nestle-Aland 28):
21 Ὑποτασσόμενοι ἀλλήλοις ἐν φόβῳ Χριστοῦ
22 αἱ γυναῖκες τοῖς ἰδίοις ἀνδράσιν ὡς τῷ κυρίῳ,
23 ὅτι ἀνήρ ἐστιν κεφαλὴ τῆς γυναικὸς ὡς καὶ ὁ Χριστὸς κεφαλὴ τῆς ἐκκλησίας, αὐτὸς σωτὴρ τοῦ σώματος·
24 ἀλλ’ ὡς ἡ ἐκκλησία ὑποτάσσεται τῷ Χριστῷ, οὕτως καὶ αἱ γυναῖκες τοῖς ἀνδράσιν ἐν παντί.scopriamo che il verbo greco tradotto con "sottomettere" è hypotàsso; leggendo la concordanza di Strong, voce G5293, noi scopriamo che quel verbo compare in 31 versetti del Nuovo Testamento; in alcuni più di una volta, ma non ha mai il significato di "sostenere i deboli".
Anche quando appaiono espressioni come questa:
καὶ πάντα ὑπέταξεν ὑπὸ τοὺς πόδας αὐτοῦ (da Efesini 1:22)il significato è chiaramente metaforico:
Ogni cosa egli ha posta sotto i suoi piedi (Nuova Riveduta - altre traduzioni qui)ed indica una relazione di dominio e sottomissione.
Il mio dizionario di greco NT, che pure è stato redatto da un ex docente del Pontificio Istituto Biblico, Carlo Rusconi, che deve aver abbracciato di tutto cuore l'ipotesi del nostratico, visto che ha consumato molto spazio per confrontare (per me piacevolmente - altri direbbero che è stato un azzardo) radici indoeuropee con radici semitiche, non perde neppure un trattino di "F" per le poche volte in cui il verbo hypotàsso indica (metaforicamente) una relazione spaziale, e dà seccamente questi significati: "coordino, assoggetto, sottometto ... vengo coordinato, assoggettato, sottomesso ... mi sottometto ... sto sottomesso ... sottostò, sto sottomesso". Per un professionista della filologia e dell'esegesi, non c'è dubbio alcuno sul significato del verbo - e non è quello a cui pensa Costanza Miriano!
Inoltre, se già avevo notato l'incongruenza teologica del pensare che compito della chiesa sia "sostenere" il "debole" Cristo, in 1 Corinzi 15:27-28 (Nuova Riveduta - altre traduzioni qui):
27 Difatti, Dio ha posto ogni cosa sotto i suoi piedi; ma quando dice che ogni cosa gli è sottoposta, è chiaro che colui che gli ha sottoposto ogni cosa, ne è eccettuato.
28 Quando ogni cosa gli sarà stata sottoposta, allora anche il Figlio stesso sarà sottoposto a colui che gli ha sottoposto ogni cosa, affinché Dio sia tutto in tutti.(Non pensate che vi risparmi il Nestle Aland 28!):
27 πάντα γὰρ ὑπέταξεν ὑπὸ τοὺς πόδας αὐτοῦ. ὅταν δὲ εἴπῃ ὅτι πάντα ὑποτέτακται, δῆλον ὅτι ἐκτὸς τοῦ ὑποτάξαντος αὐτῷ τὰ πάντα.
28 ὅταν δὲ ὑποταγῇ αὐτῷ τὰ πάντα, τότε [καὶ] αὐτὸς ὁ υἱὸς ὑποταγήσεται τῷ ὑποτάξαντι αὐτῷ τὰ πάντα, ἵνα ᾖ ὁ θεὸς [τὰ] πάντα ἐν πᾶσιν.la cosa diventa marchiana - a raccontare che il verbo hypotàsso significa che le cose create hanno il compito di "sostenere" il "debole" Figlio, e questi a sua volta il "debole" Padre, oggi si prende ZERO in Teologia Sistematica (ed un po' di altri esami), ed una volta si finiva al rogo per eresia, visto che l'errore sarebbe inescusabile.
Quello che più mi preoccupa non è tanto l'aver Costanza Miriano mostrato di non saper fare teologia, quanto il fatto che la gerarchia cattolica non ha reagito tirandole le orecchie - che io sappia, solo il vescovo di Bilbao ha contestato la rappresentatività di questo libro della dottrina cattolica sul matrimonio, mentre il Pontificio Consiglio per i Laici lo ha addirittura lodato.
Mi chiederete: "Ma che te ne importa delle opinioni di un'altra religione?"; ed io rispondo che qui si è usciti dal campo religioso per invadere quello filologico - e non c'è bisogno di essere d'accordo con un testo per opporsi a che gli sia fatto dire quello che non ha detto.
Ed a leggere cose del genere penso che ci sia chi rimpianga i tempi in cui la Bibbia era all'Indice e consideri una colpa volerla poter leggere con i propri occhi.
Raffaele Yona Ladu, ebreo.