Una coppia, due mondi: Una comBInazione vincente è la narrazione a due voci tra il serio e il giocoso delle tante sfaccettature di una relazione tra una donna lesbica e una bisessuale.
Francesca: “Okay, il peggio è passato. Lei non è scappata a gambe levate, è ancora qui con me e vuole rimanerci! Mi ama e mi accetta per come sono, anche con questa cosa brutta che ho capito di me”. Non ricordo se fosse proprio questo il pensiero che avevo in testa quella notte prima di chiudere gli occhi, ma senz’altro era qualcosa del genere. Dopo la lunghissima conversazione che avevamo avuto mi sentivo infinitamente più leggera: per la prima volta avevo avuto il coraggio di dare voce ai dubbi e alle paure che da qualche tempo mi accompagnavano e che si erano rivelati molto più difficili da gestire rispetto alle scelte che avevo fatto nei mesi precedenti.Non sono brava a rimanere in sospeso, non vivo bene nelle situazioni irrisolte. Anche durante la separazione ho voluto accelerare in modo brusco i tempi perché non riuscivo a stare in quello stato di mezzo: avevo bisogno di chiudere definitivamente un capitolo per iniziare quello successivo con serenità. E in effetti così ho fatto, anche se potendo tornare indietro cercherei di fare le cose diversamente. Però non avevo previsto questa nuova sfida da affrontare ed ero ancora più disorientata perché non si trattava di una decisione da prendere, per quanto difficile: stavolta era in gioco la mia identità.
Le tue parole mi avevano tolto un macigno dal cuore, ma presto mi sono resa conto che non erano sufficienti a tranquillizzarmi del tutto. C’era sempre un “sì, ma…” che insinuava un altro dubbio, un altro senso di colpa. E continuavo a sentirmi in difetto perché non trovavo nessuno intorno a me che si sentisse nello stesso modo.
Era diventata una specie di ossessione: mi vedevo come una lesbica difettosa, a cui anche dopo essere entrata nel fantastico mondo delle relazioni tra donne era rimasta per errore questa anomalia, che però mi rendeva diversa da tutte le altre. Qualcuna mi ha anche confessato “intendiamoci, se sono single e trovo uno carino che mi fa sangue, non mi tiro certo indietro!”… ma tirando le somme, non aveva esitazioni nel definirsi lesbica. Io invece sì, perché sentivo di non averne diritto.
Ovviamente avevo già sentito parlare della bisessualità, ma sempre con una connotazione che definire negativa è poco. I bisessuali, nel mio immaginario, erano quegli esseri strani assetati di sesso che andrebbero a letto con chiunque – magari con più persone contemporaneamente – e che erano assolutamente incapaci di avere una relazione perché condannati a seguire i loro istinti perversi. Soprattutto, dovevano per forza essere attratti in modo identico da entrambi i sessi.
Io sentivo di non essere così, quindi non potevo essere bisessuale. Semplice. Ma allora, cos’ero?
Silvia: Per fortuna me ne hai parlato esattamente in questo modo, perché probabilmente è stato quello a farmi fare quel click senza il quale sarebbe stato più complicato per entrambe.
Già perchè quelle stesse identiche parole erano risuonate nella mia testa tanti anni prima, ovvero quando da adolescente ero in preda al panico e mi stavo chiedendo chi diamine fossi. Perché anch’io non mi identificavo con l’orientamento sessuale che mi veniva proposto come riferimento e in cui in teoria avrei dovuto rispecchiarmi.
Così come anch’io avevo sempre sentito solo parlare malissimo degli omosessuali che erano condannati a seguire i loro istinti perversi e per questo motivo incapaci di avere una relazione stabile e quindi chiaramente di essere felici.
Certo, io ero attratta solo da un sesso, ma cosa cambiava? La sostanza era la stessa, le domande e le angosce identiche. Quella sofferenza me la ricordavo benissimo! Chi se la dimentica? Ti senti sbagliata, destinata all’infelicità, a dover per forza o adeguarti a qualcosa che non ti corrisponde o a vivere una vita fatta di tristezza e mancanze.
Ti senti semplicemente un errore.
Allora l’unica possibilità di fuga che hai è negare di essere quella cosa che può provocare tutto quel dolore e quella infelicità in un colpo solo. È la via più semplice e immediata, soprattutto se non hai le risorse per affrontare in quel momento quella presa di coscienza di te stessa. Quelle risorse devono essere sia dentro di te che intorno a te, devono venire dalle persone che ti vogliono bene e che ti possono far sentire che non cambierà nulla, che sarai sempre amata per come sei.
Ecco, quando mi hai detto queste cose, io ho fatto due più due e ho capito che forse il tuo bello zainetto con le tue risorse lo avevi già lì con te, perchè altrimenti non avresti fatto tutti quei passi, compreso il parlare con me dei sogni erotici con gli uomini. Quello che mancava era la mia parte e quella delle persone intorno a te ed era una parte fondamentale.
Prima però dovevo essere sicura davvero. Mica potevo dirti una cosa e poi comportarmi in modo contraddittorio. Perché sì, è vero, quegli stereotipi contro i bisessuali si erano insediati nel mio cervello e mi sono fatta quelle domande.
Sono tornate le mie amichette Angela e Diavola e ci siamo fatte delle belle chiacchierate per un po’ di tempo per capire un attimo quali potevano essere i dubbi e le paure. Ma nell’arco di pochissimo tempo ho capito che l’unica vera paura è quella di soffrire e questa accomuna qualsiasi essere vivente sulla terra, senza distinzione di orientamento sessuale, genere, razza o altro. Il resto è solo pregiudizio. Di cui anch’io avevo pagato troppo a lungo le conseguenze.
Se avessi scelto di non vedere anche la tua bisessualità mi sarei persa una parte fondamentale di te, un lato intimo tuo molto importante e prezioso che tu hai deciso di condividere con me anche sapendo che rischiavi di perdermi. A distanza di anni so che avrei perso un sacco di possibilità, come ad esempio ridere su tantissime cose, giocare, fare attivismo insieme, ma anche scrivere queste righe!
Chiaramente al momento non lo sapevo, ma sapevo che volevo stare con te, tutta intera, non con una versione ridotta e censurata. Anni prima mi ero ripromessa che non avrei mai più permesso al pregiudizio di rovinare la mia vita. E questo valeva quando qualcuno lo agiva contro di me, ma anche al contrario! Lasciarmi sfuggire la possibilità di vederti nella tua completezza per colpa del pregiudizio sarebbe stato davvero imperdonabile.
Quindi sono venuta da te e ti ho detto che secondo me una coppia formata da una lesbica e una bisessuale poteva decisamente funzionare benissimo!