Considerazioni sul ministro Alfano

Riporto qui la sentenza, pubblicata da Articolo29, con cui il Tar del Lazio ha censurato l’operato del ministro dell’interno Alfano, di cui ogni paese civile dovrebbe vergognarsi:


La sentenza dà un colpo al cerchio ed uno alla botte: da una parte afferma che i matrimoni gay in oggetto non dovevano essere trascritti, dall’altra che il ministro ed i suoi prefetti non avevano il potere di modificare i registri dello stato civile.

Il suo cerchiobottismo viene evidenziato dalla decisione di compensare le spese tra le parti (come dire, che ognuna aveva in parte ragione).

Faccio però notare che la malefatta di Alfano e dei suoi prefetti va ben oltre la questione dei matrimoni omosessuali.

Immaginiamo che diventi ministro dell’interno un cultore del “gerrymandering”, ovvero del manipolare le elezioni in pro del partito al potere; questi potrebbe inviare ai prefetti una circolare in cui ordini loro di annotare nei registri dello stato civile la MORTE di migliaia e migliaia di elettori dei partiti di opposizione, nell’imminenza delle elezioni politiche.

Se i prefetti obbediscono supinamente come è accaduto in questo caso, ovvero si rendono conto che il ministro chiede loro una cosa contro la legge, ma gli obbediscono comunque perché da lui dipendono stipendio e carriera, migliaia e migliaia di persone si trovano nell’impossibilità di votare.

Non solo: chi è morto non può lavorare né da dipendente né da autonomo; non ha più coniuge né figli; i suoi beni passano agli eredi.

Quest’ultimo aspetto è il più spiacevole, specialmente se il “de cuius per ordine del prefetto imbeccato dal ministro” è indebitato: non può più pagare le rate perché non guadagna più un soldo; se per giunta lui godeva di condizioni speciali di cui non possono godere gli eredi, costoro si trovano in ulteriore difficoltà a proseguire i pagamenti.

La banca si trova obbligata a procedere all’esecuzione forzata, a meno che gli eredi non abbiano dei beni da alienare per estinguere il prestito.

Ma a chi alienano quei beni? A chi è ancora vivo, ovvero non è finito nella lista di proscrizione del ministro e del prefetto.

E come vendono? Male, perché sono obbligati a realizzare in fretta l’indispensabile per soddisfare la banca.

Ed il precedente degli ebrei italiani obbligati ad alienare i loro beni a degli “ariani” dopo le leggi razziali del 1938-XVI (un vero anno da culo!) dissuade dal poter contare sulla protezione offerta dall’articolo 1448 del Codice Civile.

Quest’operazione non finisce con l’impedire a migliaia di persone di votare, si traduce in un massiccio esproprio di beni dai nemici politici del governo, del ministro e dei suoi prefetti, alle persone che, se non sono amiche, sono almeno neutrali. Come diceva Edmund Burke, perché trionfi il male basta che chi vuole il bene se ne stia a guardare!

Uno dice: “Ma si può far ricorso al TAR!”

Certo, ma ci vuole tempo, e nel frattempo si verificano danni irreparabili, perché il “terzo incolpevole” (come ad esempio la banca, o chi compra all'asta la casa del Lazzaro per ordine del prefetto) va sempre tutelato.

Ci vorrebbe una legge speciale per rimediare, ma vi immaginate un parlamento così eletto che vara codesta legge?

Per questo legge e costituzione impongono che solo un giudice possa alterare gli atti dello stato civile: se il ministro vuole veramente dichiarare morte persone che invece sono in ottima salute, deve farne richiesta al tribunale, in udienza si presenta il presunto “de cuius”, e l’abuso non si fa. Nessuno subisce danno, chi si fa venire in mente una cosa del genere viene svergognato.

Mia moglie dice che sono troppo pessimista – anche chi pensava che Hitler non sarebbe stato capace di mantenere la parola nel paese di Goethe e di Schiller mi avrebbe ritenuto troppo pessimista.

E chi pensa che gli “italiani sono brava gente” dovrebbe chiedere ad eritrei, somali, libici, etiopi, albanesi, greci, sloveni, croati che cosa siamo stati capaci di infligger loro finché li occupavamo.

Alfano deve andarsene perché ha dimostrato che questo scenario non è un caso di scuola, aprendo una strada pericolosissima, e la compensazione delle spese decretata dal TAR lancia il messaggio sbagliato.

Raffaele Yona Ladu