I due articoli citati riferiscono che il qui fotografato Jamie Watson, quindicenne di Birmingham, Inghilterra, è stato selvaggiamente aggredito da tre mascalzoni mascherati che lo apostrofavano perché bisessuale - Jamie ha riportato la frattura di una costola e di un braccio, e danni ai muscoli del collo.
Jamie aveva fatto il coming out come bisessuale, e gli aggressori lo sapevano; più che di "omofobia", si dovrebbe qui parlare di "bifobia".
Molte persone credono che i bisessuali rischino meno degli omosessuali, in quanto, se decidono di avere rapporti solo con persone di sesso diverso dal proprio, possono "passare" da etero.
Sarebbe una bella argomentazione, se non si fosse scoperto da un bel pezzo che il coming out (non solo dei bisessuali) può salvare la vita, e che chi se ne astiene fa una vita assai più grama - ed i bisessuali hanno più paura a farlo.
E c'è anche chi ha la faccia tosta di dire che, anche se un bisessuale si rivela come tale, la sua capacità di avere rapporti eterosessuali lo protegge dall'omofobia, che colpirebbe soltanto chi è incapace di avere codesti rapporti.
Non è assolutamente vero: la persona bisessuale, come la persona trans, mette in discussione la necessità di classificare le persone in base al sesso anagrafico - quello che in gergo viene chiamato "binarismo dei sessi e dei generi".
Questo spaventa le persone grette (tra cui possiamo includere i papi Bergoglio e Ratzinger) ed espone le persone bisessuali e transessuali a rappresaglie e discriminazioni più gravi (quelle alle persone trans sono bene documentate; quelle alle persone bisessuali le trovate, ad esempio, nel Rapporto sulla Bisessualità dell'Open University britannica).
Tutta la nostra solidarietà a Jamie Watson.
Per l'Associazione Lieviti
il Vicepresidente
Raffaele Yona Ladu