La Suprema Corte di Cassazione, con la Sentenza 8097/2015, ha stabilito che, se un uomo ed una donna si sposano, ma durante il matrimonio uno dei due cambia sesso anagrafico, il matrimonio non può essere sciolto d'ufficio, contro la volontà degli sposi.
Questo perché non si può far passare una coppia, contro la sua volontà, dal massimo della tutela (il matrimonio) a nessuna tutela; se e quando il parlamento approverà una disciplina delle unioni civili aperta alle coppie del medesimo sesso, allora il matrimonio potrà essere convertito in siffatta unione.
Le "due Alessandre", in quanto ambo i coniugi ora si chiamano Alessandra, sono state assistite dalla Rete Lenford, la quale fa notare che la sentenza, praticamente obbligata dopo la Sentenza 170/2014 della Corte Costituzionale, confuta la dottrina per cui il matrimonio debba essere necessariamente tra uomo e donna.
Ed il bene principale del matrimonio, aggiungo io, sta nel rapporto tra i coniugi: è in nome dell'affetto tra i due che la Corte di Cassazione ha stabilito che il matrimonio non si può sciogliere se i due non lo vogliono.
Considerato inoltre che sempre più tribunali italiani consentono la rettificazione anagrafica del sesso anche in mancanza della castrazione del ricorrente - anche a seguito di una sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani, possiamo ora dire che ora occorre scegliere tra due strategie.
La prima è quella di portare avanti il progetto di legge Cirinnà - il quale però istituzionalizzerà la discriminazione tra eterosessuali cisgender e non eterosessuali/non cisgender, e trasformerà il matrimonio tra le due Alessandre in unione civile, con conseguenze al momento imprevedibili.
La seconda è affossare il progetto di legge, far notare che la sentenza della Cassazione mostra che il matrimonio non ha alcun significato metafisico, ma è un semplice rapporto tra due persone il cui sesso biologico e genere anagrafico è irrilevante, ed esigere il matrimonio egualitario - nel frattempo nessuno, e non certo le due Alessandre, ci rimette.
Avrete capito che io favorisco la seconda soluzione.
Raffaele Yona Ladu