Il Tel-Aviv Pride del 13 Giugno 2014 |
Il sito web del giornale israeliano Haaretz (Il paese) informa oggi che, in risposta all'istanza di due donne transgender (MtF), il governo ha deciso di non esigere più la riassegnazione chirurgica del sesso per cambiare il genere di una persona registrato all'anagrafe.
Ciò non vuol dire che si acconsentirà sempre alla richiesta: vuol dire che la commissione del Ministero della Salute israeliano dovrà decidere con quali criteri si potrà procedere alla rettifica del genere senza esigere l'operazione.
Le due donne transgender sono Nora Greenberg, che fu presidente di Aguda (Associazione), la principale associazione LGBT israeliana, e l'altra una persona che aveva cominciato la transizione sotto le armi.
Non sembra l'ambiente ideale per cominciare (anche perché le toccava comunque dividere la camerata con dei maschietti cis), ma le forze armate israeliane hanno provato a venirle incontro, consentendole di indossare un'uniforme da soldatessa, di farsi crescere i capelli, approvando i trattamenti ormonali, ed istruendo i suoi superiori a chiamarla al femminile.
L'istanza delle due signore era stata presentata dalla Clinica dei Diritti Umani della Facoltà di Legge dell'Università di Tel Aviv, e l'avvocato (arabo) della clinica, Hisham Shabita, che l'ha vergata, ha icasticamente affermato che: "La posizione del Ministero dell'Interno per cui ci dev'essere una corrispondenza tra il pene dei richiedenti e la loro identità di genere, poggia su un errore concettuale infondato ed obsoleto".
L'articolo, rifacendosi all'istanza, termina elencando gli stati in cui è già possibile cambiare genere all'anagrafe senza intervento chirurgico; non l'ho qui riportato, perché sembra incompleto - manca, ad esempio, l'Argentina.
Raffaele Ladu
Dottore in Psicologia Generale e Sperimentale